MaM
Messaggio del 20 febbraio 2015:Cari figli! Oggi vi invito a pregare per la pace, la pace è in pericolo, pregate di più, pregate col cuore! La Madre prega con voi ed intercedo presso mio Figlio per tutti voi. Grazie cari figli perchè anche oggi avete risposto alla mia chiamata.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 29-39 Settembre 29, 1931 Crescenza della creatura innanzi alla Maestà Divina. Il vivere nella Divina Volontà è dono che Dio farà alla creatura.

(1) Stavo facendo il mio giro nella Divina Volontà per seguire i tanti suoi atti fatti per amor nostro, e giunta nell’Eden mi sono fermata in quell’atto in cui Dio creava l’uomo; che momenti solenni, che foga d’amore! Sicché quell’atto si può chiamare un’atto purissimo, completo, sostanzioso, non mai interrotto d’amor divino. Quindi l’uomo fu formato, ebbe principio, nacque, nell’Amore del suo Creatore, era giusto che doveva crescere come impastato e alitato, come una fiammella, dal soffio di chi tanto l’amava. Ma mentre ciò pensavo, il mio dolcissimo Gesù, visitando la piccola anima mia mi ha detto:

(2) “Figlia mia, la Creazione dell’uomo non fu altro che uno sbocco del nostro Amore, ma tanto, che non lo potette ricevere tutto dentro di sé, non avendo capacità di poter chiudere nel suo interno un’atto di Colui che l’usciva alla luce. Onde il nostro atto rimaneva dentro e fuori di lui, affinché le potesse servire di alimento per poter crescere innanzi a Colui che con tanto amore lo aveva creato e che tanto l’amava. E siccome non fu il solo nostro Amore che sboccò nel creare l’uomo, ma tutte le nostre qualità divine, quindi sboccò la potenza, la bontà, la sapienza, la bellezza, e così di seguito, perciò il nostro Amore non si contentò d’amarlo, ma sboccando tutte le nostre qualità divine, restava la mensa sempre preparata e a disposizione dell’uomo, che ogni qualvolta il volesse potesse venire a sedersi a questa mensa celeste per alimentarsi della nostra Bontà, Potenza, Bellezza, Amore e Sapienza, e così crescere innanzi a Noi con le nostre stesse qualità divine, col modello della nostra somiglianza, e ogni qual volta veniva alla nostra presenza per prendere i nostri sorsi delle nostre qualità divine, Noi dovevamo cullarlo sulle nostre ginocchia per fargli prendere riposo, e fargli digerire ciò che aveva preso, affinché potesse di nuovo alimentarsi dei nostri sbocchi divini per formare la sua crescenza completa di bontà, di potenza, di santità, di bellezza, come il nostro Amore lo desiderava ed il nostro Volere lo voleva. Noi, quando facciamo un’opera è tanto il nostro amore che tutto diamo e prepariamo, affinché nulla manchi alla nostra opera creatrice; facciamo opere compiute, non mai a metà, e se qualche cosa pare che manca, è la parte della creatura che non prende tutto ciò che Noi abbiamo messo fuori per suo bene e per gloria nostra”.

(3) Onde continuavo a pensare alla Divina Volontà, ed il mio amato Gesù ha soggiunto:

(4) “Figlia mia, il vivere nella mia Volontà è un dono che facciamo alla creatura, dono grande che supera in valore, in santità, in bellezza ed in felicità tutti gli altri doni, in modo infinito ed inarrivabile. Quando facciamo questo dono sì grande, non facciamo altro che aprire le porte per farla posseditrice dei nostri possedimenti divini, luogo dove non più hanno vita le passioni, i pericoli, né nessun nemico le può nuocere o fargli del male; questo dono conferma la creatura nel bene, nell’amore, nella stessa Vita del suo Creatore, ed il Creatore resta confermato nella creatura, quindi succede l’inseparabilità tra l’uno e l’altro; con questo dono la creatura si sentirà cambiata la sua sorte: Da povera ricca; da malata, perfettamente guarita; da infelice, si sentirà che tutte le cose si cambiano per lei in felicità. Vivere nella nostra Volontà come dono, c’è gran differenza dal farla, quello è premio e nostra decisione di vincere la creatura, con una forza invincibile ed irresistibile, riempire la volontà umana con la nostra in modo sensibile, in modo che toccherà con mano e con chiarezza il gran bene che le viene, che solo un pazzo potrebbe sfuggire da un tanto bene, perché finché l’anima è viatrice, non si chiudono le porte dietro del dono, ma vi restano aperte affinché liberamente, non forzata, possa vivere nel nostro dono; molto più che questo dono non lo farà la nostra Volontà per necessità, ma perché l’ama ed è tutta sua. Invece il fare la nostra Volontà non è premio, ma dovere e necessità, che volere o non volere deve sottoporsi, e le cose che si fanno per dovere e per necessità, se si possono sfuggire si sfuggono, perché in esse non entra l’amore spontaneo che fa amare e riconoscere la nostra Volontà come degna d’essere amata e conosciuta, la necessità nasconde il suo bene che contiene, e fa sentire il peso del sacrificio e del dovere. Invece il vivere nel nostro Volere non è sacrificio ma conquista, non è dovere ma amore, sente nel nostro dono sé stessa sperduta in Esso, e l’ama non solo come Volontà nostra, ma anche perché è esclusivamente sua, e non dandole il primo posto, il regime, il dominio, non amerebbe sé stessa.

(5) Ora figlia mia, è questo che vogliamo dare alle creature, la nostra Volontà come dono, perché guardandola e possedendola come cosa propria, riuscirà facile a farla formare il suo regno. Questo dono fu dato all’uomo nell’eden, ed ingrato ce lo respinse, ma Noi non mutammo Volontà, lo teniamo a riserva, e ciò che uno ci respinge, con grazie più sorprendenti lo teniamo preparato per darlo agli altri, né badiamo al tempo, perché i secoli per Noi sono come un punto solo. Però ci vogliono grandi preparazioni da parte delle creature, conoscere il gran bene del dono per sospirarlo, ma tempo verrà che la nostra Volontà sarà posseduta come dono dalla creatura”.