MaM
Messaggio del 23 dicembre 1981:La messa di Natale sia celebrata a mezzanotte e non alla sera.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 28-20 Agosto 2, 1930 Come tutte le cose create sono velate, solo in Cielo tutto è svelato. Condizioni necessarie e lavoro che ci vuole per conoscere le verità.

(1) Stavo pensando alle tante verità che il benedetto Gesù mi aveva detto sulla Divina Volontà, e che solo per ubbidire avevo scritto sulla carta e che alcuni, leggendoli, non solo non restano presi da queste verità, ma mi sembra che le tengono come verità da non farne conto; io mi sentivo in pena per ciò, che mentre a me mi sembrano tanti soli, uno più bello dell’altro, capaci di poter illuminare tutto il mondo, al contrario per alcuni pare che non hanno virtù neppure di riscaldarlo e darle un tantino di luce. Onde mentre ciò pensavo, il mio amabile Gesù tutto bontà mi ha detto:

(2) “Figlia mia, tutte le cose quaggiù, tanto nell’ordine soprannaturale quanto nell’ordine naturale, sono tutte velate, solo nel Cielo sono svelate, perché nella Patria Celeste non esistono veli, ma si veggono le cose come sono in sé stesse; sicché lassù non deve lavorare l’intelletto per comprenderle, perché da sé stesse si mostrano qual sono, e se lavoro c’è da fare nel beato soggiorno, se pure si può chiamare lavoro, è quello di godere e felicitarsi nelle cose che svelatamente vede. Invece quaggiù non è così; siccome la natura umana è spirito e corpo, quindi il velo del corpo impedisce all’anima di vedere le mie verità, i sacramenti e tutte le altre cose sono velati. Io stesso, Verbo del Padre, avevo il velo della mia Umanità, tutte le mie parole, il mio Vangelo sotto forme d’esempi e di similitudini, e mi comprendeva chi si avvicinava ad ascoltarmi con la fede nel cuore, coll’umiltà e col voler conoscere le verità che Io manifestavo a loro per metterle in pratica; col far ciò rompevano i veli che nascondevano le mie verità e trovavano il bene che c’era in esse. Con la fede, con la umiltà e col voler conoscere le mie verità, era un lavoro che facevano, e con questo lavoro rompevano il velo e trovavano le mie verità quali sono in sé stesse, e quindi restavano legati a Me, e col bene che contenevano le mie verità. Altri che non facevano questo lavoro, toccavano il velo delle mie verità, non il frutto che c’era dentro, perciò restavano digiuni, non ne capivano nulla e voltandomi le spalle si partivano da Me.

(3) Così sono le mie verità che Io con tanto amore ti ho manifestato sulla mia Divina Volontà; per fare che risplendessero come soli svelati, qual sono, devono fare il loro lavoro, la via per toccarle, ch’è la fede, devono desiderare di volerle conoscere, e pregare e umiliare il loro intelletto per aprirlo, per far entrare in loro il bene e la vita delle mie verità; se ciò faranno, romperanno il velo e le troveranno più che fulgido sole; altrimenti resteranno ciechi, ed Io li ripeterò il detto del Vangelo: “Avete occhi e non vedete, orecchie e non ascoltate, lingua e siete muti”. Vedi, anche nell’ordine naturale tutte le cose sono velate, le frutti tengono il velo della corteccia; chi gusta il bene di mangiarle? Chi fa il lavoro di avvicinarsi all’albero, di coglierlo, di togliere la corteccia che nasconde il frutto, questo gusta e fa suo cibo il frutto desiderato; i campi sono velati di paglie; chi prende il bene che quelle paglie nascondono? Chi le sveste di quelle paglie ha il bene di prendere il grano per formare il pane per farne il suo cibo quotidiano. Insomma, tutte le cose hanno quaggiù il velo che le coprono, per dare all’uomo il lavoro e la volontà, l’amore di possederle e gustarle. Ora le mie verità superano di gran lungo le cose naturali, e si presentano a la creatura come nobili regine velate in atto di darsi a loro, ma vogliono il loro lavoro, vogliono che avvicinano i passi della loro volontà ad esse, per conoscerle, possederle, e amarle, condizioni necessarie per rompere il velo che le nascondono, rotto il velo, con la loro luce si fanno strada da loro stesse, dandosi in possesso di chi le ha cercate. Ecco la ragione per chi legge le verità sulla mia Divina Volontà e fanno vedere che non comprendono ciò che leggono, anzi si confondono, perché manca la vera volontà di volerle conoscere, si può dire che manca il lavoro per conoscerle, e senza lavoro non si acquista nulla, né meritano un tanto bene, ed Io con giustizia le nego ciò che abbondantemente do agli umili e che sospirano il gran bene della luce delle mie verità.

(4) Figlia mia, quante mie verità soffocate da chi non ama di conoscerle e non vuol fare il suo piccolo lavoro per possederle, mi sento che vogliono, se lo potessero, soffocare Me stesso. Ed Io nel mio dolore sono costretto a ripetere ciò che dissi nel Vangelo, e lo faccio coi fatti: Che tolgo a chi non tiene o che tenesse qualche piccola cosa dei miei beni, e li lascio nella squallida miseria, perché questi, non volendoli e non amandoli, li terranno senza stimarli e senza frutto, e darò più abbondante a quelli che tengono, perché questi li terranno come preziosi tesori che li fruttificheranno sempre più”.