MaM
Messaggio del 13 gennaio 1984:«La Messa è la forma più alta di preghiera. Non riuscirete mai a capirne la grandezza. Perciò siate umili e rispettosi durante la celebrazione e preparatevi a essa con molta cura. Vi raccomando di partecipare tutti i giorni alla Messa».

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 30-4 Novembre 29, 1931 Slancio ed impero degli atti fatti nella Divina Volontà. Scambio di vita tra Creatore e creatura. Dolce mormorio nell’Essere divino.

(1) Sento il santo dovere, la forza irresistibile, la necessità estrema di vivere nella mia abitazione datomi dal mio celeste Gesù, cioè della sua adorabile Volontà, e se qualche volta faccio delle piccole uscite, oh! quanto mi costano, sento che tutti i mali mi piombano addosso e sentendo il gran contrasto che c’è tra il vivere nella mia cara abitazione dove l’amato Gesù mi ha dato il mio posto, e fuori di essa, me ne scappo a prendere il mio posto da Lui assegnatomi, e benedico Colui che mi ha dato un’abitazione così felice e mi ha dato il gran bene di farmi conoscere la sua Santissima Volontà.

(2) Ma mentre la mia piccola intelligenza valicava il gran mare del Fiat Supremo, l’amato mio Bene Gesù si ha fatto sentire nella povera anima mia, e mi ha detto:

(3) “Figlia mia, stare nella abitazione della mia Divina Volontà è stare al suo posto d’onore, datogli da Dio quando la creatura fu messa fuori alla luce del giorno, e chi si sta al suo posto, Dio non gli fa mancare nulla, né santità, né luce, né forza, né amore. Anzi, mette a disposizione della creatura quello che vuol prendere da dentro la sorgente divina. Sicché vive nell’abbondanza di tutti i beni, tutti gli atti fatti nella Divina Volontà hanno la virtù operativa di Dio, il quale si sente, dalla sua stessa potenza, tirato ad operare nell’atto della creatura, e perciò questi atti hanno virtù di slanciarsi con tale impeto ed impero nello stesso mare della Divina Volontà, per muoverla e metterla in attitudine di raddoppiare la sua gloria e farla operare nuova bontà, nuova misericordia, nuovo amore e luce verso tutte le creature, sicché coi suoi atti, non fa altro che girare il motore divino per farlo operare. E’ vero che da Noi stessi siamo moto continuo che produce opere incessante, ma è pur vero che col fare essa i suoi atti nel nostro Volere, entra in questo moto, vi mette del suo ed il nostro moto si sente girare e muovere dalla creatura, per produrre le nostre opere, sentiamo il suo atto immediato con tutte le opere nostre. Quindi, sentirla insieme con Noi, coi atti nostri, è la gloria e la felicità più grande che possiamo ricevere. Ti par poco che diamo ad essa virtù di muovere tutto il nostro Essere divino? E siccome godiamo purché sta al suo posto, le facciamo fare quello che vuole perché sappiamo certo che non farà se non ciò che vogliamo Noi. Tutto al contrario per chi vive di volontà umana, i suoi atti non hanno potere divino, sono senza slancio, restano nel basso e molte volte amareggiano il loro Creatore”.

(4) Dopo di ciò dicevo tra Me: “Oh! come vorrei dare al mio Gesù, per attestargli il mio amore, tante vite per quanti atti io faccio”. Ed il mio Gesù ha soggiunto:

(5) “Figlia mia, tu devi sapere che in ogni cosa che fa la creatura, diamo l’atto di vita che esce da Noi, se pensa, le diamo la vita del pensiero della nostra intelligenza; se parla, le diamo nella sua voce la vita della nostra parola; se opera, corre la vita delle nostre opere nella sua; se cammina diamo la vita dei nostri passi nei suoi; vedi, sono due atti di vita che devono concorrere in ciascun atto di creatura: Primo, l’atto di vita divina, e immediatamente l’atto di essa. Ora, se in tutte le cose che fa, le fa per amor di chi gli dà la vita, si forma una scambio di vita; vita diamo e vita riceviamo. E per quanto c’è gran differenza tra gli atti di vita nostra e quelli della creatura, però restiamo glorificati ed appagati, perché quello ci può dare e quello ci dà, molto più, che tutti gli atti fatti da essa per darci lo scambio di vita, restano non fuori di Noi, ma dentro di Noi, come attestati di vita perenne della creatura. Sentiamo lo scambio della sua vita alla vita che le abbiamo dato nel nostro Essere Divino, il nostro Volere e il nostro amore ci porta il dolce mormorio della vita dei suoi pensieri nella nostra intelligenza, il soave mormorio della sua parola nella nostra voce, le sue opere mormorano dolcemente nelle nostre opere, ed il calpestio dei suoi passi, come camminano così mormorano amore ed attestati di vita al mio Creatore. E Noi, nella nostra enfasi d’amore diciamo: “Chi è che mormora nel nostro Essere Divino con la vita degli atti suoi? Chi sta nel nostro Volere ed opera per puro amor nostro”. Ma qual non è il nostro dolore quando diamo vita agli atti della creatura e nulla riceviamo, questi suoi atti restano fuori di Noi e come dispersi, perché manca la corrente del nostro Volere e del nostro amore che ce li porta, e questi atti, la maggior parte portano il suggello dell’offesa a chi gli ha dato la vita. Oh! se le creature comprendessero con chiarezza che significa fare la loro volontà, ne morirebbero di pena nel comprendere il gran male in cui si precipitano ed il gran bene che perdono con non fare la nostra Volontà Divina. Sii attenta figlia mia, se non vuoi perdere gli occhi dell’anima, qual’è la mia Volontà, e perduti questi, tu stessa non comprenderai la tua somma sventura, come non la comprendono tant’altre creature che si giocano la Divina Volontà per fare la propria; ma per far che? Per rendersi infelice”.