MaM
Messaggio del 25 maggio 2013:Cari figli! Oggi vi invito ad essere forti e decisi nella fede e nella preghiera affinché le vostre preghiere siano tanto forti da aprire il cuore del mio amato Figlio Gesù. Pregate figlioli, senza sosta affinché il vostro cuore si apra all’amore di Dio. Io sono con voi, intercedo per tutti voi e prego per la vostra conversione. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 28-25 Settembre 20, 1930 Le amarezze, il lento veleno del bene. La Divina Volontà, culla dell’anima. Gesù, amministratore divino della sua Santissima Volontà.

(1) Mi sentivo tutta immersa nel Fiat Divino, la sua luce abbaglia il mio intelletto e mentre me assorbe nella sua luce mi fa seguire i suoi atti che fece nella Creazione. Ma mentre ciò facevo mi sentivo tale un’amarezza e oppressione, che mi facevano stentare nel compiere i miei atti nel Voler Divino. Ed il mio dolce Gesù avendo di me compassione mi ha detto:

(2) “Figlia mia, come mi fa pena la tua amarezza, me la sento versare nel mio cuore, perciò coraggio; non sai tu che le oppressioni, le amarezze, è il lento veleno del bene, il quale produce tale uno stento da ridurre l’anima in un’estrema agonia, in modo che si sente l’agonia nel cuore, ed il mio Amore agonizza nel suo cuore; sente l’agonia sul labbro, e agonizza la mia preghiera; sente l’agonia nelle mani, nei passi, ed i miei passi e le mie opere si sentono agonizzanti. Molto più nella creatura che vuol tenere per vita la mia Divina Volontà, essendo una la mia con la sua volontà, mi sento versare la sua agonia nella mia Divina Persona. Perciò coraggio, abbandonati nelle mie braccia ed Io farò sorgere dalla mia Divina Volontà altra luce più fulgida, che facendosi forma di culla, ti cullerò in Essa per comunicarti il mio riposo divino, e con la sua luce e col suo calore distruggerà il lento veleno delle tue amarezze, cambiandole in dolcezze ed in fonte di contenti, e riposando nella culla della mia Divina Volontà prenderai un dolce riposo, e nel destarti ti troverai sbandite le amarezze, le oppressioni e ti terrò nelle mie braccia con la tua solita dolcezza e serenità, per far crescere più in te la Vita della mia Divina Volontà”.

(3) Onde seguivo per quanto potevo il mio abbandono nel Fiat Divino, ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:

(4) “Figlia mia, le amarezze, le oppressioni e tutto ciò che non riguarda il mio Volere, occupano posto nell’anima tua, e la mia Divina Volontà non si sente libera di poter stendere la sua luce, ne con la sua virtù creatrice e vivificatrice far sorgere la sua Vita in ogni particella e ripostiglio dell’anima tua; si sente accerchiata come di nubi che ad onta che il sole c’è, le nubi frammettendosi tra il sole e la terra impediscono che i raggi solari scendano con la pienezza della luce a dar luce alla terra. Così il Sole della mia Divina Volontà, si sente inceppato dalle nubi delle amarezze e oppressioni di stendere la sua luce nel fondo della creatura, anche nei piccoli ripostigli e poter dire: “Tutto dà di mia Volontà, tutto mi appartiene, tutto è mio”. Ed il tuo Gesù che ha preso l’impegno di formare un’anima tutta di mia Volontà, ne soffro, e resto inceppato nel mio lavorio, perché tu devi sapere che Io sono l’amministratore divino del mio Fiat nella creatura, e quando la veggo disposta a fare in tutto la mia Volontà, in ogni atto che fa Io mi accingo al lavoro di preparazione; supponi che tu voglia fare un’atto d’amore, Io subito mi metto al lavoro, vi metto il mio soffio, depongo una dose del mio Amore, lo abbellisco con la varietà delle bellezze che Esso contiene, e poi, divino amministratore che sono del mio Volere somministro la mia Volontà Divina sopra di quell’atto d’amore, in modo che in quell’atto non si riconosce l’atto della creatura, ma un atto d’amore come se fosse uscito dal centro della mia Divinità. Io sono troppo geloso degli atti che la creatura vuol fare animati dalla mia Volontà Divina, non ammetto sparità dai suoi atti ai miei, e per avere ciò devo mettervi del mio ed il mio lavoro, e questo in tutti gli atti suoi; se vuol fare atti di adorazione, di preghiere, di sacrificio, vi metto il mio lavoro, affinché la sua adorazione fosse l’eco dell’adorazione divina, la sua preghiera fosse l’eco della mia, il suo sacrificio fosse il ripetitore del mio. Insomma devo trovare Me stesso in ciascun’atto della creatura; il tuo Gesù, come padrone, possessore della mia Divina Volontà, non l’amministrerei se non trovassi la Santità, la Purezza, l’Amore della mia Umanità nell’atto della creatura. Perciò voglio trovarla sgombra da qualunque nubi che potesse fare ombra alla mia Divina Volontà. Perciò sii attenta figlia mia, non inceppare il mio lavoro che voglio fare nell’anima tua”.