MaM
Messaggio del 9 settembre 2005:Cari figli anche stasera vi invito alla preghiera. Cari figli stasera vi invito alla santità nella famiglia, pregate nella famiglia, apritevi alla grazia allo Spirito Santo. Io intercedo presso mio Figlio per ciascuno di voi. Cari figli pregate, pregate pregate! Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 28-17 Luglio 9, 1930 Valore della volontà umana quando entra nella Divina. Timori per causa di giudizi autorevoli. Risposte di Gesù e suoi insegnamenti.

(1) La mia piccola intelligenza sente l’estremo bisogno del voler Divino, perché è Lui solo il mio appoggio, la mia forza, la mia vita. Oh! Volontà Divina, deh! non mi abbandonare, e se io ingrata non ho saputo seguire il tuo volo, la tua luce, deh! perdonami e rafforzando la mia debolezza assorbe in te il piccolo atomo della mia esistenza, e viva sperduta in te, per vivere solo e sempre della tua Volontà Suprema. Ma mentre la mia mente si perdeva nel Fiat Divino, il mio dolce Gesù facendo la sua visitina all’anima mia mi ha detto:

(2) “Figlia mia, coraggio, son’Io con te, di che temi? Se sapessi la bellezza, il valore che acquista la volontà umana quando entra e fa continuo soggiorno nel Fiat Divino, non perderesti un istante di vivere in Esso. Tu devi sapere che come la volontà umana entra nella Divina, la nostra luce la investe e l’abbellisce d’una rara beltà, l’anima resta così immedesimata, che non si sente estranea col suo Creatore, anzi si sente che essa è tutta dell’Ente Supremo e l’Essere Divino è tutto suo, e con libertà di figlia, senza timore e con fiducia rapitrice si eleva nell’unità della Volontà del suo Creatore, ed in questa unità, l’atomo della volontà umana emette il suo ti amo, e mentre forma il suo atto d’amore, tutto l’Amore Divino corre, circonda, abbraccia, si trasmuta nel ti amo della creatura, e lo fa tanto grande quanto é grande il nostro Amore, e Noi sentiamo nel piccolo ti amo della creatura le fibre, la vita del nostro Amore, e Noi diamo il valore del nostro Amore, e sentiamo nel piccolo ti amo la felicità del nostro Amore. Questo piccolo ti amo non esce più da dentro l’unità del nostro Volere, e mentre resta, si spande tanto nel orbita del Fiat, che non fa altro che seguire dappertutto la Divina Volontà, e così di tutti gli altri atti che si propone fare nella nostra Volontà. Tu devi pensare che una Volontà creatrice entra nell’atto della creatura e perciò deve fare atti degni, quali sa fare e convengono ad una Divina Volontà”.

(3) Onde mi sentivo oppressa più che mai, la mia povera mente era funestata da pensieri che mi schiacciavano e mi toglievano il bel sereno del giorno della pace sempre da me goduto, e che Gesù stesso tanto ci teneva ed era geloso della mia pace, e non permetteva che nessuna cosa mi turbasse. E ora mi sento che scroscio di tempesta vogliono far piovere sul mio capo, e questo perché avendo persone autorevoli letto qualche volume dei miei scritti, hanno trovato difficoltà sulle intimità di Gesù che aveva usate con me, il versare le sue amarezze nell’indegna anima mia, e tant’altre cose, che non era della dignità divina agire in questo modo con la creatura, e siccome io stavo nella mia semplicità, avendomi assicurato i miei confessori passati, e anche persone sante e autorevole, cui io trepidante domandavo a loro se fosse Gesù o pur no che così agiva con me, e loro mi assicuravano che era Gesù, dicendomi che è suo solito scherzare sulla faccia della terra con le sue creature, ed io credevo a le loro assicurazioni e dandomi in balia di Gesù lo facevo fare ciò che voleva di me, e ancorché mi sottoponesse a pene atroci, e anche alla stessa morte, io mi sentivo felice come tante volte accadeva, purché contento Gesù, dicevo: mi basta, molto più che ciò che ha fatto con me il mio dolce Gesù, sia che versassi, sia che mi portasse insieme con Lui, o qualunque altra cosa mi facessi, io non ricordo mai d’aver sentito in me ombra di peccati, tendenze non buone e sante, anzi il suo tocco era puro e santo e mi sentivo più pura, il suo versare dalla sua bocca nella mia, che come una fontanina usciva dalla bocca di Gesù e si riversava nella mia, alle pene che io sentivo toccavo con mano quanto soffre Gesù, quanto è brutto il peccato, e avrei messo mille volte la vita, anziché offenderlo, e mi sentivo convertire il mio piccolo essere tutto in riparazioni per poter difendere il mio dolce Gesù. Quindi, pensare ch’era stato interpretato così male un’atto sì santo di Gesù, mi sentivo così male, che non ho parole per esprimermi. Onde il benedetto Gesù, avendo di me compassione si è fatto vedere, e tutto afflito e tenerezza mi ha detto:

(4) “Figlia mia, non temere, il mio modo d’agire è sempre puro e santo, qualunque esso sia, e ancorché paresse strano alle creature, perché tutta la santità non sta nell’atto esterno del modo d’agire, ma sta dalla fonte della santità interna donde esce, e dai frutti che produce il mio modo d’agire, se i frutti sono santi, perché voler giudicare il mio modo? Così mi piaceva e perciò lo facevo. Dai frutti si conosce l’albero, se è buono, mediocre o cattivo, e mi dispiace sommamente che invece di giudicare i frutti, hanno giudicato la corteccia dell’albero e forse neppure la sostanza e la vita dello stesso albero. Poveretti, che cosa possono comprendere col guardare la corteccia dei miei modi senza scendere ai frutti che ho prodotto? Rimarranno più all’oscuro e possono incorrere nella disgrazia dei farisei, che guardando in Me la corteccia delle mie opere e parole, non la sostanza dei frutti della mia Vita, rimasero ciechi e finirono col darmi la morte. E poi, così si dà un giudizio senza implorare l’aiuto dell’Autore e Datore dei lumi ed interpelare colei che con tanta facilità essi giudicano? E poi, che mali Io facevo, e qual’era quello che tu ricevevi ché Io versavo dalla mia bocca nella tua, la fontanina che usciva dalla fonte delle mie amarezze e che mi danno le creature? Non versavo in te il peccato, ma parte degli effetti e perciò tu sentivi l’intensità delle amarezze, la nausea, quanto e brutta la colpa, e tu nel sentire questi effetti aborrivi il peccato e comprendendovi quanto soffre il tuo Gesù, trasmutando il tuo essere, e anche ogni goccia del tuo sangue in riparazione per il tuo Gesù. Ah! tu non avresti amato tanto di soffrire per ripararmi se non avresti sentito in te gli effetti della colpa, e quanto soffre il tuo Gesù nell’essere offeso. Ma possono dire perché lo facevo dalla bocca, potevo farlo diversamente, così mi piaceva, Io ho voluto fare con te come un padre fa con la sua figlia piccola, perché piccina si fa fare ciò che vuole, e suo padre si versa nella sua piccina, con modi si affettuosi e amorevoli, come se trovasse in lei la sua propria vita, perché sa che nulla rifiuterebbe a suo padre, ancorché occorresse il sacrificio della propria vita. Ah! figlia mia, il mio delitto è sempre l’amore ed è anche il delitto di chi mi ama; non trovando altra materia di che giudicare giudicano il mio troppo amore, e quello dei miei figli, che forse hanno messo la vita per loro stessi . E poi, adesso possono giudicare come vogliano, ma quale non sarà la loro confusione quando verranno innanzi a Me e conosceranno con chiarezza che sono stato proprio Io Colui che ho agito in quel modo da loro condannato, e che il loro giudizio mi ha impedito una grande mia gloria, e un gran bene in mezzo alle creature, qual’è di conoscere con più chiarezza che significa fare la mia Divina Volontà e farla regnare? Non c’è delitto più grave di quello d’impedire il bene, perciò figlia mia, ti raccomando non volerti turbare, né spostare nulla di tutto ciò che passa tra Me e te, rendimi sicuro che il mio operato abbia il suo compimento in te, non volermi dare nessun dolore da parte tua. Io volevo diffondere il bene fuori di te, ma la volontà umana si attraversa ai miei disegni, perciò preghi che sia vinta l’umana volontà e non resti soffocato il regno della mia Divina Volontà in mezzo alle creature.

(5) Però ti dico che le mie conoscenze sulla mia Divina Volontà non resteranno sepolte, esse sono parte della mia Vita Divina, e come Vita non sono soggette a morire, al più potranno restare nascoste, ma morire non mai, perché è decreto della Divinità che il regno della mia Divina Volontà sia conosciuto, e quando Noi decretiamo non vi è potenza umana che ci può resistere, al più sarà effetto di tempo. E ad onta delle opposizioni e giudizi in contrario di queste persone autorevoli, Io mi farò strada, e se questi coi loro giudizi vorranno seppellire un tanto bene e tante Vite Divine di mie verità, Io li metterò da parte e mi farò strada, disponendo altre persone più umili e semplici e più facile a credere ai miei modi mirabili e molteplice che Io uso con le anime, e con la loro semplicità, invece di trovare cavilli e difficoltà, riconosceranno como dono di Cielo ciò che Io ho manifestato sulla mia Divina Volontà, e questi mi serviranno mirabilmente a propagare nel mondo le conoscenze sul mio Fiat. Non successe lo stesso nella mia venuta sulla terra? I sapienti, i dotti, le persone di dignità non vollero ascoltarmi, anzi avevano vergogna d’avvicinarmi, la loro dottrina li faceva credere che Io non potevo essere il Messia promesso, in modo che giunsero fino ad odiarmi ed Io li mise da parte, e scelsi umili, semplici e poveri pescatori, i quali mi credettero e me ne servì mirabilmente per formare la mia Chiesa e propagare il gran bene della Redenzione. Così farò della mia Divina Volontà, perciò figlia mia, non ti abbattere nel sentire tante difficoltà che fanno, e non spostiamo nulla di ciò che passa tra Me e te, e segui a fare ciò che ti ho insegnato che tu faccia nella mia Divina Volontà. Io nulla tralasciai di fare di ciò che dovetti fare per la Redenzione, ad onta che non tutti mi credettero, tutto il male restò per loro, a Me mi conveniva di fare il mio corso che avevo stabilito di fare per amore delle creature. Così farai tu, segui il tuo abbandono nella mia Divina Volontà ed i tuoi atti in Essa, ed Io non ti lascerò, sarò sempre insieme con te”.