(1) La mia povera mente è sempre di ritorno nel centro del Voler Divino, sento che non posso farne a meno di valicare il suo mare interminabile e di tuffarmi sempre più in esso per non vedere, sentire e toccare se non che Volontà Divina. Oh! Volontà adorabile, innalza le tue onde altissime fino nelle celesti regioni, e trasporta la piccola esiliata, la tua neonata, dalla tua Volontà in terra fin nella tua Volontà in Cielo. Deh! abbi pietà della mia piccolezza, e compi sopra di me l’ultimo tuo atto in terra, per ricominciare il tuo atto continuato in Cielo.
(2) Onde, scrivo solo per obbedire e con grande mia ripugnanza. Dopo quarant’anni e più che non avevo uscito all’aperto, oggi mi hanno voluto uscire in giardino sopra d’una sedia colle rotelle; ora come sono uscita mi sono trovato che il sole mi investiva coi suoi raggi, come se mi volesse darmi il suo primo saluto ed il suo bacio di luce. Io ho voluto rendergli la pariglia dandogli il mio bacio, e ho pregato le bambine e le suore che mi accompagnavano che tutti dessero il loro bacio al sole, baciando in esso quella Divina Volontà che come Regina stava velata di luce, e tutti l’hanno baciato. Ora, chi può dire la mia emozione dopo tanti anni, nel trovarmi di fronte a quel sole, che il mio amabile Gesù se ne aveva servito di darmi tante similitudini ed immagini della sua adorabile Volontà? Mi sentivo investita non solo dalla sua luce, come pure dal suo calore, ed il vento volendo fare la gara col sole mi baciava col suo leggiero venticello per rinfrescare i baci caldi che mi dava il sole; sicché mi sentivo che non finivano mai di baciarmi, il sole da una parte ed il vento dall’altra. Oh! come sentivo al vivo il tocco, la vita, il respiro, l’aria, l’amore del Fiat Divino nel sole e nel vento, toccavo con mano che le cose create sono veli che nascondono quel Volere che le ha create. Ora, mentre mi trovavo sotto l’impero del sole, del vento, della vastità del cielo azzurro, il mio dolce Gesù si è mosso in modo sensibile nel mio interno, come se non volesse essere meno del sole, del vento, del cielo, mi ha detto:
(3) “Figlia diletta del mio Volere, oggi tutti fanno festa per la tua uscita, tutta la corte celeste hanno sentito il brio del sole, la gioia del vento, il sorriso del cielo, e tutti hanno corso per vedere che c’era di nuovo, e nel vedere te investita dalla luce del sole che ti baciava, il vento che ti carezzava, il cielo che ti sorrideva, hanno tutti compreso che la potenza del mio Fiat Divino muoveva gli elementi a festeggiare la sua piccola neonata. Quindi, tutta la corte Celeste unendosi con tutta la Creazione, non solo fanno festa, ma sentono le nuove gioie e felicità che per la tua uscita le dà la mia Divina Volontà. Ed Io essendo spettatore di tutto ciò, non solo faccio festa dentro di te, ma non mi sento pentito che creai il cielo, il sole e tutta la Creazione, anzi mi sento più felice, perché di essa gode la piccola figlia mia; mi si ripetono le gioie, i contenti, la gloria quando il tutto fu creato, quando l’Adamo innocente non aveva fatto risuonare la nota del dolore della sua volontà ribelle in tutta la Creazione, che spezzò il brio, la felicità, il dolce sorriso che teneva la mia Divina Volontà nel sole, nel vento, nel cielo stellato, da dare alle creature, perché figlia mia, l’uomo col non fare la mia Divina Volontà, vi mise nell’opera nostra della Creazione la sua nota scordante, perciò perdette l’accordo con tutte le cose create, e Noi sentiamo il dolore ed il disonore che nell’opera nostra c’è una corda scordata, che non fa un bel suono, e questo suono scordato allontana dalla terra i baci, le gioie, i sorrisi che contiene la mia Divina Volontà nella Creazione, perciò chi fa la mia Volontà e vive in Essa è la nota d’accordo con tutti, il suo suono contiene non nota di dolore, ma di gioia e di felicità, ed è tanta armoniosa che tutti avvertono, anche gli stessi elementi, che c’è la nota della mia Volontà nella creatura, e mettendo come tutto da parte vogliono godersi colei che tiene quella Volontà, di cui sono tutti animati e conservati”.
(4) Gesù ha fatto silenzio ed io gli ho detto: “Amor mio, tu mi hai detto tante volte che chi vive nella tua Divina Volontà è sorella con tutte le cose create; voglio vedere se la mia sorella luce mi riconosce, e sai come? Se guardandola non mi abbaglia la vista”.
(5) E Gesù: “Certo che ti riconoscerà, provaci e vedrai”.
(6) Io ho guardato fisso nel centro della sfera del sole, e la luce pareva che carezzava la mia pupilla, ma senza abbagliarmi, in modo che ho potuto guardare nel suo centro il suo gran mare di luce; com’era terso e bello, com’è vero che simboleggia l’infinito, l’interminabile mare di luce del Fiat Divino. Ho detto: “Grazie oh! Gesù che mi hai fatto conoscere dalla mia sorella luce”. E Gesù ha ripreso il suo dire:
(7) “Figlia mia, anche al respiro è riconosciuta chi vive nel mio Volere da tutta la Creazione, perché ciascuna cosa creata sente in quella creatura la potenza del Fiat, e la supremazia che Dio le diede su tutta la Creazione. Guarda e senti figlia mia, nel principio che Adamo ed Eva furono creati, fu dato l’eden per loro abitazione, nel quale erano felici e santi; questo giardino è similitudine di quell’eden, sebbene non così bello e fiorito. Or sappi che ho permesso di far venire te in questa casa, dov’è circondata da giardino, per essere la nuova Eva, non l’Eva tentatrice che meritò d’essere messa fuori dall’eden felice, ma l’Eva riformatrice e ripristinatrice, che chiamerà di nuovo il regno della mia Divina Volontà sulla terra. Ah! sì, tu sarai il germe, il cemento al tarlo che tiene l’umano volere, tu sarai il principio dell’era felice, perciò accentro in te la gioia, i beni, la felicità del principio della Creazione, e amo di ripetere le conversazioni, le lezioni, gli ammaestramenti che avrei dato se l’uomo non si fosse sottratto dalla nostra Divina Volontà. Quindi sii attenta, ed il tuo volo in Essa sia continuo”.