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Messaggio del 17 dicembre 1985: Non importa che vi siano tanti che non credono che io sia venuta qui, ma è necessario che si convertano a mio figlio Gesù.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 30-15 Gennaio 30, 1932 La Divina Volontà spia, sentinella, Madre e Regina. Il suo soffio forma nell’anima il poggio d’amore per chiudere le sue verità. Estasi d’amore del Creatore, alimenti che da ai suoi doni.

(1) Stavo seguendo gli atti del Fiat Divino, e mi pareva che in ogni suo atto che io seguivo mi preparava il suo soffio d’amore, che conteneva in Sé e che sospirava di sprigionarlo da Sé, per farlo prigioniero nella povera anima mia, ed io sentendo il suo amore, da dentro il suo stesso amore sprigionavo il mio amore verso di chi tanto mi amava, e sospiravo il suo nuovo soffio d’amore, per dirgli con affetto più intenso: “Ti amo”. Mi pareva che è tanto il desiderio che la Divina Volontà vuol essere amata, che Essa stessa mette nell’anima la dose del suo amore per farsi amare, e poi aspetta l’amore della creatura per potergli dire: “Come sono contenta che mi ami”. Ma mentre ciò pensavo, il mio adorato Gesù, facendo la sua visitina mi ha detto:

(2) “Figlia mia, tu devi sapere che il nostro amore dà dell’incredibile. La nostra Divina Volontà è la spia della creatura, e va spiando quando essa è disposta a ricevere il suo soffio d’amore contenuto, perché Essa sa che la creatura non possiede una grande quantità d’amore divino, appena tiene la particella dell’amore infinito quando fu creata, e se questa non è stata alimentata, sta come il fuoco quando sta sotto alla cenere, che mentre il fuoco esiste, la cenere lo tiene coperto e represso, in modo che non fa sentire neppure il calore. Amore umano non ne vogliamo, e perciò la nostra Volontà Divina usa i suoi stratagemmi amorosi, spia le disposizioni e soffia, il suo soffio come leggero venticello mette in fuga la cenere che ha prodotto l’umano volere, la particella del nostro amore infinito si ravviva, si accende; il mio Voler Divino continua a soffiare, ed aggiunge altro amore divino, l’anima si sente svuotare, riscaldare, prova i refrigeri amorosi, e da dentro la particella dell’amore infinito che possiede ci ama, e ci dà come suo il nostro amore divino. Tu devi sapere che è tanto l’amore di questa mia Divina Volontà, che usa tutte le arti, la fa da spia e la soffia, le fa da Madre e la culla nelle sue braccia, le fa da sentinella e la vigila, le fa da Regina e la domina, le fa da Sole e la illumina, e si presta fino a servirla, e quando vuole deporre in te le sue conoscenze, le sue verità, anche una sua parola che fa, ti soffia tanto, che forma in te, prima, il suo poggio d’amore, di luce, per rinchiudere le sue verità dentro del poggio del suo amore e di luce che ha formato in te. Sicché affida le sue verità al suo stesso amore, alla sua luce, sapendo che solo il suo amore potrà tenere vero interesse di conservarle, di spronarti affinché non restano occultate. Oh! se non fosse per questo mio poggio d’amore che racchiude tutte le conoscenze del mio Fiat, quante cose avresti sepolto nell’anima tua, senza che nessuno ne sapesse nulla. Ecco la causa che prima che ti deve manifestare le sue verità, fa la faccendiera intorno a te, per prepararti, per metterti nuovo amore, per formare il nuovo poggio alle sue verità, e metterle al banco sicuro del suo amore divino. E se ti aspetto negli atti suoi con tanto amore, sono soliti pretesti nostri, occasione che andiamo cercando per trovare la virgola, il punto della creatura per darle nuovo amore, nuove grazie, ma molto più che vogliamo la sua compagnia, senza di chi vuol fare la nostra Volontà non sappiamo stare, già Essa stessa ce la porta fra le sue braccia negli atti nostri, affinché stia con Noi, e con tutto ciò che Noi facciamo”.

(3) Dopo di ciò seguivo il mio giro negli atti della Divina Volontà, e giunta al punto della Creazione dell’uomo, mi sono soffermato per essere come spettatrice con che amore l’Artefice Divino lo aveva creato. Ed il mio sommo Bene Gesù ha soggiunto:

(4) “Figlia piccola della mia Volontà, ai piccoli ci sentiamo portati a dire i nostri ineffabile ed infiniti segreti, vogliamo dire la nostra storia, molto più, che entra la sua origine in mezzo, per farle toccare con mano con quale amore è stata amata e riamata da Noi la sua piccolezza, perché essa era presente, già stava in Noi nell’atto della creazione dell’uomo, e questo per farla festeggiare e Noi festeggiare insieme l’atto solenne della sua creazione. Ora, tu devi sapere che il nostro Essere Supremo si trovò nell’atto di creare la creatura in una specie d’estasi profonda, il nostro amore rapì il nostro Essere Divino, il nostro amore ci rapì, ed il nostro Fiat si mise in atto d’operare con la sua virtù creatrice, e fu in questa estasi amorosa, che fu messo fuori di Noi, tutte le grazie, i doni, le virtù, le bellezze, le santità e così di seguito, con cui dovevano essere dotate ed arricchite tutte le creature. Il nostro amore non si contentò, se non quando mise in ordine, fuori di Noi, tutto ciò che doveva servire a tutti ed a ciascuna, tutte le diversità di santità e specialità di bellezze e doni per essere ciascuna il facsimile del suo Creatore. Queste doti e ricchezze sono già a disposizione di tutti, sicché ogni creatura nel nascere già tiene pronta la sua dote, che Iddio fin da che fu creato l’uomo, usciva da Sé per ciascuno. Ma quanti non la conoscono, né si avvalgono dei diritti che Dio l’ha dato, e mentre sono ricchi, fanno vita povera, e sono tanto lontani dalla vera santità, come se non fossero essere usciti da quel Dio tre volte santo, che non sa fare che creature sante, belle e felice, simile a Lui; ma non finiranno i secoli, né verrà ultimo dei giorni, se tutto ciò che abbiamo uscito nella nostra estasi d’amore non venga preso dalle creature, perché si può dire che è stato preso pochissimo di quel tanto che abbiamo messo a loro disposizione. Ma senti figlia buona un altro eccesso del nostro ardente amore: Nel mettere fuori di Noi le doti, le grazie, i doni, non le distaccammo da Noi; fuori di Noi, si, ma inseparabile da Noi, affinché la creatura prendendo i nostri doni, con la nostra inseparabilità ricevesse l’alimento continuo per alimentare i nostri doni, la nostra santità, la nostra bellezza, le nostre grazie; sicché, insieme coi nostri doni rendevamo la creatura stessa inseparabile da Noi, perché essa non tiene gli alimenti necessarie e santi per alimentare i doni nostri, e Noi ci esibiamo a dare doni ed alimenti per alimentare la nostra santità, le nostre grazie celesti. Sicché stiamo in atto continuo di stare insieme con essa per darle ora il cibo per alimentare la nostra santità, ora il cibo per alimentare la nostra fortezza, ora il cibo distinto per alimentare la nostra bellezza, insomma stiamo intorno a lei e sempre occupati a dare i diversi alimenti a ciascun dono che le abbiamo dato, e questo serve a conservare, crescere ed a coronare i doni nostri, ed insieme resta coronata la felice creatura coi nostri, e nei nostri stessi doni. Quindi, dare un dono alla creatura serve ad impegnarci con lei, non solo di alimentarlo, ma le diamo per pegno il nostro lavoro, la inseparabilità e la nostra stessa vita, perché se vogliamo la nostra somiglianza dobbiamo dare la nostra vita, per poter produrre la somiglianza nostra in essa, e questo lo facciamo volentieri, anzi il nostro amore ci ripete la nostra estasi, e ci fa dar tutto, per farci prendere la piccolezza della creatura, che è pur nostra, e che da Noi uscì. Da questo puoi comprendere quali sono le nostre premure, le nostre estasi d’amore, quando diamo non un dono, ma la nostra stessa Volontà per vita della creatura, alimentare i nostri doni è una cosa, alimentare la nostra Volontà è un’altra. Già la creatura in virtù di Essa ci rapisce continuamente a se, e Noi soffriamo continue estasi d’amore, ed in queste estasi non facciamo altro che sboccare amore a torrenti, mari di luce, grazie indescrivibile, nulla viene dato a misura, perché non solo dobbiamo alimentarla, ma dobbiamo tenerla corteggiata ed onorata con onori divini nella creatura. Perciò, figlia mia, sii attenta, e fa che da te nulla esce d’umano, per poter anche tu onorare con atti divini la mia Volontà in te”.