MaM
Messaggio del 28 marzo 1988: Pregate il più possibile prima di Pasqua. In questa settimana pregate tutti i giorni due ore davanti alla croce.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 30-6 Dicembre 8, 1931 La Regina del Cielo ritiratrice degli atti buoni delle creature. nei suoi mari di grazie. L’immutabilità di Dio e la mutabilità della creatura.

(1) Seguo il mio abbandono nel Fiat Divino, le sue dolci catene mi stringono tanto, ma non per togliermi la libertà, no, no, ma per rendermi più libera nei campi divini e per tenermi difesa da tutti e da tutto, sicché io mi sento più sicura incatenata dalla Divina Volontà. E mentre faceva i miei atti in Essa, sentivo il bisogno della mia Mamma Celeste, che mi aiutasse e che sostenesse i miei piccoli atti, affinché potessero incontrare il compiacimento ed il sorriso divino. Ed il Celeste Consolatore che nulla sa negarmi quando si tratta di piacergli, visitando la povera anima mia mi ha detto:

(2) “Figlia mia, la nostra Mamma Celeste tiene il primato su tutti gli atti buoni delle creature. Essa, come Regina, tiene il mandato ed il diritto di fare la ritirata di tutti gli atti di essi negli atti suoi. E’ tanto il suo amore di Regina e di Madre, che come la creatura si dispone a formare il suo atto d’amore, così dall’altezza del suo trono fa scendere un raggio del suo amore, investe e circonda l’atto d’amore di essi per mettervi del suo come primo amore, e come viene formato, così lo risale nel suo stesso raggio d’amore nella sorgente del suo amore e dice al suo Creatore: “Maestà adorabile, nel mio amore che sempre sorge per Te, vi è l’amore dei figli miei fuso nel mio, che Io, con diritto di Regina, ho ritirato nel mio mare d’amore, affinché possa trovare nel mio l’amore di tutte le creature”. Se adorano, se pregano, se riparano, se soffrono, scendono: il raggio dell’adorazione dall’altezza del suo trono, il raggio della sua preghiera, il raggio della sua riparazione, spicca il raggio vivificante da dentro il mare dei suoi dolori, ed investe e circonda l’adorazione, la preghiera, la riparazione, le sofferenze delle creature, e quando lo hanno fatto e formato l’atto, lo stesso raggio di luce li risale fino al suo trono e si fondono nella sorgente dei mari dell’adorazione, della preghiera, della riparazione, dei dolori della Mamma Celeste, e ripete: “Maestà Santissima, la mia adorazione si stende in tutte le adorazioni delle creature, la mia preghiera prega nella preghiera di esse, ripara con le loro riparazione e come Madre, i miei dolori investono e circondano le loro pene, non mi sentirò Regina se non corro e metto il mio atto primo sopra di tutti gli atti di essi, né gusterò le dolcezze di Madre se non corro per circondare, aiutare, supplire, abbellire, fortificare tutti gli atti delle creature, e così poter dire: “Gli atti dei figli miei sono uno coi miei, li tengo in mio potere presso Dio per difenderli, aiutarli e come pegno sicuro che mi raggiungeranno in Cielo”.

(3) Quindi figlia mia, tu non sei mai sola negli atti tuoi, hai la Mamma Celeste insieme con te, che non solo ti circonda, ma con la sua luce delle sue virtù alimenta l’atto tuo per dargli la vita, perché tu devi sapere che la Sovrana Regina, fin dal suo Immacolato Concepimento, fu la prima e sola creatura che formò l’anello di congiunzione tra il Creatore e la creatura, spezzato da Adamo. Lei accettò il divin mandato di vincolare Dio e gli uomini, e li vincolava coi suoi atti primi di fedeltà, di sacrificio, di eroismo, di far morire la sua volontà in ogni suo atto, non una volta, ma sempre, per far rivivere quella di Dio. Da ciò scaturiva una sorgente d’amore divino che cimentava Dio e l’uomo e tutti gli atti loro, sicché i suoi atti, il suo amore materno, il suo dominio di Regina, sono cemento che corrono, che cementano gli atti delle creature per renderli inseparabile dai suoi, menoché qualcuno ingrato rifiuti di ricevere il cemento dell’amore della Mamma sua. Quindi, tu dev’essere convita che intorno alla tua pazienza c’è la pazienza della Mamma Regina, che circonda, sostiene ed alimenta la tua intorno alle tue pene; ti circondano i suoi dolori che sostengono ed alimentano come olio balsamico la durezza delle tue pene, insomma, in tutto. Lei è la Regina faccendiera che non sa stare in ozio sul suo trono di gloria, ma scende, corre come Madre negli atti e bisogni dei figli suoi. Perciò ringraziala delle tante sue premure materne, e ringrazia Iddio che ha dato a tutte le generazioni una Madre sì santa, amabile e che ama tanto, che giunge a fare la ritiratrice di tutti gli atti loro per coprirli coi suoi e per supplire a ciò che in essi manca di bello e di buono”.

(4) Onde continuavo il mio solito giro nelle cose create, per seguire ciò che aveva fatto la Divina Volontà in essa, ed oh! come mi sembrava bella ed incantevole, ogni qual volta vi giro in essa trovo le sorprese che mi rapiscono, novità che prima non avevo capito, l’antico ed il nuovo amore di Dio che mai si muta. Ma mentre la mia mente si spaziava negli orizzonti della Creazione, il mio amabile Gesù, sorprendendomi ha soggiunto:

(5) “Mia piccola figlia del mio Volere, come sono belle le opere nostre, non e vero? Tutto è sodezza, equilibrio perfetto, immutabilità che non è soggetta a cambiarsi né può mutarsi. Vedi dunque la Creazione, tutta dice e rivela il nostro Essere Divino, la nostra sodezza nelle opere nostre, il nostro equilibrio è universale in tutte le cose, e per quante cose piacevole e dispiacevole possono succedere, l’immutabilità nostra sta sempre al suo posto d’onore. Nulla abbiamo cambiato dal come fu creata, e se la creatura vede e sente tanti molteplici cambiamenti, è lei che si cambia, si muta ad ogni circostanza e siccome è dentro e fuori di lei il cambiarsi, sente come se le opere nostre si cambiano per lei, sono i suoi cambiamenti che la circondano che hanno forza di allontanarla dalla nostra immutabilità. Tutto è continuato ed equilibrato in Noi. Ciò che facemmo nella Creazione continua ancora, e siccome tutto fu fatto per chi doveva vivere di Volontà nostra, come la creatura si mette in ordine con Essa, la nostra opera creatrice svolge il suo atto continuato in lei, e sente la vita della nostra immutabilità, il perfetto equilibrio delle nostre opere, il nostro amore che l’ama sempre senza mai cessare. Dove troviamo la nostra Volontà continuiamo l’opera della nostra Creazione, non perché la nostra viene interrotta, perché non si fa la nostra Volontà, no, no, non c’è pericolo, è perché manca in essi la causa perché furono creati, qual’è di fare la nostra Volontà, e quindi non hanno occhi per guardare il nostro perfetto equilibrio, che sta sopra di loro per equilibrare le loro opere e renderli immutabile insieme con la nostra immutabilità, né orecchie per sentire che cosa dicono le opere nostre, né mani per toccarle e ricevere il nostro amore continuato che le porgiamo, perciò loro stessi si fanno come estranei della casa del loro Padre Celeste, ed i nostri atti continuano, fanno il loro corso, ma per essi restano come sospesi e senza effetti”.