MaM
Messaggio del 25 dicembre 2003:Cari figli, anche oggi vi benedico tutti con il mio Figlio Gesù in braccio e vi porto Lui che è il Re della Pace, affinchè vi doni la sua pace. Sono con voi e vi amo tutti, figlioli. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 29-44 Ottobre 26, 1931 Gli atti buoni fatti nella Divina Volontà si cambiano in luce. Effetti mirabili dell’abbandono nelle braccia di Gesù. Chi si fa dominare dalla Divina Volontà diventa popolo del suo regno.

(1) Sono sempre nelle braccia della Divina Volontà, la quale forma il suo giorno di luce nella piccola anima mia, e sebbene qualche nube si affaccia in questo giorno, la potenza della sua luce la fissa, e la nube vedendosi fissata, scappa, si dilegua, e par che dica: “Si vede che non c’è posto per me in questo giorno che forma la Volontà Divina nella creatura”. Ed Essa pare che le risponde: “Dove ci sono Io, non vi è posto per nessuna, perché della creatura voglio farne un’atto solo di mia Volontà, la quale non ammette alcunché che a Me non appartiene”. Oh! Volontà Divina, quanto sei ammirabile, potente ed amabile, e sommamente gelosa dove tu regni, deh! mettimi sempre in fuga le mie miserie, le debolezze, le nubi della mia volontà, affinché il mio giorno sia sempre perenne, ed il cielo della mia piccola anima sia sempre sereno. Ma mentre ciò pensavo il mio amabile Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, il bene è luce, e se questo bene si fa nella mia Divina Volontà, si formano tanti raggi per quanti atti buoni si fanno, ed il mio Fiat fissa questi raggi di luce nella circonferenza della sua luce eterna. Sicché questi atti prendono posto negli atti nostri e fanno doppio ufficio, di lode, di adorazioni, d’amore perenne verso la nostra Maestà adorabile, e di difesa, di misericordia, di aiuto, di luce verso l’uman genero, a seconda le circostanze in cui si trova. Invece se gli atti buoni non sono fatti nella mia Volontà e con la sua potenza, per quanto sono luce, non hanno la forza d’allungarsi per fissarsi nella circonferenza della nostra luce, e restano senza sostegni e come raggi spezzati, e quindi non hanno vita perenne, e mancando la fonte della luce c’è pericolo che a poco a poco si smorzano”.

(3) Dopo di ciò seguendo il mio abbandono nel Volere Divino, mi sentivo tutta afflitta per la privazione del mio dolce Gesù, la sua privazione è come un martello che sempre batte per rincrudire maggiormente il dolore, e allora cessa di battere quando l’Ospite Divino esce dal suo nascondiglio per fare la sua visitina alla sua amata creatura, la sua dolce presenza, il suo tratto amabile fa risorgere dallo stesso dolore la gioia, ed il martello cessa il suo lavorio crudele; ma non appena il Celeste Visitatore si ritira, incomincia il suo battere di nuovo, e la mia povera anima si sente tutt’occhio, tutt’orecchie, chi sa potesse vederlo e sentirlo di nuovo, ed ansiosa aspetta e riaspetta Colui che avendomi ferita, Lui solo tiene il potere di rimarginare la ferita che mi ha fatto, ahimè! troppo dolorosa. Ma mentre sfogavo il mio dolore, il mio dolce Gesù è ritornato ed abbracciando la povera anima mia mi ha detto:

(4) “Figlia, sono qui, abbandonati nelle mie braccia e riposati in Me, il tuo abbandono in Me chiama il mio abbandono in te e forma il mio dolce riposo nell’anima tua. L’abbandono in Me forma la dolce e potente catena che mi lega tanto all’anima, che non posso svincolarmi da essa, fino a rendermi il suo caro e dolce prigioniero. L’abbandono in Me partorisce la vera fiducia, ed essa ha fiducia di Me, ed Io ho fiducia di lei, ho fiducia nel suo amore che non verrà mai meno, ho fiducia nei suoi sacrifici che non mi rifiuterà mai nulla di ciò che voglio, e ho tutta la fiducia che posso compiere i miei disegni. L’abbandono in Me dice che mi dà libertà e sono libero di fare ciò che Io voglio, ed Io affidandomi a lei le manifesto i miei più intimi segreti. Perciò figlia mia, ti voglio tutta abbandonata nelle mie braccia, e quanto più abbandonata in Me, più sentirai il mio abbandono in te”.

(5) Ed io: “Amor mio, come posso abbandonarmi in te se mi sfuggi? ” E Gesù ha soggiunto:

(6) “L’abbandono allora è perfetto quando vedendomi sfuggire ti abbandoni di più, questo non mi dà campo a farmi sfuggire, anzi mi lega di più”.

(7) Poi ha soggiunto: “Figlia mia, la vita, la santità, consiste in due atti: Dio a dare la sua Volontà, e la creatura a riceverla, e dopo che ha formato la vita in sé di quell’atto di Volontà Divina che ha ricevuto, ridarlo di nuovo come atto di sua volontà, per riceverla di nuovo, dare e ricevere, ricevere e dare, in questo sta tutto. Dio non potrebbe dare di più del suo atto continuato di sua Volontà alla creatura; la creatura non potrebbe dare di più a Dio, per quanto a creatura è possibile, la sua Volontà Divina ricevuta in essa come formazione di Vita Divina. In questo modo, dare e ricevere, ricevere e dare, il mio Fiat Divino prende il dominio e vi forma il suo regno, e tutto l’interno della creatura forma come il popolo del regno della Divina Volontà: L’intelligenza, popolo fedele che si gloria d’essere diretta dal Sovrano Commendante del Fiat Divino, e la folla dei pensieri che si stringono intorno e ambiscono di conoscere sempre più e di amare il gran Re che vi siede come in trono nel centro dell’intelligenza della creatura; i desideri, gli affetti, i palpiti che si sprigionano dal cuore, aumentano il numero al popolo del mio regno, ed oh! come si affollano intorno al suo trono, stanno tutti sull’attenti per ricevere gli ordini divini e metterci anche la vita per eseguirli; che popolo ubbidiente, ordinato, è il popolo del regno del mio Fiat, non ci sono contese, non dispareri, ma tutta questa folla di popolo dell’interno di questa fortunata creatura vogliono una sola cosa, e come esercito agguerrito si mettono nelle fortezze del regno del mio Voler Divino. Onde quando l’interno della creatura diventa tutto popolo mio, sbuca fuori dell’interno e aumenta il popolo delle parole, il popolo delle opere, dei passi, si può dire che ciascun atto che forma questo popolo celeste, contiene la parola d’ordine scritta a caratteri d’oro: “Volontà di Dio”. E quando questa folla di popolo si muovono per esercitare ciascuno il suo ufficio, mettono avanti la bandiera col motto Fiat, seguita dalle parole scritte di viva luce: “Apparteniamo al gran Re del Fiat Supremo”. Vedi dunque, ogni creatura che si fa dominare dal mio Volere forma un popolo per il regno di Dio”.