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Messaggio del 2 agosto 2018:Cari figli, con materno amore vi invito ad aprire i cuori alla pace, ad aprire i cuori a mio Figlio, affinché nei vostri cuori canti l’amore verso mio Figlio. Solo da quell’amore, infatti, nell’anima giunge la pace. Figli miei, so che avete la bontà, so che avete l’amore, un amore misericordioso. Molti miei figli, però, hanno ancora il cuore chiuso. Pensano di poter agire senza rivolgere i loro pensieri verso il Padre Celeste che illumina, verso mio Figlio, che è sempre nuovamente con voi nell’Eucaristia e desidera ascoltarvi. Figli miei, perché non gli parlate? La vita di ognuno di voi è importante e preziosa, perché è un dono del Padre Celeste per l’eternità. Perciò non dimenticate mai di ringraziarlo. Parlategli! So, figli miei, che vi è sconosciuto ciò che verrà dopo ma, quando verrà il vostro dopo, riceverete tutte le risposte. Il mio amore materno desidera che siate pronti. Figli miei, con la vostra vita mettete nel cuore delle persone che incontrate dei buoni sentimenti: sentimenti di pace, di bontà, d’amore e di perdono. Attraverso la preghiera, ascoltate quello che vi dice mio Figlio ed agite in quel modo. Vi invito nuovamente alla preghiera per i vostri pastori, per coloro che mio Figlio ha chiamato. Ricordate che hanno bisogno di preghiera e d’amore. Vi ringrazio.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 31-1 Luglio 24, 1932 Come Gesù con la sua parola genera la sua santità, bontà, ecc. nella creatura. Follie d’amore per metterla a pari ed a gara con Lui.

(1) Vita mia dolcissima, Gesù, mio celeste maestro, prendi la mia piccola anima nelle tue mani, e se vuoi, continua le tue lezioni divine sulla tua Volontà, ne sento l’estremo bisogno d’essere alimentata dalla tua parola, del resto, Tu stesso mi hai così abituata, Tu stesso mi hai dato questa forma di vita, mi hai fatto vivere di te e della tua dolce parola. Certo che non me lo sono formato io questo modo di vivere, no, ma Tu, oh! Gesù, tanto che io sentivo più te che me, e come Tu taci mi sento spezzare questa vita, e sebbene è il più duro dei miei martiri, pure sono pronta, se vuoi smettere il tuo dire, a dire Fiat! Fiat! Fiat! Ma abbi pietà di me e non mi lasciare sola ed abbandonata.

(2) Onde mi sentivo tutta abbandonata nelle braccia della Divina Volontà, e non sospiravo altro che il Cielo, mi sembra che non mi resta più nulla da fare, se non che finire la mia vita nella Divina Volontà in terra, per ricominciarla in Cielo. Ed il mio Celeste Gesù, visitando la piccola anima mia mi ha detto:

(3) “Mia piccola figlia del mio Volere, tu ti opprimi troppo ed Io non lo voglio, vederti oppressa in mezzo a tanti miei beni, fai vedere che hai più l’occhio a te stessa che ai beni che il tuo Gesù ti ha dato, e da ciò fai vedere che non hai compreso bene ancora i doni ed i beni che il tuo Gesù ti ha dato. Tu devi sapere che ogni mia parola è dono, e quindi un bene grande che essa racchiude, perché la mia parola tiene la virtù creatrice, comunicativa, formatrice, e come viene da Noi pronunziata, così forma il bene nuovo da dare alla creatura; vedi, quante parole ti ho detto e quante verità ti ho fatto conoscere, tanti doni ti donavo, e tali doni rinchiudono beni divini, distinti l’uno dall’altro, ed il tutto sta che esce da Noi la parola, in cui viene formato il bene che vogliamo uscire da Noi, quando questo bene è uscito, con certezza avrà la sua vita in mezzo alle creature, perché questi doni sono animati e formati dalla nostra potenza creatrice, e conservati dentro della nostra stessa parola per assicurare il bene che vogliamo dare, e la nostra parola muoverà Cielo e terra per dare il frutto del bene che possiede.

(4) Ora figlia mia, tu devi sapere un’altra sorpresa del nostro dire, supponi che Io ti parlo della mia santità, questa mia parola racchiude il dono della santità divina da dare alla creatura, per quanto sempre a creatura è possibile; se parlo della bontà divina, la mia parola racchiude il dono della bontà; se parlo della Volontà Divina, racchiude il dono della nostra Volontà; insomma, che cosa dice la nostra parola di bello, di buono, di grande, di santo, quel dono racchiude. Ora senti un tratto dei nostri stratagemmi amorosi, é come se non ci contentiamo mai di formare nuove invenzioni d’amore da dare alla creatura. Quindi, se la nostra parola dice santità, è perché vogliamo dare il dono della nostra santità divina, affinché essa si metta a pari con la nostra santità e possa stare a gara con Noi, ed oh! il nostro contento quando vediamo la nostra santità divina operante nella creatura, e se sentiamo che essa dice: “Sento in me impressa la santità del mio Creatore, oh! come mi sento felice, poterlo amare con la sua stessa santità”. Oh! allora il nostro amore va in follie, e si riversa sopra di lei, in modo sì 32[1] Questo libro è stato copiato direttamente dal originale manoscritto di Luisa Piccarreta esuberante, che giungiamo agli eccessi; e così se la parola nostra dice bontà, Volontà Divina, è perché vogliamo dare il dono della nostra bontà e Volontà Divina, affinché essa possa stare a pari con la nostra bontà e Volontà, e possa sostenere la gara col suo Ente Supremo. Tu non puoi comprendere qual è il nostro contento al vedere la creatura dotata di queste nostre qualità divine, di cui la nostra parola è portatrice, e siccome è nostro solito rivolgere ad una creatura la nostra parola, ma essa è tanto feconda, potente e piena di luce, che fa come il sole formato da una delle nostre parole, che con un colpo di luce illumina tutti e dà il bene che la luce possiede. Ora, perché ti opprimi se vedi che il tuo Gesù spesso fa uso della sua parola per aggiungere doni a doni, e questi doni non solo avranno vita in te, ma in tant’altre creature, perché posseggono la forza generativa, danno e generano, per dare e generare di nuovo. La nostra parola è parto del nostro seno, quindi è figlia nostra, e come figlie portano il bene che hanno generato nel Padre loro. Onde invece d’opprimerti, pensa piuttosto che il tuo Gesù vuol farti le nuove sorprese delle sue parole divine, affinché ti disponga a ricevere un tanto bene”.

(5) Dopo di ciò continuavo a pensare alla Divina Volontà, ed il mio dolcissimo Gesù ha soggiunto:

(6) “Figlia mia, quando l’anima si fa dominare, investire, soggiogare dalla mia Divina Volontà, in modo che ciascuna particella del suo essere, tanto nell’anima quanto nel corpo, tutte posseggono la mia Volontà operante, sicché la mente la possiede animata dalla sua scienza, la voce la possiede parlante, le mani la posseggono operante, i piedi posseggono i suoi passi divini, il cuore la possiede amando, e come sa amare la mia Volontà, ora, tutto ciò unito insieme forma la santità divina nella creatura, e allora troviamo tutti i diritti nostri nella creatura, diritti di creazione, perché tutto è nostro, troviamo i diritti della nostra santità, delle nostre opere, diritti del nostro Fiat Divino, della nostra bontà, del nostro amore, insomma, non vi è cosa nostra che non troviamo in essa come diritto nostro, e la creatura trova in contraccambio i suoi diritti nel suo Creatore, perché essendo una la Volontà d’ambi le parti, i diritti dell’uno sono diritti dell’altro. Ecco dunque che significa vivere nel nostro Volere, ricevere la santità nostra, l’amore, la scienza, la bontà nostra, con diritto, perché non si può farne a meno di darle, perché sono proprietà sue, come le sono del nostro Fiat, perché la sua vita vive già in Esso. Molto più, che chi vive nella mia Volontà cresce sempre nella santità, nell’amore, nella bellezza nostra e così di seguito, questo crescere continuo forma nella creatura un’atto nuovo da dare al suo Creatore, Noi lo diamo ad essa l’atto nuovo che possediamo in natura, e lei ce lo dà a Noi in virtù della nostra Volontà, ed oh! il contento d’ambi le parti, la felicità che si sente poter ricevere dalla creatura, e Noi poter dare, dar e ricevere mantiene l’alimento della corrispondenza, conserva l’unione sempre crescente, ed è come il soffio che mantiene sempre acceso il fuoco e viva la fiamma dell’amore, senza pericolo di potersi smorzare. Perciò sempre avanti nella mia Volontà, e tutto andrà bene”.