(1) La mia vita continua sotto l’impero del Fiat Eterno, il quale mi s’involge dentro e fuori di me e mi fa sentire il suo peso infinito, ed io come atomo resto involta da questa infinità che non ha limiti, e per quanto l’amo e sospiro sento al vivo il dolore della mia volontà umana stritolata e quasi morente sotto l’impero d’una Divina Volontà immensa ed eterna. Mio Gesù, aiutami e dammi la forza nello stato doloroso in cui mi trovo, il mio povero cuore sanguina e cerca un rifugio in tante pene, Tu solo mio Gesù puoi aiutarmi, deh! aiutami, non mi abbandonare. . . E mentre la povera anima si sfogava nel dolore, il mio dolce Gesù si faceva vedere nel mio interno crocifisso, con sei angeli, tre a destra e tre a sinistra della sua adorabile persona, i detti angeli tenevano ciascuno la sua corona fra le mani, tempestate di gemme fulgidissime, in atto di offrirle a Nostro Signore. Io sono rimasta meravigliata nel vedere ciò, ed il mio amato Gesù mi ha detto:
(2) “Coraggio figlia mia, il coraggio è delle anime risolute di fare il bene, esse sono imperturbabili sotto a qualunque tempesta, e mentre sentono lo scroscio dei tuoni e lampi fino a tremarne, e restano sotto all’acqua dirotta che le piove di sopra se ne servono dell’acqua per lavarsi e uscire più belle, e senza badarci alla tempesta, sono più che mai risolute e coraggiose di non spostarsi dal bene incominciato. Lo scoraggiamento è delle anime irresolute, che non giungono mai a compiere un bene. Il coraggio strada la via, il coraggio mette in fuga qualunque tempesta, il coraggio è il pane dei forti, il coraggio è il battagliero che sa vincere qualunque battaglia. Perciò figlia buona, coraggio, non temere; e poi, di che temi? Ti ho dato sei angeli a tua custodia, ciascuno di essi tiene il compito di guidarti per le vie interminabili del mio Eterno Volere per fare che tu potessi contraccambiare cogli atti tuoi, col tuo amore, ciò che fece la Divina Volontà col pronunziare sei Fiat nella Creazione. Perciò ciascun angelo tiene consegnato un Fiat e ciò che uscì da questo Fiat, per chiamare te a contraccambiare ciascuno di questi Fiat, anche col sacrificio della tua vita. Questi angeli raccolgono gli atti tuoi e ne formano corona, e prostrati l’offrono alla Divinità per contraccambio di ciò che fece la nostra Divina Volontà, affinché sia conosciuta e vi formi il suo regno sulla terra. Ma ciò non è tutto, a capo di questi angeli ci son’Io che ti guido e vigilo in tutto, e che formo in te gli stessi atti e quell’amore che ci vuole perché tu potessi tenere amore sufficiente per poter contraccambiare tante opere grandi del nostro Volere Supremo. Quindi non ti arrestare, hai molto da fare, hai da seguire Me che non mi fermo mai, hai da seguire gli angeli perché vogliono compiere il loro compito affidato, hai da compiere la tua missione di figlia della Divina Volontà”.
(3) Dopo di ciò mi sentivo impensierita, e temendo pensavo tra me: “Le circostanze della mia vita sono dolorosissime, tanto che spesse volte mi sento soccombere sotto d’una tempesta così lunga che non accenna a finire, anzi spesso pare che imperversa di più, e se Nostro Signore non mi dà aiuto e grazia soprabbondante, la mia debolezza è tanta, che mi sento come se volesse uscire dalla Divina Volontà, e se, mai sia, ciò succede, povera me, tutto andrà perduto”. Ma mentre ciò pensavo, il mio adorabile Gesù stendendomi le braccia in atto di sostenermi mi ha detto:
(4) “Figlia mia, tu devi sapere che gli atti fatti nella mia Divina Volontà sono imperituri ed inseparabili da Dio, e restano il continuo ricordo che l’anima ha avuto il bene d’operare insieme con una Volontà Divina, e Dio che ha tenuto insieme con Lui la creatura per farla operare con la sua stessa Divina Volontà. Questo ricordo felice, operativo e santo ci fa tenere sempre ad occhio Dio e l’anima, in modo che restiamo indimenticabili l’uno e l’altro, tanto, che se la creatura avesse la sventura d’uscire dalla nostra Volontà, andrà vagando, girerà lontana, ma sentirà l’occhio del suo Dio sopra di sé che la chiama dolcemente, ed il suo occhio verso di Colui che la guarda continuamente. E che sebbene va vagando sente l’irresistibile bisogno, le forti catene che la tirano fra le braccia del suo Creatore. Ciò successe ad Adamo, perché il principio della sua vita fu fatto nella mia Volontà Divina; ad onta che peccò, fu cacciato dall’eden, andò vagando tutta la sua vita, ma si perdette egli forse? Ah no! perché sentiva sopra di sé la potenza della nostra Volontà in cui egli aveva operato, sentiva il nostro occhio che lo guardava e che tirava l’occhio suo a guardarci, ed il caro ricordo che le primizie degli atti suoi avevano avuto vita nella nostra Volontà. Tu non puoi comprendere tutto il bene e che significa operare nella nostra Volontà; coll’operare in Essa l’anima acquista tanti pegni di valore infinito per quanti atti fa nel nostro Fiat, e questi pegni restano in Dio stesso, perché la creatura non tiene capacità né posto dove tenerli, tanto è il valore che contengono, e puoi mai tu credere che mentre teniamo questi pegni di valore infinito della creatura, dobbiamo permettere che vada perduta colei a cui appartengono questi pegni sì preziosi? Ah no! no! . . . Perciò non temere, gli atti fatti nel nostro Volere sono vincoli eterni, catene non soggette a spezzarsi; e supponi che tu uscisse dal nostro Volere Divino, ciò che non sarà, tu puoi uscire, ma i tuoi atti restano, né possono uscire, perché sono stati fatti in casa nostra, e la creatura tiene i suoi diritti fino a tanto che sta in casa nostra, cioè nella nostra Volontà, come esce perde i suoi diritti, ma però questi atti avranno tale potenza da richiamare colei che n’era posseditrice. Quindi non voler funestare la pace del tuo cuore, abbandonati in Me e non temere”.