(1) Sono sempre nella mia cara e santa eredità del Fiat Divino, sento l’estremo bisogno di non uscirne giammai, perché il mio piccolo atomo della mia esistenza sente la sua nullità, e come nulla, non buona a far nulla se il Voler Divino giocandolo non lo riempie del suo tutto, facendolo fare ciò che Esso vuole. Ed oh! come sento il bisogno che il Voler Divino mi tenga nella sua Vita, ed io di starmi sempre in Esso. Ora mi sentivo di non poter vivere senza del Fiat Divino, tutta timore, ed il mio dolce Gesù con una bontà indicibile mi ha detto:
(2) “Figlia mia, non temere, il timore è il flagello del povero nulla, in modo che il nulla c’è battuto dalle fuste del timore, si sente mancare e perdere la vita. Invece l’amore è lo slancio del nulla nel Tutto, che riempiendolo di Vita Divina, il nulla sente la vera vita che non è soggetta a mancare ma sempre a vivere.
(3) Ora tu devi sapere ch’è tanto l’amore che nutre il nostro Essere Divino verso la creatura, che le diamo del nostro per metterla in condizione da poter far gara col suo Creatore, ecco perciò le diamo la nostra Volontà, il nostro Amore e la nostra stessa Vita, affinché se la faccia tutta sua, per riempire il vuoto del suo nulla, e così poterci dare Volontà per Volontà, Amore per Amore, Vita per Vita, e Noi, ad onta che l’abbiamo dato Noi, l’accettiamo come se fossero suoi, godendo che la creatura potesse farci la gara, essa a darci e Noi a ricevere, per darle di nuovo ciò che ci ha dato, affinché tenesse sempre da darci, menoche la creatura non volesse ricevere, e allora senta il vuoto del suo nulla, senza vera vita, senza una Volontà Divina che la santifica, senza l’amore che la fa portare ad amare il suo Creatore, e allora sopra di questo nulla piombano tutti i mali, fruste di timore, tenebre di terrore, piogge di tutte le miserie, debolezze che si sente mancare la vita. Povero nulla che non è riempito del Tutto”.
(4) Onde seguivo a pregare tutta abbandonata nel dolce impero della Divina Volontà, ed il mio amato Gesù ha soggiunto:
(5) “Figlia mia, il nostro sommo Volere nel creare l’uomo stabiliva già tutti gli atti che dovevano fare tutte le creature, e si costituiva vita di tutti questi atti. Sicché non vi è atto umano che non tenga il suo posto nella nostra Divina Volontà, e quando la creatura compie ciascun’atto suo, Essa esce in campo d’azione nell’atto umano della creatura, quindi vi entra nell’atto di ciascuna di esse tutta la Potenza e Santità d’una Divina Volontà. Ciascun’atto entrava nell’ordine di tutta la Creazione, prendendo ciascuno il suo posto, quasi come stelle che ciascuna tiene il suo posto sotto l’azzurro del cielo. E siccome tutto fu ordinato e formato dal nostro Fiat Divino nella Creazione, tutto il genero umano con tutti gli atti di essi, quando la creatura fa un’atto viene mosso tutto l’ordine della Creazione, ed il nostro Volere si trova in atto come se allora stesse creando tutta la Creazione, perché in Esso tutto è in atto, e l’atto della creatura entra nel suo atto e prendendo il suo posto stabilito da Dio si rinnovano gli effetti di tutta la Creazione, e l’atto umano entra nella corsa di tutte le cose create e vi tiene il suo posto distinto, ed è sempre in moto nel moto divino, per adorare e amare il suo Creatore. Perciò l’operare della creatura nella nostra Divina Volontà si può chiamare il campo fecondo e divino della nostra stessa Volontà nel piccolo campicello della creatura”.