(1) Stavo continuando i miei atti nel Voler Divino, e unendomi ai suoi atti che fece nella Creazione per dargli l’omaggio, l’amore, l’adorazione per ciascuna cosa creata per amor delle creature, la mia povera mente si è portata nell’eden, nell’atto della caduta dell’uomo, come il serpe infernale con la sua astuzia e bugia indusse Eva a sottrarsi dalla Volontà del suo Creatore, ed Eva coi suoi modi lusinghieri indusse Adamo a cadere nello stesso peccato. Ora mentre ciò pensavo, il mio amato Gesù mi ha detto:
(2) “Figlia mia, il mio Amore non si estinse per la caduta dell’uomo, ma si riaccese di più, e sebbene la mia Giustizia giustamente lo punì e lo condannò, il mio Amore baciando la mia Giustizia, senza frapporre tempo in mezzo promise il futuro Redentore e disse al serpe ingannatore coll’impero della mia Potenza: “Tu te ne sei servito d’una donna per strapparmi l’uomo dalla mia Volontà Divina, ed Io per mezzo d’un’altra donna, che terrà in suo potere la Potenza del mio Fiat, abbatterò il tuo orgoglio, e col suo piede immacolato ti schiaccerà la testa. Queste parole bruciarono più dello stesso inferno il serpe infernale, e chiuse tanta rabbia nel cuor suo, che non poteva stare più fermo, non faceva altro che girare e rigirare la terra per scoprire Colei che doveva schiacciargli la testa, non per farsela schiacciare, ma per poter con le sue arti infernali, con le sue astuzie diaboliche, far cadere Colei che doveva sconfiggerlo, debilitarlo, e legarlo nei cupi abissi. Quindi per quattromil’anni andò sempre girando, e quando vedeva donne più virtuose e buone, armava la sua battaglia, le tentava in tutti i modi, e allora le lasciava quando si assicurava per mezzo di qualche debolezza o difetti, che non era Colei per mezzo della quale doveva essere sconfitto, e seguiva il suo girare. Onde venne difatti la celeste creatura che le schiacciò la testa, ed il nemico sentiva tale potenza in Lei, che lo atterrava e non aveva la forza di avvicinarsi; questo lo rodeva di rabbia e metteva tutte le sue armi infernali per combatterla, ma che! faceva per avvicinarsi, si sentiva fisicare, rompere le gambe e costretto a rivolgersi indietro, e da lontano spiava le sue mirabili virtù, la sua potenza e santità, ed Io per confonderlo e metterlo in dubbio facevagli vedere la Sovrana Celeste, le sue cose umane, come il prendere cibo, il piangere, il dormire e altro, e lui si persuadeva che non era Colei, perché essendo tanto potente e santa non doveva essere soggetta ai bisogni naturali della vita, ma poi ritornava ai dubbi e voleva ritornare all’assalto, ma invano. La mia Volontà è potenza che debilita tutti i mali e tutte le potenze infernali, è luce che si fa conoscere da tutti, e dov’Essa regna fa sentire la sua potenza, che neppure agli stessi demoni le vieni di disconoscere, quindi la Regina del Cielo era ed è il terrore di tutto l’inferno. Ora il serpe infernale sente sul suo capo la mia parola fulminea dettagli nell’eden, la mia condanna irrevocabile che una donna le schiaccerà la testa, quindi sa che coll’essere schiacciata la testa sarà rovesciato il suo regno sulla terra, perderà il suo prestigio, e tutto il male che egli fece nell’eden per mezzo d’una donna, sarà rifatto da un’altra donna, e sebbene la Regina del Cielo lo debilitò, li schiacciò la testa, ed Io stesso lo legai alla croce, quindi non è più libero di fare quello che vuole, ma chi sventuratamente si avvicina ne fa scempio; molto più che vede che la volontà umana non è soggiogata dalla Divina ed il suo regno non è formato ancora, teme che un’altra donna abbia a finire di bruciargli le tempie, per fare che la condanna divina abbia sul suo capo schiacciato dal piede dell’Immacolata Regina il suo compimento, perché sa che quando Io parlo la mia parola ha la virtù comunicativa ad altre creature. Quindi come si assicurò che Colei che lui temeva era la Vergine Santissima, e non potendola più combattere riprese il suo giro, sta tutto occhio e come alla vedetta per vedere se altra donna avesse il compito da Dio di far conoscere la Divina Volontà per farla regnare, e avendoti visto scrivere tanto sul mio Fiat, il solo dubbio che ciò potesse essere, ha suscitato tutto l’inferno contro di te, ecco la causa di tutto ciò che hai sofferto, servendosi di uomini malvagi, facendoli inventare calunnie e cose che non esistono. Onde, nel vederti tanto piangere si sono persuasi che non sei tu che puoi portargli la rovina che tanto temono al loro regno diabolico. Questo è ciò che riguarda la Regina del Cielo da parte del serpe infernale, ora voglio dirti ciò che riguarda la parte delle creature a pro di Lei.
(3) Figlia mia, la Celeste creatura era povera, le sue doti naturali apparentemente erano comuni, nulla di straordinario appariva nell’esterno; prende per sposo un povero artigiano che guadagna il suo pane giornaliero col suo modesto lavoro. Supponi che si avesse saputo prima che fosse Madre del Verbo, che fosse Colei, dai grandi del mondo, dai dottori e sacerdoti, ch’era la Madre del futuro Messia, l’avrebbero fatta una guerra accanita, nessuno l’avrebbe creduta, avrebbero detto: “Possibile che non ci sono state e ci sono donne in Israele, che doveva essere questa povera la Madre del Verbo Eterno? Ci è stata una Giuditta, un’Ester e tant’altre”. Quindi nessuno l’avrebbero creduto, e avrebbero messo dubbi e difficoltà senza numero, se misero dubbi sulla mia Divina Persona, a non credermi che Io fossi il Messia sospirato, e molti giungono a non credermi ancora che Io scesi sulla terra ad onta che Io feci molti miracoli da indurre i più increduli a credermi, ahi! quando nei cuori entra la durezza, l’ostinazione, si rendono incapaci di ricevere nessun bene, le verità, gli stessi miracoli sono per loro come morti e senza vita. Quindi molto più la Mamma Celeste, che nulla di miracoloso si vedeva nel suo esterno. Ora figlia mia, ascoltami, i dubbi più serie, le difficoltà più gravi che hanno trovato nei tuoi scritti sono proprio queste, che Io ti ho detto che ti chiamava a vivere nel regno della mia Divina Volontà, dandoti la missione speciale e unica di farla conoscere, affinché come Io stesso dissi nel Pater Noster e la Santa Chiesa lo dice tuttora: “Venga il regno tuo”. Cioè, che la tua Volontà si faccia come in Cielo così in terra; non dice nel Pater che questo regno sta sulla terra, ma dice venga, ed Io non avrei composto una preghiera se non dovesse averne gli effetti. Quindi per giungere a ciò, non doveva eleggere un’altra donna, che il serpe infernale tanto teme, e che lui per mezzo della prima donna mi rovinò l’uman genero, ed Io per confonderlo me ne servo della donna per rifarmi della sua rovina e far sorgere il bene a tutti che cercò di distruggere? Ecco perciò la necessità dei preparativi, delle grazie, delle mie visite e comunicazioni. Questo ha suonato male a chi ha letto, quindi, dubbi e difficoltà, che non può essere possibile che tant’altri gran santi nessuno abbia vissuto nel regno della mia Volontà, sicché è essa sola che si preferisce a tutti; e quando hanno letto che Io ti mettevo vicino alla Sovrana Regina, perché essendo vissuta Essa nel regno del mio Fiat Divino tu potessi imitarla, volendo far di te una copia che le somiglia, e ti metteva nelle sue mani affinché ti guidasse, ti assistesse, ti proteggesse, perché potessi in tutto imitarla, l’é parso tanto assurdo, e fraintendendo sinistramente il senso hanno detto come se ti avesse detto, come se tu fosse un’altra regina; quanti spropositi, non ho detto che tu sei come la Celeste Regina, ma che ti voglio simile a Lei, come ho detto a tant’altre anime a Me care, che le voleva simile a Me, ma con ciò non diventavano Dio come Me, e poi, essendo la Celeste Signora la vera Regina del regno della mia Volontà, è compito suo di aiutare ed insegnare alle fortunate creature che vogliono entrare a vivere in esso. Ciò fanno vedere come se Io non avessi potere di eleggere chi voglio e quando voglio; ma del resto il tempo dirà tutto, e come non possono disconoscere che la Vergine di Nazaret è la Mamma mia, così non potranno disconoscere che ti ho eletto per l’unico scopo di far conoscere la mia Volontà, e che per mezzo tuo me ne servirò che il “Venga il regno tuo” abbia il suo compimento. È certo che le creature sono strumento nelle mie mani e non guardo chi sia, ma guardo se la mia Divina Volontà ha deciso d’operare per mezzo di questo strumento, e ciò mi basta per compiere i miei più alti disegni, e dei dubbi e difficoltà delle creature me ne servo a suo tempo per confonderli ed umiliarli, ma non mi arresto e vado avanti nell’opera che voglio fare per mezzo della creatura. Perciò anche tu seguimi e non indietreggiare. Del resto si vede dal modo del loro pensare che hanno calcolato solo la tua persona, ma non hanno calcolato ciò che può fare la mia Divina Volontà e ciò che sa fare, e quando decide d’operare in una creatura per compiere i suoi più grandi disegni in mezzo alle umane generazioni non si fa dettare legge da nessuno, né chi dev’essere, né il tempo, né il modo, né il luogo, ma in modo assoluto agisce, né fa conto di certe menti corte che non si sanno elevare nell’ordine divino e sopranaturale, né piegare la fronte alle opere incomprensibili del loro Creatore, e mentre vogliono ragionare con la loro ragione umana, perdono la ragione divina e restano confusi ed increduli”.