(1) Sono sempre fra le braccia della Divina Volontà, come una bimba stretta fra le braccia della mamma, la quale mi tiene tanto stretta fra le sue braccia di luce, che non mi fa vedere, sentire e toccare che solo la Divina Volontà. Ed Io pensavo tra me: “Oh! se io fosse libera dalla carcere del mio corpo, i miei voli sarebbero stati più rapidi nel Fiat, avrei conosciuto di più, sarei stata di fatto un atto solo con Lei, ma la mia natura mi sembra che mi fa fare le interruzione, come se mi mettesse gli ostacoli e mi fa stentare a correre sempre nella Divina Volontà”. Ma mentre ciò pensavo il mio Divin Maestro Gesù, visitando la piccola anima mia mi ha detto:
(2) “Figlia benedetta, tu devi sapere che chi vive nella mia Divina Volontà, Essa tiene virtù di tenere ordinata la natura della creatura, ed invece d’essere d’ostacolo, li è di aiuto per poter compire più atti di Volontà Divina, anzi serva come terra ai fiori, che si presta a formare le belle fioriture che quasi la nascondano e coprono con la varietà delle loro bellezze, cui il sole le comunica la varietà dei più belli colori e li va brillantandoli con la sua luce. Se non fosse per la terra, ai fiori mancherebbe il luogo per formarsi la vita per poter nascere e fare la loro bella comparsa, ed il sole non troverebbe dove, a chi comunicare lo sfoggio dei suoi bei colori e delle sue pure dolcezze. Tale è la natura umana per l’anima che vive nella mia Divina Volontà, è come terra feconda e pura, che si presta a dare il campo d’azione ed a farle formare non solo le belle fioriture, ma a far sbucare tanti soli per quanti atti va facendo. Figlia mia, è un incanto di bellezza vedere la natura umana che vive nella mia Divina Volontà, coperta e nascosta come sotto d’un prato di fiori, tutti investiti di luce fulgidissima, l’anima da sola non avrebbe potuto formare tante varietà di bellezze, mentre unita trova le piccoli croci, le necessità della vita, le varietà delle circostanze, ora dolorose, ora liete, che come semi se ne serve come seminare nella terra dell’umana natura, come formare il suo campo fiorito. L’anima non ne tiene terra e non potrebbe produrre nessuna fioritura; invece unita col corpo, oh! quante più belle cose può fare, molto più che questa natura umana fu formata da Me, la plasmai parte per parte, dandole la più bella forma, posso dire che feci da artefice divino e vi mise tale maestria, che nessun altro mi può raggiungere. Sicché l’amai, veggo ancora il tocco delle mie mani creatrice impresso sull’umana natura, quindi anch’essa è mia, mi appartiene. Il tutto sta nell’accordo completo: Natura, anima, volontà umana, e divina; quando sta questo, che la natura si presta come terra, la volontà umana sta in atto di ricevere la Vita della Volontà Divina negli atti suoi, si fa dominare in tutto, né conosce altro in tutte le cose sue che la sola mia Volontà come vita, attrice, portatrice, conservatrice di tutto, oh! allora tutto è santo, tutto è puro e bello, il mio Fiat le sta sopra col suo pennello di luce per perfezionarla, divinizzarla, spiritualizzarla. Perciò la tua natura non può essere d’ostacolo ai voli nella mia Volontà, piuttosto può esserti d’ostacolo il tuo volere, cui devi tenere sempre di mira a non darle vita, che della tua terra non c’è da temere, quella, se ha riceve, e dà ciò che ha ricevuto, anzi dà di più, e cambia il seme in fiori, in piante, in frutti, e se non ha se ne sta nel suo muto silenzio, e resta come terra sterile”.
(3) Onde ringraziava Gesù della sua bella lezione e mi sentivo tutta contenta che la mia umana natura non poteva nuocermi, anzi mi poteva aiutare nel far crescere la Vita della Divina Volontà nell’anima mia, e continuavo i miei giri e voli negli atti suoi, ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:
(4) “Figlia mia, la mia Divina Volontà possiede l’inseparabilità da tutti gli atti ed effetti suoi, tanto se opera da sola in Sé stessa e fuori di Sé stessa, tanto se opera nella creatura o la creatura opera in Essa, oppure per eseguire ciò che vuole la mia Divina Volontà. In questo modo d’operare mette del suo e li ritiene come atti suoi e proprietà sue, inseparabile da Essa. Ora, se la creatura vive nella mia Divina Volontà, questi atti si rendono proprietà comune dell’una e dell’altra; se poi fa delle uscite, perde i suoi diritti, prima che sono stati fatti in casa nostra, e poi la sostanza, la vita dell’atto, la santità, la bellezza, le prerogative che ci vogliono per poter formare un atto nostro, è stato messo dal nostro Voler Divino, la creatura non ha fatto altro, che assistere e concorrere con la sua volontà d’operare insieme con la nostra, ma di sostanza niente ci ha messo del suo. Quindi se persista a vivere nel nostro Volere, padroneggia insieme; se esce, con giustizia nulla le tocca, ma se vi rientra, acquista di nuovo il diritto di padronanza. Ma vi è gran differenza tra chi vive nella mia Divina Volontà e opera insieme, e tra chi non vivendo in Essa segue e compie nelle circostanze ciò che vuole il mio Fiat, questa prende nel suo atto la mia Volontà limitata, e come finisce l’atto così resta, non va più avanti, e sebbene anche questi atti sono inseparabile da Essa, però si veggono questi atti che non hanno l’operato continuo; limitata la presero la mia Divina Volontà, e limitato restò; invece chi vive in Essa ed opera, il suo atto acquista l’atto incessante d’operare continuamente, questi saranno sempre agenti nel mio Fiat, non perderanno mai l’attitudine, qual’è l’operato del mio Volere, che non cessa mai, tale si rendono gli atti della creatura. Perciò sempre nel mio Fiat ti voglio, se vuoi prenderlo non limitato e come a stilla, ma mari, in modo da restare tanto riempita, che non toccherai e vedrai altro che la mia Divina Volontà”.