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Messaggio del 10 febbraio 1984:«Pregate e digiunate. Desidero che siate umili, ma non potrete diventarlo se non con la preghiera e il digiuno».

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 30-24 Aprile 2, 1932 Come il potere divino metterà un limite ai mali dell’uomo e gli dirà: Basta, fin qui. Come nostro Signore mostra coi fatti che vuol dare il regno della sua Volontà.

(1) Sono sempre di ritorno nel santo Voler Divino, né posso farne a meno, perché essendo vita, la vita si sente sempre, si sente il respiro, il moto, il calore. Così è della Divina Volontà, come si sente, così si sente la sua vita, il suo calore, il suo moto e tutto ciò che Essa racchiude, con questa sola differenza, che quando si fa attenzione ad’una cosa, che come vita racchiude, e quando ad un’altra. Onde pensavo tra me. “Come mai la creatura può ritornare bella e santa come uscì dalle mani creatrice di Dio, per realizzare il regno del suo Fiat in mezzo all’umana famiglia? ” Ed il mio amato Gesù sorprendendomi mi ha detto:

(2) “Figlia mia, tutte le opere del nostro Essere Supremo sono perfette e complete, nessuna nostra opera è a metà. La Creazione è tutta completa e perfetta, anzi ci sono molte cose non di assoluta necessità, ma come lusso e sfarzo della nostra potenza, amore e magnificenza. Solo l’uomo, per cui tutte le cose furono create, deve restare come opera nostra imperfetta ed incompleta, senza lo scopo per cui fu creato, qual’è che il nostro Fiat avesse il suo regno in ciascuna creatura? E questo perché peccò e restò macchiato ed abbrutito, che lo rese come un’abitazione crollante, esposto ai ladri e nemici suoi? Come se la nostra Potenza fosse limitata e non avesse tutto il potere di fare ciò che vuole, come vuole, e quando vuole? Chi pensa che il regno della nostra Volontà non possa venire, mette in dubbio la stessa potenza suprema. Tutto possiamo, il volere ci può mancare, ma quando lo vogliamo il nostro potere è tanto, che ciò che vogliamo facciamo, non vi è cosa che può resistere innanzi alla nostra Potenza; quindi abbiamo potere di riabilitarlo, di renderlo più bello di prima e la sua abitazione crollante fortificarla e cementarla in modo da renderla più forte che non era, ed al soffio del nostro potere, rinchiudere nei cupi abissi i ladri e nemici suoi. Sicché l’uomo, per quanto scivolò da dentro la nostra Divina Volontà, non cessò d’essere opera nostra e sebbene si disordinò, la nostra potenza per decoro dell’opera nostra, che dev’essere perfetta e compiuta, come Noi la vogliamo, col suo potere metterà un limite ai suoi disordini, alle sue debolezze e gli dirà col suo impero: “Basta fin qui; rientra nell’ordine, prendi il tuo posto d’onore come opera degna del tuo Creatore”. Sono prodigi della nostra onnipotenza che opererà, cui non avrà forza di resistere, ma senza sforzo, spontaneo, alettato ed attratto da una forza suprema, da un amore invincibile. Non fu un prodigio della nostra potenza la Redenzione voluta dalla nostra Volontà, e del nostro amore, che sa vincere tutto, anche le ingratitudine più nere, le colpe più gravi e ricambiare in amore dove l’uomo ingrato lo ha offeso di più? Se si tratta dell’uomo, certo che non potrà rialzarsi con tutti gli aiuti della mia Redenzione, perché non è disposto a prenderli, molti non cessano d’essere peccatori, deboli, imbrattati delle colpe più gravi. Ma se si tratta della mia potenza, del mio amore, quando le due bilance straripano un pochino di più e lo toccano con Volontà di vincerlo, l’uomo si sentirà scosso ed atterrato in modo che risorgerà dal male nel bene e rientrerà nella nostra Volontà Divina da donde ne uscì, per prendere la sua eredità perduta. Sai dove sta il tutto? Il tutto sta se la nostra Volontà lo vuole e con decreti divini lo ha deciso; se questo c’è, tutto è fatto, ed è tanto vero questa decisione, che ci sono i fatti. Tu devi sapere che quando venni sulla terra, mentre facevo l’ufficio di Redentore, nel medesimo tempo tutto ciò che faceva la mia Santa Umanità, racchiudeva tanti atti di mia Volontà Divina come deposito da dare alla creatura, Io non avevo bisogno perché ero la stessa Divina Volontà. Quindi la mia Umanità faceva come una Madre tenerissima, racchiudeva in Sé tanti parti di mia Volontà per quanti atti faceva per darle alla luce e partorirli nel grembo degli atti delle creature, per formare, negli atti loro, il regno degli atti del mio Fiat. Onde sta come una Madre aspettando con un amore che la fa spasimare di dare alla luce questi suoi parti divini. L’altro fatto, che Io steso insegnai il Pater Noster, affinché tutti pregassero che venga il mio regno, affinché si faccia la mia Volontà come in Cielo così in terra. Se non dovesse venire sarebbe stato inutile insegnare una tale preghiera, ed Io cose inutili non ne so fare, e poi le tante verità manifestate sulla mia Divina Volontà, non dicono a chiare note che il suo regno verrà sulla terra, non per opera umana, ma per opera della nostra onnipotenza? Tutto è possibile quando Noi vogliamo, tanta facilità mettiamo nel fare le cose piccole, quanto nelle grandi, perché tutta la virtù e potenza sta nell’atto nostro, non nel bene che riceve l’atto della nostra potenza. Difatti quando stavo sulla terra, siccome in tutti gli atti miei correva la mia potenza, si rendeva potenti il tocco delle mie mani, l’impero della mia voce, e così di seguito, e con la stessa facilità chiamai a vita la fanciulla morta da poche ore, e con la stessa facilità chiamai a vita Lazzaro, morto da quattro giorni, il quale si era già corrotto e dava un fetore insopportabile; comandai che le togliessero le bende, e poi lo chiamai coll’impero della mia voce: “Lazzaro, viene fuori”. Alla mia voce imperante, Lazzaro risuscitò, la corruzione scomparve, il fetore cessò e ritornò sano e vegeto come se non fosse morto. Vero esempio come la mia potenza può far risorgere il regno del mio Fiat in mezzo alle creature, questo è un esempio palpabile e certo, come la mia potenza, ad onta che l’uomo è corrotto, il fetore delle sue colpe più che cadavere lo infetta, si può chiamare un povero bendato che ha bisogno dell’impero divino per sciogliersi dalle bende delle sue passioni, ma se l’impero della mia potenza lo investe e vuole, la sua corruzione non avrà più vita, e risorgerà sano e più bello di prima. Perciò si può dubitare che al più la mia Divina Volontà non lo volesse, perché non potessero meritare un tanto bene, ma che la mia potenza non lo potesse, questo non mai”.