(1) Mi sentivo tutta abbandonata nel Fiat Supremo e pensavo tra me: “Che cosa potrei dare al mio amato Gesù? ” E Lui subito: “La tua volontà”. Ed io: “Amor mio, io ve la diedi, e avendola data credo che non sono più padrona di darvela, giacché è tua”. E Gesù:
(2) “Figlia mia, ogni qualvolta tu vorresti farmi il dono del tuo volere, Io l’accetto come un nuovo dono, perché Io lascio la volontà umana nel suo libero arbitrio, in modo che la creatura può stare in atto di darmela sempre, ed Io tante volte l’accetto quante volte me la dà, perché essa tante volte si sacrifica quante volte me ne fa il dono, ed Io nel vedere che la creatura è costante nel farmi il suo dono continuato, veggo che c’è vera decisione da parte sua, e ama e stima il dono della mia Volontà, ed Io, come lei mi fa il dono continuo della sua, le faccio il dono continuo della mia, e allargando la sua capacità, perché la creatura è incapace di prendere tutta l’interminabilità del mio Volere, vo aumentando continuamente più santità, più amore, più bellezza, più luce e più conoscenza della mia Divina Volontà. Sicché nello scambio che facciamo, tu della tua volontà, ed Io della mia, raddoppiamo i doni, e resta tante volte vincolata quante volte ne facciamo lo scambio. Quindi Io tengo sempre da darti e tu pure, perché nella mia Divina Volontà le cose non finiscono mai, sorgono ad ogni istante, e avendomi dato la tua volontà, al contatto della mia la tua ha acquistato la prerogativa della mia, di potersi dare continuamente al tuo Gesù”.
(3) Onde seguivo gli atti del Fiat Divino, accompagnandoli col mio ti amo, e comprendevo la grande diversità della grandezza e magnificenza delle opere del Fiat Divino, e del mio piccolo ti amo, oh! come mi sentivo piccola e veramente neonata appena innanzi a quel Fiat che tutto può e tutto abbraccia; ed il mio amabile Gesù, stringendomi fra le sue braccia mi ha detto:
(4) “Figlia mia, chi vive nella mia Divina Volontà è il mio banco sulla terra, e come dici il tuo ti amo Io l’investo col mio, e da piccolo diventa grande, si diffonde nell’infinito, in modo che le ricchezze del mio Amore diventano immensurabili, ed Io le depongo nel banco dell’anima tua; e come continui i tuoi atti, così l’investo coi miei e li depongo nel tuo banco per tenere il mio banco divino sulla terra. Perciò i tuoi piccoli atti fatti nel mio Voler Divino, mi servono per darmi da fare, per far scorrere le nostre qualità divine che sono infinite nei tuoi piccoli atti che sono finite, mischiarli insieme e farne tanti atti nostri e deporli nel banco dell’anima tua, affinché il nostro Volere in te trovi il suo Cielo. Non sai tu che chi deve vivere nel nostro Fiat Divino dev’essere un nembo di Cielo? Che abbassandosi sulla terra, ma tanto da togliere qualunque distanza, in modo che in quel punto della terra che si trova la fortunata creatura si deve vedere Cielo, non terra; né la mia Divina Volontà starebbe senza il suo Cielo, già Essa stessa se lo formerebbe e le tende del Cielo si abbasserebbero per rendere omaggio a quel Fiat, da cui riconoscono la loro esistenza. Perciò tutti i beati ne restano stupiti nel vedere un nembo di Cielo sulla terra, ma subito cessa il loro stupore quando veggono che quella Divina Volontà che forma il loro Cielo e tutta la loro felicità, si trova regnante in quella creatura, proprio in quel punto dove veggono che le tende del Cielo abbassandosi circondano quella creatura per inneggiare al mio Fiat Supremo. Perciò sii attenta figlia mia, e se ciò ti dico è per farti conoscere il gran bene di farti conoscere il mio Volere, e come vuol formare il suo regno in te, affinché mi ringrazi e sii riconoscente”.