MaM
Messaggio del 25 novembre 1992: Cari figli, oggi come mai vi invito a pregare. La vostra vita diventi in pienezza la preghiera. Senza amore non potete pregare. Perciò vi invito per prima cosa ad amare Dio, Creatore della vostra vita e dopo riconoscerete ed amerete Dio in tutti, come Lui ama voi. Cari figli, questo è grazia: che Io sono con voi. Perciò accettate e vivete i miei messaggi per il vostro bene. Io vi amo e perciò sono con voi per insegnarvi e condurvi verso una nuova vita di rinuncia e di conversione. Solo così scoprirete Dio e tutto quello che adesso vi è lontano. Perciò pregate, figlioli. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 29-19 Maggio 31, 1931 La felicità di Gesù è trovare la sua creatura nella Divina Volontà. Dio si tuffa nella creatura ed essa in Dio. La piccola casetta di Nazaret.

(1) Il mio abbandono nel Voler Divino continua, e la mia povera mente ora si ferma ad un punto e ora ad un’altro, come se volesse prendere riposo in ciascun effetto della Divina Volontà, che sebbene il suo atto è uno, i suoi effetti sono innumerevoli, tanto che io non giungo mai a ritrovarli tutti, molto meno a comprenderli, e perciò vedendo che non mi è dato di abbracciarli tutti, essendo troppo piccola mi fermo in uno dei suoi effetti per godermelo e riposarmi. Ed il mio dolce Gesù che prende tanto piacere nel trovarmi nella sua adorabile Volontà, fermata per respirarla come vita mi ha detto:

(2) “Figlia mia, come mi è dolce trovarti nella mia Divina Volontà, e non di quelle creature che si trovano in Essa forzate, per necessità e perché non ne possono farne a meno, e mentre stano in Essa non la conoscono, né l’amano, né l’apprezzano; ma trovando te, ti trovo volontariamente, la conosci e ami, e giungi fino a trovare il tuo dolce riposo, mi sento tanto tirato verso di te; molto più che la stessa Potenza della mia Volontà s’impone sul tuo Gesù a svelarmi, ed Io non so negarle nulla, perché potrei dire che l’unica felicità che mi viene dalla terra è trovare la creatura nella mia Divina Volontà, e quando la trovo voglio contraccambiarla della felicità che mi dà, prima col renderla felice, e poi col prepararla e disporla a fare un’atto nella mia Volontà, ne preparo lo spazio, perché è tanta la grandezza, la santità, la potenza che contiene un’atto fatto in Essa, che la creatura non potrebbe contenerlo se Io non le desse la capacità. Perciò per chi vive nel mio Volere è inseparabile da Me, perché mentre ha fatto un’atto devo prepararla per l’altro atto, molto più che Io non lascio mai la creatura ad un punto, ma la faccio crescere sempre fino a poter dire: “Non ho più che darle, sono contento ché l’ho dato tutto”. Perché tu devi sapere che ogniqualvolta la creatura fa un’atto nella mia Divina Volontà, si tuffa in Essa e Dio si tuffa nella creatura, onde nel tuffarsi a vicenda Dio comunica il suo atto nuovo non mai interrotto, e la volontà umana resta in balia della Volontà Divina e sente nuovo amore, nuova potenza, nuova freschezza, con tutti i refrigeri divini, in modo che in ogni atto si sente rinascere nuovamente nella Vita Divina, senza perdere ciò che ha ricevuto negli altri atti acquista ed incorpora in sé la nuova Vita che l’è stata comunicata, tanto che si sente crescere, alimentare con nuova crescenza e con cibi nuovi. Onde chi vive nella nostra Volontà acquista sempre nuove conoscenze del suo Creatore, e la nuova conoscenza le porta la corrente del continuo atto nuovo che Dio possiede. Non vedi tu il cielo, le stelle, il sole, vedi forse qualche cambiamento in essi? Oppure dopo tanti secoli non sono sempre freschi, belli, nuovi, come furono creati? E perché? Perché stanno sotto l’impero della forza creatrice del nostro Fiat che le creò, e rimasse in esse come vita perenne. Perciò la permanenza della mia Volontà nella creatura, produce col suo impero dominante vita nuova di pazienza, di preghiera, di pace, di sacrificio e di gioie infinite. Qual è la mia Volontà, tale vuol rendere chi vive in Essa”.

(3) Onde continuavo a pensare al Voler Divino, ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:

(4) “Figlia mia, quando la mia Divina Volontà emette un’atto, Essa non lo ritira giammai, anzi si fa vita perenne dell’atto suo. La stessa Creazione lo dice, col fare continuamente quegli atti che il mio Volere mise in esse nel crearle, le cose create si possono chiamare le ripetitrici degli atti della mia Divina Volontà, il cielo sta sempre disteso, non si ritira mai da nessun punto, e con lo stare sempre disteso fa sempre ripetuti atti di Volontà Divina; il sole dà sempre luce ed è tutto affaccendato nel compiere gli innumerevoli atti di Volontà Divina che le vennero affidati nella sua luce, e come dà il colore ed il profumo a ciascun fiore, la molteplice dolcezza e sapore ai frutti, lo sviluppo alle piante, la luce ed il calore a ciascuna creatura, e tant’altri atti che fa, tant’atti di mia Volontà va compiendo, pare che fa il suo corso con tutta maestà imperante nel compiere tanti atti affidategli, vero simbolo del modo maestoso ed imperante della mia Volontà. Il mare come mormora, l’acqua come si dà alle creature, la terra come verdeggia e produce piante e fiori, tanti molteplici atti di mia Volontà compiono, Essa è la motrice di tutto e tiene tutta la Creazione in atto di far compiere la sua Volontà, e perciò sono tutti felici, non perdono mai il loro posto d’onore né sono soggetti a morire, perché la mia Volontà operante nelle cose create le dà vita perenne. Solo la creatura, chi doveva più sfoggiare nel fare un continuato atto di mia Volontà, è la sola che esce dal motore di Essa e giunge fino a mettersi contro d’un Volere sì Santo, che dolore! e qual conto non mi darà? ”

(5) Il mio dolce Gesù ha fatto silenzio, e ritirandosi mi ha lasciata nella luce della sua Volontà, ed oh! quante cose comprendevo; ma chi può dirle tutte? Molto più che in Essa si parla di vocaboli celesti, e nel trovarmi in me stessa devo adattare i vocaboli celesti agli umani, e temendo di fare un imbroglio, mi contento di passare avanti, sperando che se Gesù vuole si adatterà a parlare coi vocaboli del basso mondo. Dopo di ciò continuavo i miei atti nel Fiat Divino, e la mia povera mente si è fermata nella piccola casa di Nazaret, dove la Regina del Cielo, il Celeste Re Gesù, e San Giuseppe stavano in possesso e vivevano nel regno della Divina Volontà. Sicché questo regno non è estraneo alla terra, la casa di Nazaret, la piccola famiglia che viveva in Essa, appartenevano a questo regno e lo tenevano in pieno vigore; ma mentre ciò pensavo, il mio gran Re Gesù mi ha detto:

(6) “Figlia mia, certo che il regno della mia Divina Volontà ha esistito sulla terra, e perciò c’è la speranza certa che ritorni di nuovo nel suo pieno vigore; la nostra casa di Nazaret era il vero suo regno, però eravamo senza popoli. Ora tu devi sapere che ogni creatura è un regno, quindi chi fa regnare la mia Volontà in essa si può chiamare un piccolo regno del Fiat Supremo, onde è una piccola casetta di Nazaret che teniamo sulla terra, e per quanto piccola, stando in essa la nostra Volontà regnante, il Cielo non è chiuso per lei, osserva le stesse leggi della patria celeste, ama dello stesso amore, si ciba degli alimenti di lassù, ed è incorporato nel regno delle nostre regioni interminabili. Ora per formare il gran regno della nostra Volontà sulla terra, faremmo primo le tante piccole casette di Nazaret, cioè le anime che la vorranno conoscere per farla regnare in loro. Io e la Sovrana Regina staremo a capo di queste piccole casette, perché essendo stato Noi i primi che abbiamo posseduto questo regno in terra, è diritto nostro che non cederemo a nessuno di essere i dirigenti di esse. Onde queste piccole casette ripetitrici della nostra casa di Nazaret, formeremo tanti piccoli stati nostri, tante province, che dopo che si sono ben formate e ordinate come tanti piccoli regni della nostra Volontà, si fonderanno insieme e formeranno un sol regno e un gran popolo. Perciò per avere le nostre opere più grandi, il nostro modo di agire è d’incominciare, primo solo, a tu per tu per una sola creatura; quando abbiamo formato questa, la facciamo canale per racchiudere nell’opera nostra altre due, tre creature, poi allarghiamo formando un piccolo nucleo, e poi lo allarghiamo tanto da prendere tutto il mondo intero; le nostre opere incominciano nell’isolamento di Dio e l’anima, e finiscono continuando la loro vita in mezzo a popoli interi. E quando c’è il principio d’un’opera nostra è segno certo che non morrà sul nascere, al più potrà vivere nascosta per qualche tempo, ma poi uscirà e avrà la sua vita perenne. Perciò sempre avanti ti voglio nella mia Divina Volontà”.