MaM
Messaggio del 25 ottobre 1987:Cari figli, oggi desidero invitarvi tutti a far sì che ognuno di voi si decida per il Paradiso. Il cammino è difficile per tutti coloro che non si sono decisi per Dio. Cari figli, decidetevi, e credete che Dio vi si offre nella sua pienezza. Voi siete invitati, e bisogna che rispondiate al Padre che vi invita attraverso di me. Pregate, perché nella preghiera ognuno di voi potrà raggiungere l'amore completo. Vi benedico, e desidero aiutarvi a far sì che ognuno di voi sia sotto il mio manto. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 27-12 Novembre 6, 1929 Gesù centro della Creazione. La parola sbocco dell’anima, valore di essa. Chi è la portatrice delle opere di Dio.

(1) Il mio abbandono nel Fiat continua e mi sembra che tutta la Creazione e le tante opere che racchiude sono le mie care sorelle, ma vincolate tanto con me che siamo inseparabili, perché una è la Volontà che ci anima, e tutto ciò che fece il mio dolce Gesù stando in terra formano la mia vita, sicché mi sento come impastata con Gesù, e con tutti gli atti suoi. Onde mi sentivo circondata da tutto, e nel centro di tutte le cose vedevo il mio dolce Gesù taciturno, che sebbene in mezzo a tante opere, tutto era silenzio e non aveva a chi dire una parola, le opere più belle erano mute per Lui. Quindi tirandomi a Sé mi ha detto:

(2) “Figlia mia, Io sono il centro di tutta la Creazione, ma centro isolato, tutto mi sta intorno, tutto da Me dipende, ma siccome le cose create non hanno ragione non mi fanno compagnia, mi danno gloria, mi onorano, ma non mi spezzano la solitudine; il cielo non parla, il sole è muto, il mare tumultua con le sue onde, tacitamente mormora, ma non parla. E’ la parola che spezza la solitudine, due esseri che si scambiano in parole i loro pensieri, gli affetti, e ciò che vogliono fare è la gioia più bella, la festa più pura, la compagnia più dolce; i loro segreti manifestati in parole forma la più cara armonia. E se questi due esseri si combinano nei loro sentimenti, negli affetti e uno vede la volontà sua nell’altro, è la cosa più gradita che può esistere, perché l’uno sente la sua vita nell’altro. Gran dono è la parola, è lo sbocco dell’anima, lo sfogo dell’amore, è la porta di comunicazione, è lo scambio delle gioie e dei dolori; la parola è la corona delle opere. Difatti, chi formò e coronò l’opera della Creazione? La parola del nostro Fiat, come parlava uscivano i portenti delle nostre opere, una più bella dell’altra; la parola formò la corona più bella all’opera della Redenzione, oh! se Io non avessi parlato, il vangelo non esisterebbe e la Chiesa non avrebbe che insegnare ai popoli. Il gran dono della parola ha più valore di tutto il mondo intero.

(3) Ora figlia del mio Voler Divino, vuoi tu sapere chi spezza la mia solitudine in mezzo a tante mie opere? Chi vive nella mia Divina Volontà, lei viene in mezzo a questo centro, e mi parla, mi parla delle mie opere, mi dice che mi ama per ciascuna cosa creata, mi apre il suo cuore e mi parla dei suoi intimi segreti, mi parla del mio Fiat Divino e del suo dolore ché non lo vede regnare, ed il mio cuore nel sentirla sente il suo stesso amore e dolore in lei, si sente come ritrattato, e come parla, il mio cuore divino si gonfia d’amore, di gioia, e non potendo contenerlo apro la mia bocca e parlo, e parlo a lungo; apro il mio cuore e svuoto i miei più intimi segreti nel suo, le parlo del mio Voler Divino come scopo unico di tutte le opere nostre, e mentre parlo sento la vera compagnia, ma compagnia parlante, non muta, compagnia che m’intende, che mi felicita e che posso riversarmi in essa. Non sono stati forse sfoghi d’amore, trasfusione di vita l’uno nell’altro che facevamo tutto ciò che ti manifestavo del mio Voler Divino e che mentre ti parlavo serviva a trattenerci e a formare la più dolce e gradita compagnia? Un’anima che vive nella mia Divina Volontà è tutto per Me, mi supplisce al mutismo delle mie opere; essa mi parla per tutto, mi felicita, ed Io non mi sento solo, e avendo a chi dare il gran dono della mia parola non resto più il Gesù muto che non ha a chi dire una parola; e se voglio parlare, se non c’è il mio Fiat non sarò capito, ma il Gesù che parla e che tiene la sua compagnia”.

(4) Onde la mia povera e piccola mente continuava a sperdersi nel Fiat Divino, ed il mio amabile Gesù ha soggiunto:

(5) “Figlia mia, la mia Divina Volontà semplifica la creatura, la svuota tanto di tutto ciò che ad Essa non appartiene, che non resta altro dell’essere umano che un complesso di semplicità, semplice lo sguardo, la parola, i modi, i passi, in lei come dentro d’uno specchio si vede il suggello della semplicità divina; perciò quando il mio Voler Divino regnerà sulla terra, non più esisterà la finzione, la bugia, che si può chiamare principio d’ogni male, mentre la semplicità, come principio d’ogni vero bene, sarà la vera caratteristica che additerà che qui regna la Divina Volontà. Ora, tu devi sapere ch’è tanto il nostro amore per chi si fa dominare dal nostro Fiat Divino, che tutto ciò che vogliamo che faccia la creatura, viene formato prima in Dio stesso e poi passa in essa, e siccome la volontà sua e la nostra è una, lo ritiene come atto suo, e ce lo ripete quante volte lo vogliamo. Sicché chi vive nel nostro Voler Divino è la portatrice delle opere nostre, la copiatrice e la ripetitrice continua. Coll’occhio di luce che possiede datogli da Esso, guarda fissamente nel suo Creatore per vedere che cosa sta facendo per assorbirlo in sé, per dirgli: “Non voglio fare altro, se non ciò che fa la vostra Maestà adorabile”. E Noi ci sentiamo doppiamente felici, non perché non siamo felici senza della creatura, perché in Noi è in natura la felicità, ma perché vediamo la creatura felice, che in virtù del nostro Volere si avvicina alla nostra somiglianza, ama col nostro amore e ci glorifica con le nostre stesse opere. Sentiamo che la potenza creatrice del nostro Fiat ci riproduce e forma la nostra Vita e le opere nostre nella creatura”.