MaM
Messaggio del 5 agosto 1983:Io sono felice, ma la mia gioia non sarà completa finchè anche voi non sarete pieni di gioia. E non potrete esserlo fino a quando non comprenderete il mio amore immenso.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 26-22 Luglio 24,1929 Come la Divina Volontà tiene l’atto primario su tutte le cose create. Esso è come il capo sulle membra.

(1) Stavo pensando al Fiat Supremo, e pensavo tra me: “Se il Voler Divino vuol formare il suo regno in mezzo alle creature, sicché primo della venuta di Nostro Signore sulla terra, quando venne, e dopo venuto, in che modo si trovava la Divina Volontà in rapporto alle creature? Ed il mio dolce Gesù, movendosi nel mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, la mia Volontà con la sua immensità è stata sempre in mezzo alle creature, perché Essa, per natura sua non c’è punto dove non si trova, e le creature non possono farne a meno di Essa, sarebbe lo stesso non poter aver vita né percepirne, senza della mia Divina Volontà tutte le cose si risolverebbero nel nulla. Molto più che l’atto primo di tutte le cose create è il mio Fiat Divino, Esso è come il capo alle membra, e se uno volesse dire: posso vivere senza del capo, ciò le riuscirebbe impossibile, è la più grande delle pazzie solo pensarlo. Ma però il regnare è una cosa, è l’essere riconosciuta, amata, sospirata, e pendere da Essa come pendono le membra dal capo, questo è regnare. Invece stare in mezzo alle creature non è regnare se non si pende del tutto da Essa. Ora, la mia Divina Volontà, prima della mia venuta sulla terra, sebbene con la sua immensità stava in mezzo alle creature, però i rapporti che c’erano tra Essa e loro, erano come se vivesse in terra straniera, e da lontano ricevevano le scarse comunicazioni, le brevi notizie che l’annunziava la mia venuta sulla terra. Qual dolore stare in mezzo a loro e non riconoscerla, e tenerla tanto lontano dalla loro volontà come se stesse in terra straniera. Con la mia venuta, siccome Io la possedeva come vita, e la mia Umanità la riconosceva, l’amava e la faceva regnare, per mezzo mio si avvicinò alle creature, ed i rapporti che Essa teneva con loro erano come se abitasse non più in terra straniera, ma nelle loro terre, e siccome non la conobbero, né gli diedero il dominio di farla regnare, perciò non si può dire che il mio Volere Divino formò il suo regno. Perciò la mia venuta sulla terra servì come avvicinare le due volontà, umana e Divina, e metterle in intime relazioni, e aumentare le notizie di farla conoscere, tanto che insegnai il Pater Noster col farli dire venga il regno tuo, sia fatta la Volontà tua come in Cielo così in terra. Se il mio Volere non vive come in Cielo così in terra, non si può dire che tiene il suo regno in mezzo alle creature; ecco perciò che nel tempo del regno di Essa, non solo starà in mezzo a loro, ma dentro di ciascuna di esse come vita perenne, e per giungere a ciò dev’essere riconosciuta, com’Essa sta come capo e vita primaria di ciascuna creatura, e siccome questo capo non è riconosciuto, non fluisce nelle membra la sua forza, la sua santità, la sua bellezza alle membra, né fa scorrere il suo sangue nobile e divino nelle vene di esse, perciò non si vede la vita del Cielo nelle creature. Ecco perciò amo tanto che la mia Divina Volontà sia conosciuta, la conoscenza farà sorgere l’amore, e sentendosi amata e sospirata, si sentirà tirata a venir a regnare in mezzo alle creature”.