(1) Stavo facendo il mio giro nella Divina Volontà, e giunta al punto quando fu creata la Regina del Cielo, dove la Divinità deponeva le vesti di giustizia, e come vestendosi a festa rinnovava l’atto solenne del principio della Creazione, chiamando a vita la nobile creatura, che col vivere nel Voler Divino, scopo unico per cui Iddio aveva creato l’uomo, non doveva uscire dalla casa del Padre suo, perché solo il nostro volere umano ci mette fuori di Dio, della sua abitazione, fuori dei suoi beni, della sua santità, della sua luce. Iddio nel creare la Vergine Santa riprendeva le feste della Creazione, i suoi dolci sorrisi, i suoi santi colloqui con la creatura, e rigurgitò tanto in amore, che subito la fece Regina di tutto l’universo, comandando a tutto ed a tutti che come tale la onorassero, e prostrati ai suoi venerati piedi la riconoscessero ed inneggiassero come Regina. Ond’io secondo il mio solito inneggiava alla mia Madre Regina, salutandola a nome di tutti Regina del Cielo e della terra, Regina dei cuori, e celeste Imperatrice che impera su tutto e fin nel suo Creatore. Deh! gli dicevo, col tuo impero universale impera su tutti affinché la volontà umana ceda i diritti alla Divina Volontà; impera sul nostro Dio affinché il Fiat Divino scenda nei cuori e vi regna come in Cielo così in terra.
(2) Ora, mentre ciò facevo, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno e si univa con me ad inneggiare la Mamma Celeste come Regina, e stringendomi a Sé mi ha detto:
(3) “Figlia mia, com’è bello il vivere nel mio Voler Divino; tutto ciò ch’è stato fatto da Dio, lo tiene come presente, e la creatura trova tutto ciò che ha fatto il suo Creatore, e prende parte alle sue opere, e può tributargli gli onori, l’amore, la gloria, di quell’atto al suo Creatore. Si può dire che chi vive nel nostro Fiat Divino ci mette in condizione di rinnovare le opere nostre più belle, e lei si fa rinnovatrice delle nostre feste. La creazione della Vergine dice a chiare note che significa e che può fare il nostro Voler Divino; non appena s’impossessò del suo vergine cuore, non aspettammo neppure un minuto, ma subito la facemmo Regina; era la nostra Volontà che coronavamo in Lei, perché non era conveniente che una creatura che possedesse il nostro Volere, non avesse la corona di regina e lo scettro del comando. La nostra Divina Volontà non vuol risparmiare nulla, tutto vuol dare a chi le fa formare il suo regno nell’anima sua. Or, tu devi sapere che come tu, nel mio Fiat trovi presente la creazione della Sovrana Signora e la inneggia come Regina, così Lei trovava te presente nello stesso Fiat Divino e sentiva i tuoi inneggiamenti. La Mamma non vuol essere meno della figlia, fin d’allora inneggiava te per onorare quel Voler Divino che doveva possederti, e per ricambiarti i tuoi inneggiamenti, quante volte chiama il cielo, il sole, gli angioli, e tutto ad inneggiare la sua piccola figlia che vuol vivere in quel Fiat che formò tutta la sua gloria, la sua grandezza, bellezza e felicità”.
(4) Onde seguivo il mio abbandono nel Fiat Divino, ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:
(5) “Figlia mia, quando il mio Voler Divino regna nell’anima, Esso vi prende la parte agente e dirigente, non vi è cosa che lei fa, che il mio Voler Divino non vi prenda il suo primo atto per richiamare il suo atto divino sull’atto della creatura; sicché, se pensa vi forma il suo primo pensiero e richiama tutta la santità, la bellezza, l’ordine dell’intelligenza divina, e siccome la creatura non è capace, né tiene vuoto sufficiente per ricevere la nostra intelligenza, il mio Fiat, ogni qualvolta fa il suo atto primo nell’intelligenza della creatura, con la sua potenza va allargando la capacità di lei per chiudere nuova intelligenza divina nella mente della creatura. Quindi si può dire che il mio Volere dove regna è il primo a respirare, il primo a palpitare, il primo atto della circolazione del sangue, per formare nella creatura la sua respirazione divina, il suo palpito di luce, e nella circolazione del sangue la totale trasformazione del suo Voler Divino nell’anima e nel corpo. E mentre ciò fa, dà virtù e rende capace la creatura di poter respirare col respiro divino, palpitare col suo palpito di luce, e sentirsi circolare in tutto il suo essere, più che sangue, tutta la sua Vita Divina. Perciò dove regna il mio Volere è l’attore continuato, che mai cessa d’operare, e facendosi spettatore gode delle sue scene divine che Lui stesso svolge nella creatura, e lei presta il suo essere come materia nelle sue mani, per fargli svolgere le scene più belle e dilettevoli, che il mio Fiat vuol fare nell’anima dove il mio Voler Divino domina e regna”.