MaM
Messaggio del 27 ottobre 1983:Pregate, pregate, pregate! Non otterrete nulla con le chiacchiere ma solo con la preghiera. Se qualcuno vi interroga su di me e vi chiede spiegazioni su quello che vi dico, rispondete: “Non c’è bisogno di spiegazioni: solo pregando si può comprendere a fondo”.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 25-32 Marzo 22, 1929 Dio nelle sue opere se ne serve dei mezzi umani. Come nella Creazione ebbe campo d’azione la Divina Volontà, costituendosi vita di tutto. Come la Divinità fa sola concorrente e spettatore.

(1) La mia povera mente me la sento come fissata nel Voler Divino e pensavo tra me: “Come mai può venire il suo regno sulla terra? E poi, come può venire se non si conosce?” Ma mentre ciò pensavo, il mio sempre amabile Gesù uscendo dal mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, Io nelle mie opere me ne servo dei mezzi umani, sebbene faccio la prima parte, il fondamento e tutta la sostanza dell’opera che voglio fare, e poi me ne servo delle creature per fare che la mia opera fosse conosciuta e avesse vita in mezzo alle creature. Così feci nella Redenzione, me ne servii degli apostoli per farla conoscere, per propagarla e ricevere e dare i frutti della Redenzione. E se gli apostoli non avessero voluto niente dire di ciò che Io dissi e feci nel venire sulla terra, e chiusi nel loro mutismo non avessero fatto un passo, né un sacrificio, né messo la vita per far conoscere il gran bene della mia venuta sulla terra, la mia Redenzione l’avrebbero fatto morire sul nascere. E le generazioni sarebbero state prive del vangelo, dei sacramenti e di tutti i beni che ha fatto e farà la mia Redenzione. Fu questo il mio scopo che negli ultimi anni della mia vita quaggiù, chiamai gli apostoli intorno a Me, per servirmi di loro come banditori di ciò che Io avevo fatto e detto. Oh! se gli apostoli avessero taciuto sarebbero stati rei di tante anime perdute se non avessero conosciuto il bene della Redenzione, rei di tanto bene non fatto dalle creature. Invece perché non tacquero e misero la loro vita, si possono chiamare dopo di Me, autori e causa di tante anime salvate e di tutti i beni che si sono fatti nella mia Chiesa, che come primi banditori formano le sue colonne incrollabili. E’ nostro solito divino, prima facciamo il nostro primo atto nelle opere nostre, mettiamo tutto ciò che ci vuole, e poi le affidiamo alle creature, dandole grazie sufficienti perché possano continuare ciò che Noi abbiamo fatto, e perciò le opere nostre vengono conosciute a secondo l’interesse e la buona volontà che hanno le creature. Così sarà del regno della mia Volontà Divina, chiamai te come ad una seconda madre mia, e a tu per tu, come feci con Essa nel regno della Redenzione, ti ho manifestato i tanti segreti del mio Fiat Divino, il gran bene di Esso e come vuol venire a regnare sulla terra. Posso dire che ho fatto tutto, e se ho chiamato il mio ministro affinché tu ti aprissi per farlo conoscere, il mio scopo è stato perché avesse interesse di far conoscere un tanto bene, e se questo interesse non ci fosse da parte di chi dovrebbe occuparsi, il regno della mia Volontà lo metterebbero a pericolo di farlo morire sul nascere, rimanendo loro rei di tutto il bene che può portare un regno sì santo. O pure meriterebbero che mettendo loro da parte, chiamassi altri come banditori e propagatori delle conoscenze del mio Fiat Divino. Fino a tanto che non trovi chi avrà interesse, e che non prenda a petto proprio, più che se fosse la sua stessa vita, di far conoscere le sue conoscenze, il regno della mia Volontà non può avere né il suo principio, né la sua vita sulla terra”.

(3) Dopo di ciò continuavo il mio abbandono nel Fiat Divino, ed il mio sommo bene Gesù ha soggiunto:

(4)Figlia mia, nella Creazione fu la mia Volontà Divina che ebbe il suo campo d’azione, e sebbene la nostra Divinità fu concorrente, perché siamo inseparabili da Essa, ma l’atto primo, l’azione, fu tutta della nostra Volontà, parlò e operò, parlò e ordinò, Noi eravamo spettatori di ciò che faceva il nostro Voler Supremo, con tanta maestria, ordine e armonia, che ci sentimmo degnamente glorificati e doppiamente felicitati dalla nostra stessa Volontà. Quindi essendo opera di Essa tutta la forza della Creazione e tutti i beni di cui fu arricchita, stanno tutti nella mia Suprema Volontà. Essa è vita primaria di tutto, perciò ama tanto la Creazione, perché sente e scorre la sua stessa Vita in tutte le cose create, tanto che nel creare l’uomo, volendo fare più sfoggio della sua potenza, del suo amore e della sua maestria, volle racchiudere in lui tutta l’arte della Creazione intera, non solo, ma volle superarla, dandole tali pennellate d’arte divina, da farlo il piccolo dio, e distendendosi dentro e fuori di lui, a destra e sinistra, sul capo e sotto dei suoi piedi, lo portavo nella mia Divina Volontà, come sbocco del nostro amore, e come trionfatore e ammiratore della sua maestria insuperabile. Perciò era diritto del mio Fiat Divino che l’uomo vivesse solo e sempre di Volontà Divina. Che cosa non aveva fatto per lui? Lo chiamò dal nulla, lo formò, le diede l’essere e le diede doppia vita, la vita dell’uomo e quella della mia Divina Volontà, per portarlo sempre stretto nelle sue braccia creatrici, per conservarlo bello, fresco, felice, come lo aveva creato. Sicché quando l’uomo peccò, il mio Fiat si sentì strappare quella vita che portava nel suo proprio seno, qual non fu il suo dolore? Essa restò col vuoto nel suo seno di questo figlio, che con tanto amore per tenerlo sicuro e felice, le aveva fatto largo nella sua stessa Vita. E credi tu che nella Redenzione non fu la mia Divina Volontà che s’incarnò per venire a rintracciare l’uomo smarrito? Fu Essa propria, perché Verbo significa parola, e la nostra parola è il Fiat, che come nella Creazione disse e creò, così nella Redenzione volle e s’incarnò, era il suo seno vuoto che reclamava questo figlio che con tanta crudeltà s’era strappato, e che cosa non fece nella Redenzione questa mia Volontà? Ma non è contenta ancora di ciò che feci, vuole riempire il suo seno, non vuol vederlo più sfregiato dalla colpa, dalla sua dissomiglianza, ma vuol vederlo fregiato dalla divisa della Creazione, fregiato della sua bellezza e santità, e prendere il posto un’altra volta nel suo seno divino. E’ proprio questo il Fiat Voluntas Tua come in Cielo così in terra, che l’uomo ritorna nella mia Divina Volontà, e allora Essa si quieterà quando vedrà di nuovo il suo figlio felice, vivere in casa sua, coll’opulenza dei suoi beni, e così poter dire: “Il mio figlio è ritornato, è vestito delle sue vesti regali, porta la corona di re, fa vita insieme con Me, e gli ho restituito i diritti che gli diede nel crearlo. Quindi il disordine nella Creazione è finito, perché l’uomo è ritornato nella mia Divina Volontà”.