(1) Continua il mio solito abbandono nel Fiat Supremo, mi sento che non mi dà un momento libero, tutto vuole per Sé, in modo imperante, ma dolce e forte insieme, è talmente attraente che l’anima si farebbe mettere lei stessa le sue dolci catene per non opporsi menomamente a ciò che il Divino Volere vorrebbe fare sopra di lei, ed in lei. Onde, mentre ciò pensavo, il mio amabile Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, non ti meravigliare se la mia Divina Volontà non ti lascia libera in nulla, perché Essa non vuole formare atti semplici e opere, ma vita, e chi deve formare una vita, lì necessitano atti continui, e se cessa l’atto continuo, la vita non può crescere, né formarsi, né avere la sua vera esistenza. Ecco perciò la mia Volontà Divina, volendo formare la sua Vita Divina in te, vuole essere libera, vuole libertà assoluta, e col suo atto incessante che possiede in natura, si riversa sulla creatura, e stendendosi con le sue ali di luce, più che materne, investe ciascuna fibra del cuore, ciascun palpito, respiro, pensiero, parola, opera e passo, lo riscalda e col suo bacio di luce vi imprime la sua Vita a ciascun’atto della creatura, e mentre distrugge l’umana, si costituisce Essa stessa Vita Divina in lei. E siccome dalla volontà umana non possono uscire che atti tenebrosi, la mia Volontà non vuol fare mescolanza, e perciò sta sull’attenta per poter formare la sua Vita tutta di luce in chi liberamente le ha data libertà di farla regnare. Perciò la sua attitudine è mirabile, è tutt’occhio perché nulla le sfuggisse, e con amore incredibile, per vedere formata la sua Vita nella creatura, si fa palpito per ogni palpito, respiro per ogni respiro, opera per ogni opera, passo per ogni passo, anche sui piccoli nonnulla della creatura corre, si stende e vi mette la potenza del suo Fiat, e vi crea il suo atto vitale. Perciò sii attenta nel ricevere il suo atto continuo, perché si tratta di vita, e la vita ha bisogno di respiro, di palpito continuo e di alimento giornaliero. Le opere si fanno e si mettono da parte, né hanno bisogno che si tengano sempre fra le mani per essere opere, ma la vita non si può mettere da parte, se cessa l’atto continuo muore, perciò si necessita l’atto continuo del mio Volere, tu a riceverlo ed Esso a dartelo, per fare che la sua Vita in te potesse vivere, formarsi e crescere con la sua pienezza Divina”.
(3) Dopo di ciò mi sentivo oppressa nel pensare alla mia povera esistenza, specie nello stato in cui mi trovo. Quanti cambiamenti ho dovuto subire, anche da parte di Nostro Signore, ma mentre ciò e altro pensavo, che non è necessario dirlo sulla carta, il mio dolce Gesù, facendosi vedere nel mio interno mi ha detto:
(4) “Figlia mia, il mio amore per te è stato esuberante, e per condurti dove il mio Volere Divino ti voleva, ho dovuto tenere diversi modi d’agire nei periodi della tua vita. Nel primo periodo il mio amore ed il mio agire fu per te tanto tenero, dolce e soave, e tanto geloso, che Io solo volli fare tutto nell’anima tua, né volli nessun’altro, né che nessuno sapessi ciò che Io facevo in te e ti dicevo; era tanta la mia gelosia che ti mettevo nell’impotenza d’aprirti con nessuno, neppure col tuo confessore, volevo essere solo nel mio lavoro, libero, né volevo che nessun’altro vi entrasse in mezzo, né che potesse sindacare ciò che Io facevo. M’interessava tanto questo primo periodo della tua vita, di starmene con te a tu per tu, che posso dire che il mio amore usò tutte le armi divine, che guerreggiandoti, ti assalivo in tutti i modi perché tu non potessi resistere. Tutto ciò al mio amore era necessario, perché sapendo di ciò che voleva far di te, niente meno ripristinare la Creazione, dare i diritti di regnare alla mia Divina Volontà, far spuntare la nuova era in mezzo all’umana famiglia; perciò usò tutte le arti e stratagemmi per ottenere l’intento. Ora, dopo che mi assicurai di te, e assicurai il mio lavoro, si cambiò il mio agire, ti feci rompere il silenzio, e fu tale e tanta la foga dei miei ammaestramenti e del mio dire, che posso chiamarti la cattedra della mia Divina Volontà, la segretaria dei suoi più intimi segreti, che non potendo contenerli tutti in te, ti comandavo di manifestarli al mio ministro. E questo mio agire era necessario, altrimenti come si sarebbe conosciuta la mia Divina Volontà? Ora figlia mia, quest’ultimo periodo della tua vita, tu senti un’altro mio modo d’agire, non t’impensierire, lasciami fare, ed Io saprò dare l’ultima mano al mio lavoro. Coraggio dunque, hai la Divina Volontà in tuo potere, di che temi? Quindi sempre avanti nel mio Volere”.