(1) Il mio seguire il Voler Divino continua, me lo sento sempre sopra di me, in atto di chiudersi negli atti miei per avere il contento di dirmi: “Il tuo atto è mio, perché dentro vi è la mia vita che l’ha formato”. Mi sembra che con una pazienza invitta, ma pazienza amorosa, dolce, amabile, che rapisce la povera anima mia osserva, numera quando debbo operare, muovere il passo ed altro, per chiudere la sua vita operante ed il muovere del suo passo nel mio, come se si volesse imprigionare nell’atto mio, sebbene resta immensa qual’è. Ma chi può dire ciò che provo e sento sotto l’impero della Divina Volontà? Sono sempre la piccola ignorantella che appena so dire a, bi, ci, della Divina Volontà. In molte cose mi mancano i vocaboli, e mentre la mia mente è piena, e chi sa quante cose vorrei dire; ma faccio per dire e non trovo le parole per esprimermi, e perciò passo avanti. Onde il mio dolce Gesù, sorprendendomi mi ha detto:
(2) “Figlia mia, la mia Volontà tiene modi sorprendenti e differenti d’agire, ed agisce a secondo le disposizione delle creature. Molte volte fa conoscere ciò che Essa vuole, ma lascia a disposizione delle creature il fare e non fare, e questa si chiama Volontà voluta. Altre volte, al volere aggiunge il comando, e dà doppie grazie per fare seguire il comando, e questo è di tutti i cristiani; il non far ciò significa non essere neppure cristiani. L’altro modo è operativo, scende nell’atto della creatura ed opera come se l’atto della creatura fosse atto suo, e perciò come atto suo vi mette la sua vita, la sua santità, la sua virtù operatrice; ma per giungere a questo, l’anima dev’essere abituata alla Volontà voluta e comandata, questa prepara il vuoto nell’atto umano per ricevere l’atto operante del Fiat Divino, ma non si arresta, l’atto operante chiama l’atto compiuto, e l’atto compiuto è l’atto più santo, più potente, più bello, più fulgido di luce che può fare la mia Volontà Divina, ed essendo suo atto compiuto, tutto ciò che ha fatto viene racchiuso in quest’atto, in modo che si vede scorrere e racchiuso in esso: Il cielo, il sole, le stelle, il mare, le beatitudine celesti, tutto e tutti”.
(3) Ed io come sorpresa: “Ma come può essere che un atto solo può racchiudere tutto? Sembra incredibile”.
(4) E Gesù ha soggiunto: “Come incredibile? Non può forse la mia Volontà far tutto e chiudere tutto, tanto nel grande quanto nel più piccolo atto? Tu devi sapere che negli atti compiuti di mia Volontà, entra l’inseparabilità di tutto ciò che ha fatto e farà, altrimenti non sarebbe un atto solo, ma starebbe soggetto a su cessione di atti, ciò che non può essere, né nel nostro Essere divino, né nella nostra Volontà, e poi la Creazione è un esempio palpabile: Tutte le cose create sono inseparabile tra loro, ma distinte l’una dall’altra, guarda il cielo, atto compiuto del Fiat, al di sopra fa da sgabello alla patria celeste, dove corrono tutte le felicità e gioie, occupato da tutti angeli e santi e formiamo il nostro trono. Quello stesso Cielo forma la volta azzurra sopra il capo delle creature, e nello stesso spazio si vedono moltitudine di stelle, ma non si stendono più in là del cielo. Più in basso c’è il sole, il vento, l’aria, il mare, ma sotto quello stesso spazio di cielo, e mentre ognuno fa il suo ufficio, è tanta la loro inseparabilità, che nel medesimo tempo e luogo, si sente e si vede che il sole dardeggia con la sua luce, il vento fischia e getta i suoi aliti refrigeranti, l’aria si fa respirare, il mare fa sentire il suo mormorio, pare che sono fusi insieme, tanto è la loro inseparabilità; tanto, che la creatura nel medesimo tempo e luogo può godere il cielo, il sole, il vento, il mare, la terra fiorita. Gli atti compiuti dalla mia Divina Volontà non sono soggetti a separarsi, perché dalla Volontà unica da dove sono usciti, sono usciti con la forza e potenza unitiva, perciò non è meraviglia se negli atti compiuti che fa nella creatura tutto racchiude, e si vede delineato come se si potesse vedere dentro d’un vetro tutte le opere sue, mentre ogni cosa sta al suo posto, ma vi riflettano con una potenza mirabile nell’atto compiuto della mia Volontà nell’atto della creatura. E’ questa la ragione che tra un atto compiuto di mia Volontà, tanto nella creatura quanto fuori di essa, è tanto il valore, che per quanto diamo restiamo sempre da dare, perché non tiene la capacità di prendere tutto il valore che contiene. Si riempie fino all’orlo, straripa fuori, si forma i mari intorno, e che cosa ha preso? Si può dire pochissimo, perché quest’atto racchiude l’infinito e la creatura è incapace di prendere il valore d’un atto infinito del mio Fiat Divino; sarebbe più facile che racchiudesse tutta la luce del sole nel breve giro della sua pupilla, ma ciò che pure è impossibile, può riempirsi l’occhio di luce, ma quanti mari di luce non restano fuori della sua pupilla, perché? Perché c’è un Fiat Divino in quel sole, per cui tutte le pupille non li è dato racchiudere; prenderanno quanta luce vogliano, ma esaurirla, giammai, terranno sempre da prendere; vera immagine d’un atto compiuto della mia Volontà nella creatura. Perciò sii attenta e fa che Essa sia la sua vita negli atti tuoi”.