MaM
Messaggio del 25 settembre 1989:Cari figli, vi invito a ringraziare Dio per tutti i doni che avete scoperto durante la vostra vita, anche per il dono più piccolo che avete percepito. Io rendo grazie insieme a voi, e desidero che tutti sentiate la gioia dei doni e che Dio sia tutto per ognuno di voi. Allora, figlioli, potrete crescere incessantemente sul cammino della santità. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 29-11 Aprile 4, 1931 Il ti amo è tuono, la Divina Volontà è Cielo, l’umanità nostra è terra. Le pene del cuore di Gesù. Scambio di vita. La Divina Volontà principio, mezzo e fine.

(1) Continua il mio abbandono nelle braccia della Santissima Volontà Suprema, e sebbene mi sento sotto le dense nubi di amarezze inesprimibili, le quali mi tolgono il bello della Luce divina, e se la sento sta al di dietro delle nubi, pure come dico il mio ti amo e faccio i miei atti nel Fiat, si forma il tuono e sprigionando il lampo squarcia le nubi, e da quegli squarci entra la luce fulgida nell’anima mia e mi porta la luce della verità che Gesù vuole manifestare alla sua piccola creatura. Mi sembra che quanto più ripeto il mio ti amo, tanto più spesso tuono e lampeggio, e questi lampi squarciando le nubi feriscono il mio Sommo bene Gesù, il quale ferito mi manda la sua luce come foriere della sua visitina alla sua figlia amareggiata. Onde, mentre mi trovavo in questo stato, il mio amato Gesù è venuto in uno stato compassionevole e afflitto, aveva le braccia spezzate per offese gravi ricevute, e gettandosi nelle mie braccia mi chiedeva aiuto in tante pene, io non ho saputo resistere e mentre me l’ho stretto fra le mie braccia, mi sono sentita comunicare le sue pene, ma tante da sentirmi morire, quindi sono caduta nell’abisso del mio stato doloroso. Fiat! . . . Fiat! . . . Però il pensiero di poter sollevare Gesù con le mie piccole pene mi dava la pace. E sebbene Gesù mi aveva lasciata sola nelle pene, dopo è ritornato e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, il vero amore non sa far nulla, né soffrire, se non mette a parte colei che mi ama; com’è dolce la compagnia delle persone care nelle pene, la loro compagnia mi mitiga le pene e mi sento come se mi ridonassero la vita, e sentirmi ridonare la vita a via di pene è l’amore più grande che Io trovo nella creatura, ed Io le ridono la mia Vita per contraccambio. Sicché è tanto l’amore, che si scambiano il dono della vita l’una per l’altro. Ma sai tu chi mi ha tirato nelle tue braccia per chiederti aiuto nelle mie pene? Il continuo tuonare del tuo ti amo, che lampeggiando mi hanno tirato a venirmi a gettare nelle tue braccia per chiederti ristoro. Oltre di ciò tu devi sapere che la mia Divina Volontà è Cielo, la tua umanità è terra; ora come tu vai facendo i tuoi atti in Essa, tu prendi Cielo, e quanti più atti fai, tanto più posto prendi in questo Cielo del mio Fiat, e mentre tu prendi il Cielo, la mia Volontà prende la tua terra, e Cielo e terra si fondono insieme e restano sperduti l’una nell’altro”.

(3) Dopo di ciò continuavo il mio abbandono nel Fiat Divino, ed il benedetto Gesù è ritornato col cuore aperto, dal quale versava sangue, ed in quel cuore divino si vedevano tutte le pene di Gesù che soffriva in tutte le parti della sua Divina Persona accentrate tutte nel cuore, anzi in esso c’era la sede ed il principio di tutte le sue pene che diramandosi per tutta la sua santissima Umanità, come tanti rivoli risalivano nel suo santissimo cuore portandone lo strazio che soffriva tutta la sua Divina Persona. E Gesù ha soggiunto:

(4) “Figlia mia, quanto soffro; guarda questo mio cuore, quante ferite, quanti dolori, quante pene nasconde. Esso è il rifugio di tutte le pene, non vi è dolore, né spasimo, né offesa che non si riversa in questo mio cuore. Sono tante le mie pene, che non potendo sostenere l’acerbità vado trovando chi vuole accettare qualche piccola particella di queste pene per avere un respiro di sollievo, e quando la trovo me la tengo tanto cara, che non so lasciarla mai più, né mi sento più solo, ho a chi far comprendere le mie pene, a chi confidare i miei segreti, e a chi versare le mie fiamme d’amore che mi consumano. Perciò spesso ti chiedo che accetti parte delle mie pene, perché sono assai; e se non vado ai figli miei a chiedere sollievo, a chi devo andare? Resterei come un padre senza figli, che o non ha prole, oppure i figli ingrati lo hanno abbandonato. Ah! no, no, tu non mi abbandonerai, non è vero figlia mia? ”

(5) Ed io: Mio Gesù, giammai ti abbandonerò, ma tu mi darai grazia, mi aiuterai nelle mie condizioni presenti, che Tu sai quanto sono penose. Mio Gesù, aiutami, e anche io ti dico di cuore, deh! non mi abbandonare, non lasciarmi sola, oh! come sento al vivo il bisogno di Te. Aiutami! aiutami! E Gesù prendendo un’aspetto più dolce, prendeva la povera anima mia nelle sue mani, e nel fondo di essa scriveva: “Metto la mia Volontà Divina in questa creatura, come principio, mezzo e fine”. E poi ha ripetuto:

(6) “Figlia mia, metto la mia Divina Volontà nell’anima tua come principio di vita, dalla quale scenderanno tutti gli atti tuoi, come da un sol punto, che diffondendosi in tutto l’essere tuo, nell’anima e nel corpo, ti faranno sentire la Vita palpitante del mio Voler Divino in te, il quale nasconderà in Sé stesso, come dentro d’un sacrario, tutti gli atti tuoi, come seguito dal suo principio Divino. Ora col tenere la mia Divina Volontà come principio, resterai tutta ordinata nel tuo Creatore, e riconoscerai che ogni principio viene da Dio, e ci darai la gloria ed il contraccambio dell’amore di tutte le cose create, che hanno uscito dalle nostre mani creatrici. Col far ciò abbraccerai l’opera della Creazione, della quale fummo il principio, la vita e la conservatrice di essa.

(7) Dal principio passerai al mezzo: Tu devi sapere che l’uomo sottraendosi dalla nostra Volontà Divina disconobbe il principio e si disordinò, e restò vacillante, senza appoggio, senza forza, ad ogni passo si sentiva spinto a cadere come si sentisse mancare il terreno sotto i piedi, ed il Cielo sul capo in atto di scaricarsi sopra di lui in fiera tempesta. Ora ci voleva un mezzo per raffermare la terra e far sorridere il Cielo, ed ecco la mia venuta sulla terra come mezzo per riunire Cielo e terra, Dio e l’uomo. Quindi chi tiene la mia Divina Volontà come principio le svelerà il mezzo, e abbraccerà tutta l’opera della Redenzione e mi darà il ricambio dell’amore e la gloria di tutte le pene che soffrì per redimere l’uomo.

(8) Ora se c’è il principio ed il mezzo, ci dev’essere la fine; fine dell’uomo è il Cielo, e chi tiene la mia Divina Volontà come principio, tutti i suoi atti scorrono nel Cielo, come fino dove deve giungere l’anima sua e come principio della sua beatitudine che non avrà mai fine. E se tu avrai la mia Divina Volontà come fine, mi darai la gloria ed il contraccambio dell’amore che ho preparato una Patria Celeste alle creature per loro felice soggiorno. Perciò sii attenta figlia mia, ed Io suggello nell’anima tua la mia Divina Volontà come principio, mezzo e fine, la quale ti sarà di vita, di guida sicura, di sostegno e ti condurrà fra le sue braccia alla Patria Celeste”.