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Messaggio del 27 giugno 1981:A Vicka che chiede se ella preferisca la preghiera o i canti, la Madonna risponde: «Entrambi: pregate e cantate». Dopo un po’ la Vergine risponde alla domanda sul comportamento che devono tenere i francescani della parrocchia di San Giacomo: «Che i frati siano saldi nella fede e proteggano la fede del popolo».

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 31-6 Settembre 4, 1932 Il ricambio, bisogno dell’amor Divino. La Divina Volontà operante, continuazione di Creazione.

(1) Sono sempre nel mare del Voler Divino, il quale mi fa presente tutta la Creazione. Che teatro immenso, nel quale ci sono scene sì commoventi, che a chiare note rivelano il grande amor di Dio verso le creature, e che rapiscono il cuore ad’amarlo, e pensavo alla grande ingratitudine umana, che non si fa rapire ad’amarlo. Ed il mio dolce Gesù, sorprendendomi col suo cuore gonfio d’amore, mi ha detto:

(2) “Mia buona figlia, la Creazione fu fatta dal nostro Ente Supremo per dare amore, e per ricevere il ricambio dell’amore delle creature. Non vi è cosa da Noi creata, che non ci fu questo nostro scopo, farla per riceverne il ricambio, altrimenti le nostre opere non sarebbero state opere comunicative, fruttificativi, alimentatrici e piene di vita per felicitare l’uomo, sarebbero state come opere dipinte, che al più allettano la vista, ma che non farebbero bene a nessuno. Invece col volere il ricambio, Noi mettevamo come in via la comunicazione della luce per darle la vita della luce, l’aria per darle la vita della respirazione, l’acqua, il cibo, il fuoco per darle la vita ed il bene che esse posseggono, e così di tutto il resto, quanti atti di vita mettevamo intorno alla creatura per crescere, alimentare e sostenere la sua vita? Ora, col volere il loro ricambio, era un bisogno del nostro amore, le opere senza ricambio sono opere senza corteggio, senza apprezzamento, e per quanto si servono di esse, restano opere isolate, come se non fossero gradite. Il ricambio non prende l’opera solo per servirsene, ma entra dentro di essa per riconoscere Colui che per amor suo la ha creato; il ricambio da vita alla gratitudine, al ringraziamento; si può dire che il ricambio mantiene la conversazione, l’amicizia, la corrispondenza tra il donatore e tra chi riceve il dono, altrimenti tutto resta spezzato.

(3) Ora senti figlia mia un’altro tratto del nostro intenso amore verso del l’uomo. Per avere questo ricambio, nel crearlo mettevamo in lui la nostra Volontà operante unita con la sua, affinché come la nostra Volontà nell’opera della Creazione fece tante opere per amor suo, così nell’anima sua, possedendo la nostra Volontà Divina, in virtù di Essa potesse tenere eguale forza e potere di darci il ricambio da Noi voluto. Il nostro Fiat, agente nella Creazione ed agente nella creatura, doveva mettere a giuoco l’umano volere per servirsene di tutti i suoi atti, piccoli e grandi, per formare il giusto ricambio di tutte le sue opere che aveva fatto nella Creazione, molto più che ne sapeva il numero, la varietà, la bellezza, il peso di tutte le sue opere; nella creatura operante non doveva farne a meno d’operare con la stessa molteplicità, sontuosità e bellezza di ciò che aveva operato nell’universo, e così ricambiarsi le sue opere esterne, e le sue opere interne fatte nel fondo dell’anima. La Volontà Divina doveva servirsene dell’umana volontà come materia nelle sue mani, di continuare la sua Creazione. Ecco perciò che l’uomo col respingere la nostra Volontà, fece cessare la sua vita operante negli atti suoi, nei quali poteva servirsene di creare e trasformarli in cieli, in stelle, in soli, in mari, eccetera, inceppò l’opera nostra, l’arrestò, sconvolse le nostre dolci armonie, i cari ricambi che solo in virtù del nostro Volere potevano esistere; tutto potevamo fare in lui se la nostra Volontà avesse la sua vita operante in lui. Ecco perciò le nostre premure, i nostri sospiri, le insistenze, i nostri dolori, che la terra umana potesse diventare campo nostro d’azione, in cui il nostro Volere avessi piena libertà di fare quello che vuole. E non ti credere che solo l’Ente Supremo vuole il ricambio nelle sue opere, anche la creatura, il primo scopo nelle sue opere è il ricambio, se c’è questo, o almeno lo spera, ha mani e piedi per muoversi, bocca per parlare, forza per sacrificarsi, tempo per operare, ma se non vi è il ricambio, le sembra che non ha né mani, né piedi, né bocca, né forza, né tempo, si sente che la vita le muore per quell’opera. Sembra che il ricambio sia nulla, ma non è vero, anzi è il principio e la vita di ogni opera, perciò il ricambio è un bisogno del mio amore, e mi fa continuare l’opera della Creazione”.

(4) Dopo di ciò, continuava il mio abbandono nel Fiat Divino, e una folla di pensieri, dubbi e difficoltà sorgevano nella mia mente. Ed il mio Celeste Maestro ha soggiunto:

(5) “Figlia mia, la mia Volontà tiene virtù di fare l’accentramento di tutto l’essere umano in un’atto solo. Se opera con la sua virtù unitiva, accentra in essa i pensieri, il cuore, i passi, e tutto, in modo che la creatura si sente che non è la sola opera, ma tutto l’essere suo investito dalla sua forza operante, che sentono l’impero della mia Volontà operante, e tutto fanno una sol cosa. Questa forza unitiva rende dominante ed ordinata la creatura, perché la prima dote che sa dare il mio Fiat è il dominio di sé stesso e l’ordine, ed allora prende il suo dominio divino è diventa materia fattibile nelle sue mani, che si presta alle sue opere meravigliose. Invece, senza della mia Volontà, la creatura non possiede neppure la forza unitiva negli atti suoi, e quindi si vede tutta sparpagliata e senza ordine, e materia dura che non cede alle forme che il nostro Volere le vuole dare”.