MaM
Messaggio del 25 giugno 1993: Aprite i vostri cuori al mio figlio, affinchè egli possa guidarvi sulla retta via. Siate portatori di pace!

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 28-31 Novembre 20, 1930 Come il timore di perdere un bene significa possederlo. Chi tiene per diritto di chiedere il Regno della Divina Volontà. Alimento per formare e crescere la Vita della Divina Volontà nella creatura.

(1) Il mio abbandono nel Voler Divino continua, sebbene col timore che per le mie infedeltà potessi avere la grande sventura di poter essere respinta di vivere dentro il bel Cielo del Fiat Supremo. Oh! Dio che pena! Mio Gesù non permettere che io esca dalla mia cara eredità che Tu con tanto amore mi hai dato, e che con tanta gelosia mi hai tenuto sempre custodita; te lo chiedo per amor del cielo che con tanto amore stendesti sul mio capo, simbolo del cielo che con amor più grande ancora racchiudevi nella povera anima mia, qual’è la tua Volontà, fa che Essa regni sempre in me, e che il suo regno si stenda in tutto il mondo, te lo chiedo per quell’amore con cui creasti il sole che batte continuamente la terra, senza mai arrestare il suo corso, per porgermi il tuo amore di luce, immagine viva e reale del Sole del tuo Volere in cui più che mare di luce ravvolgevi la sua piccola figlia; te lo chiedo per il labirinto delle pene in cui sono stata involta e assediata, pene che mi abbeverano di fiele continuamente, che mi fa sentire sotto la pioggia di tempeste che minacciano di soffocarmi, pene cui non mi viene dato di affidare alla carta. Gesù, Gesù, abbi pietà di me e fa che regni in me ed in tutti la tua Divina Volontà. Ma mentre sfogavo il mio dolore, il mio dolce Gesù, la mia cara Vita, mi ha steso le braccia per sostenermi e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, coraggio, il timore di perdere un bene significa possederlo, conoscerlo e amarlo, e possederlo non con usurpazione, ma con diritto di proprietà, e quando un bene si possiede con diritto di proprietà, nessuna legge, né umana, né divina, può con modi legittimi togliere i beni che si posseggono, molto più ch’è assoluta Volontà del tuo Gesù che tu possieda con diritto di proprietà, l’eredità del mio Fiat Divino, che con tanto amore ti ho dato, per fare che potessi chiedere con diritto che il suo regno venga sulla terra. Perché solo chi possiede la mia Volontà tiene e può con diritto chiedere che il suo regno venga sulla terra e si stenda ovunque. E siccome il mio Volere riempie cieli, sole, mare e tutto, ad onta che non hanno ragione, sono dominate liberamente dalla Forza potente e Ragione del mio Fiat, cui mai si sono spostati. Quindi a nome del cielo, sole e tutto, puoi con diritto chiedere il suo regno, poiché la più piccola cosa e la più grande, animata e dominata dalla mia Divina Volontà è sempre superiore all’uomo, perché senza di Essa l’uomo occupa l’ultimo posto, è lui il degradato ed il più umiliato in mezzo a tutte le cose create, è il più bisognoso, il più povero, che per vivere deve tendere la mano a tutte le cose create per ricevere la carità dei loro benefici effetti, e alle volte le viene negato per espressa Volontà di chi le domina, anzi mette gli elementi contro dell’uomo per fargli toccare con mano che significa non vivere nell’eredità di Essa. Solo la mia Volontà dà l’esaltazione alle opere delle nostre mani creatrici, le mette in posto d’onore, le correda di tutti i beni, in modo che di nessuno avrà bisogno, anzi la rende dominante di sé e dominatrice di tutto, in virtù della mia Volontà che posseggono tutti s’inchinano e si sentono onorati di farsi dominare. Perciò non temere, perché il timore rende infelice il bene che si possiede e amareggia le gioie più pure, più sante e divine che ci sono nel mio Fiat. Molto più che ogni atto fatto nella mia Divina Volontà forma l’alimento per alimentare gli atti passati fatti in Essa, perché tanti atti uniti insieme hanno formato la sua Vita nell’anima, e la vita non si può conservare e crescere senza alimento, perciò un’atto serve a conservare l’altro e a formare la Vita della mia Volontà nella creatura, i ripetuti atti formano l’acqua per innaffiarla, l’aria per dargli il respiro continuo a questa Vita tutta di Cielo, il palpito per farle sentire il continuo palpito del mio Volere, il cibo per conservarla in vita. E come il corpo non può vivere senza alimento, senza aria che la fa respirare continuamente, e senza palpito che le dà il moto a tutta la vita, e né basta aver preso il cibo qualche volta, respirare e palpitare ad intervalli per poter formare la vita umana, ma sempre, sempre, perché solo gli atti continui hanno virtù di formare vita, altrimenti la vita si spegne, così chi vuol formare in essa la Vita del mio Volere, ha bisogno di atti ripetuti, in modo che a questa Vita non deve mancare né l’aria per farla respirare, né il cibo per alimentarla, né il calore, né la luce, per farle sentire la vita del Cielo nell’anima sua. Perciò non ti impensierire di altro, ma sempre avanti nella mia Divina Volontà”.