MaM
Messaggio del 25 settembre 2005:Cari figli, con amore vi chiamo: convertitevi; anche se siete lontani dal mio cuore. Non dimenticate: Io sono vostra madre e sento dolore per ognuno di voi che è lontano dal mio cuore, ma Io non vi abbandono. Credo che potete lasciare la via del peccato e decidervi per la santità. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 31-8 Settembre 18, 1932 La pagina scritta nella Divina Volontà, storia della creatura. Come Iddio non ci vuole servi, ma principino del suo regno. L’amor Divino in cerca di tutte le creature per amarle.

(1) Il mio abbandono continua nel Voler Divino, mi sento nascondere dalle sue onde eterne, nelle quali tutto nasconde, nulla le sfugge dalla sua immensità, sicché chi vuol trovare tutto, abbracciare tutto, sentire la storia di ciascuno, deve entrare in questo mare del Fiat Supremo. Ma mentre la mia mente si perdeva in Esso, il mio dolce Gesù, visitando la mia piccola anima mi ha detto:

(2) “Figlia benedetta, la mia Volontà tutto racchiude, anzi, per ciascuna creatura vi tiene la sua pagina scritta del come si deve svolgere la sua storia e formare la sua vita, e questa pagina scritta fu “ab eterno” scritta nella luce della nostra Volontà, sicché la vita di ciascuna creatura nel tempo ebbe il suo principio, ma nel nostro Ente Supremo non ebbe principio, e fu amata da Noi con amore senza principio e senza fine. Ora, la Creazione tutta non esisteva ancora e Noi l’amavamo, perché già stava dentro di Noi; tenevamo chiusa dentro il Sacrario della nostra Divinità il gran parto di tutte le creature, guardavamo in ciascuna di esse la nostra pagina scritta, le sue vicende, la sua piccola storiella, ed a seconda di ciò che era scritto, il più o il meno che doveva essere compiuta e glorificata la nostra Volontà Santissima, così più intensamente l’amavamo. Tu non esistevi, ma la nostra Volontà ti racchiudeva e Noi amandoti ti davamo il luogo, il riposo sulle nostre ginocchia paterne, ti davamo le svariate lezioni sul nostro Fiat, ed oh! quanto piacere prendevamo nel vederti ascoltare e scrivere nell’anima tua, come copiando, ciò che stava scritto nella nostra pagina eterna, perché tu devi sapere che ciò che vogliamo che la creatura faccia di nostra Volontà, primo viene fatto da Noi, formato da Noi nel nostro stesso Volere, e poi straripando da Noi, vuole farlo e formarlo nella creatura, facendone suo campo d’azione divina. E’ tanto il nostro amore, che non vogliamo altro che essa faccia, ciò che abbiamo fatto Noi, dandogli il modello dell’atto nostro, affinché ne faccia la copia, e quanti aiuti, assistenza non diamo mentre fa la copia, dandogli la nostra stessa Volontà come atto suo, come materia prima, affinché la copia riesca secondo il nostro disegno. Ora, chi fa la sua volontà, ogni suo atto non fa altro che guastare il nostro disegno, formare delle cassature sulla nostra pagina scritta, ogni nostra parola scritta conteneva un’amore speciale ed eterno, conteneva lo svolgimento della sua vita a secondo della nostra somiglianza, in cui doveva racchiudere la sua storia d’amore e di compimento di sua Volontà Divina verso il suo Creatore. L’umano volere non fa altro che contraffare questa pagina, sconvolgere la nostra somiglianza, ed invece di formare la copia della nostra pagina scritta con tant’amore per essa, si ha formato la sua pagina scritta con note di dolore, di confusione e con una storia sì vile e bassa, che i secoli non ne faranno memoria, e l’Eterno non troverà in essa l’eco della storia scritta nella sua pagina, in cui doveva essere decantata la sua storia divina nella creatura.

(3) Figlia mia, vi è una conoscenza sbagliata nel basso mondo, e credono che la creatura può vivere come scostata da Noi, che sbaglio! Che sbaglio! La Creazione tutta non è altro che una eredità uscita da Noi, quindi è nostra, ci appartiene, tanto, che sebbene l’abbiamo uscito fuori, ma l’abbiamo uscito inseparabile da Noi, e vogliamo l’onore, la gloria della nostra eredità, e che le creature non siano vili servi nostri, ma figli e come tanti principini del nostro regno, e questo principato le veniva dato dall’inseparabilità della nostra Volontà, tanto che la creatura non ne può fare a meno di Essa, né può vivere, né separarsi, neppure nello stesso inferno, al più, chi la tiene operante e chi la tiene conservatrice del suo essere senza darle l’agio di farla operare il bene. Vivere senza della mia Volontà sarebbe come il vivere il corpo senza dell’anima, ciò che sarebbe impossibile, e si vede che quando un membro è troncato dal corpo non ha moto, perde il calore e si imputridisce perché manca l’anima, così sarebbe se mancasse la mia Volontà, tutto si risolverebbe nel nulla.

(4) Ora il vivere nella mia Volontà è proprio questo, sentirsi scorrere in tutto l’essere, in tutti gli atti: La luce, la forza divina, la vita della mia Volontà, perché dove non vi è la sua vita operante, quell’atto rimane senza vita, senza calore, senza forza e luce divina, è come morto per il bene, e quando non vi è il bene dentro, si forma il male e finisce col putrefarsi. Oh! se la creatura si potesse vedere senza la vita operante del mio Volere, si vedrebbe talmente contraffatta, che essa stessa avrebbe orrore a guardarsi. Perciò lasciati travolgere sempre dalle onde eterne del mio Volere, in cui troverai la tua pagina scritta, la tua storia tessuta con tanto amore su di te, e così non più ti farà impressione ciò che di te abbiamo disposto, troverai tutto come cose che a te appartengono e che di assoluta necessità devono formare la tua vita, riempire la tua storia e soddisfare al nostro bisogno d’amore, che “ab eterno” volevamo far conoscere la nostra Volontà. Sii fedele e non inceppare il nostro amore, e lasciaci liberi di svolgere i nostri mirabili disegni formati su di te”.

(5) Dopo ciò seguivo il mio abbandono nel Fiat Divino, ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:

(6) “Figlia buona, chi fa e vive nel mio Volere, sale nell’unità della mia Volontà, e vi scende in Essa in tutte le cose per darmi il suo amore in tutte le cose, in tutte le creature ed atti di esse”.

(7) Ed io: “Amor mio, per quanto faccio d’amarti in tutte le creature ed in tutti gli atti di essi, volendoli coprire tutti col mio amore, affinché Tu non ricevessi che amore da tutti, pure veggo che non tutti ti amano, questo è un dolore per me, perché penso che il mio amore non ha forza vitale, e perciò non so farti amare da tutti”.

(8) E Gesù: “Figlia mia, è la forza dell’unità del mio Volere che ti slancia su tutti e su tutto, per amare in tutto e darmi il contraccambio dell’amore di tutti, e se non mi amano, non posso dire che il tuo non lo ricevo, anzi nel tuo amore sento le note dell’amore che tutti mi dovrebbero dare, ed oh! come ne sono contento! Tu devi sapere che questo è il nostro ufficio divino: Dall’altezza del nostro unico e solo atto che mai interrompiamo, scende la nostra luce, amore, potenza e bontà, e va rintracciando tutti gli atti, i palpiti, i passi, le parole, i pensieri, per plasmarli, investirli, suggellarli col nostro amore; sentiamo l’irresistibile bisogno d’amore di andare in cerca di tutto e di tutti, e non ci facciamo sfuggire nulla, neppure un palpito, se non le diamo un nostro “ti amo”, eppure non ci amano, anzi vi è chi sfugge da sotto la pioggia del nostro amore, ma con tutto ciò continuiamo, non ci arrestiamo, perché la nostra natura divina è amore e deve amare, e sentiamo il contento, la felicità che il nostro amore ci da con l’amare, che tiene virtù d’amare tutti, di estendersi a tutti ed ovunque; né sarebbe piena felicità in Noi se il nostro amore soffrirebbe d’impotenza di poter tutto amare, oppure arrestarsi se non si vede contraccambiato. Così tu, continua ad amarci per tutti, ed a travolgere tutti nel nostro amore, e ad onta che non ottenga tutto il tuo intento, sentirai le noti del nostro amore felicitante, ché vuoi amarci per tutti”.