(1) Stavo tutta abbandonata nel Fiat Divino, la mia povera mente me la sentivo immersa nel mare della sua luce interminabile, ed il mio adorabile Gesù, movendosi nel mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, la mia Divina Volontà sta in atto di formare continui parti, ed in questi parti genera e partorisce luce, genera e partorisce altre vite simile a sé, genera e partorisce santità e bellezza. La prima generazione viene formata nel nostro seno divino, e poi escono i nostri parti innumerevoli. Ma vuoi sapere tu quando Noi generiamo e formiamo questi parti? Quando vogliamo mettere fuori una verità, primo come un nostro caro figlio lo generiamo nel nostro seno, e poi come parto nostro lo mettiamo fuori, affinché scenda nel basso delle creature, e chi la riceva le dia libertà di farla generare, affinché produca altri parti, e quindi tutte le creature potessero avere il nostro caro figlio generato nel nostro seno. Onde le nostre verità scendono dal Cielo per generare nei cuori e formare la lunga generazione dei miei parti divini. Vedi dunque figlia mia, ogni verità che ti ho manifestato sulla mia Divina Volontà era un figlio generato nel nostro seno paterno, che mettendolo fuori, ti portava il figlio della nostra luce, il figlio della nostra bellezza, della nostra santità e del nostro amore, e se ti è stato dato grazia di metterli fuori, è stato perché hanno trovato in te, luogo e libertà di poter generare in modo che non potendo contenere in te i tanti parti dei figli delle nostre verità, li hai messo fuori in chi ha avuto il bene di ascoltarti. Perciò chi non tiene conto di queste verità non le stima, apprezza e ama, si può dire ch’è un nostro figlio che non apprezza e ama la cosa più grande che esiste in Cielo ed in terra, e col non amarlo e stimarlo vengono a soffocare questi nostri figli e ad impedire la loro generazione. Non c’è male più grande di questo, che una nostra verità non si ha tutta la cura di custodirla come il più grande dei tesori, perché essa è figlia nostra, è la portatrice della nostra Vita in terra. Qual bene non può fare una nostra verità? Essa contiene la potenza del nostro Fiat, e tanto vasta, e tiene il potere di salvare un mondo intero. Molto più che ogni verità possiede un bene distinto da dare alle creature e una gloria a Colui che l’ha generata, ed impedire il bene e la gloria che ci dovrebbero dare i nostri cari parti è il più grande dei delitti. Perciò ti ho dato tanta grazia, ti ho somministrato i vocaboli, ho diretto la tua mano mentre tu scrivevi, per fare che i figli delle mie verità non fossero soffocati e come seppelliti nell’anima tua, e per fare che nulla omettessi mi sono messo vicino a te, ti tenevo nelle mie braccia come una tenera madre tiene la sua piccola figlia, e ora ti allettavo con promesse, ora ti correggevo, e ora ti riprendevo severamente quando ti vedevo ritrosa a scrivere le verità che ti avevo manifestato, e avevo interesse perché erano vite e figli miei, e che, se non oggi, domani avrebbero uscito alla luce. Tu non puoi comprendere il mio dolore nel vedere la trascuratezza di chi ha smarrito i tre volumi della mia Divina Volontà; quante verità non c’erano dentro? Quante vite non hanno soffocato e formato la tomba ai figli miei che con tanto amore ho uscito dal mio seno paterno? Da parte di chi non ha avuto cura fino a farli smarrire, sento che hanno spezzato il piano della mia Divina Volontà, e la sua lunga storia, dettati con tanto amore per farla conoscere, che ogni qualvolta mi accingevo a dirti ciò che al mio Fiat apparteneva, era tanta la foga del mi amore, che mi sentivo che rinnovavo l’atto di tutta la Creazione, specie quando nella foga del nostro amore veniva creato l’uomo”.
(3) Io nel sentir ciò mi sentivo trafiggere l’anima mia e come se a brandelli me la strappassero e gli ho detto: “Amor mio, se Tu vuoi puoi fare un miracolo della tua onnipotenza per farli trovare e così non avrai il dolore di tante verità soffocate e come spezzata la lunga storia della tua Divina Volontà. Anch’io mi sento che soffro molto, e non so neppure dirlo com’è questo dolore”. E Gesù ha soggiunto:
(4) “E’ il mio dolore che fa eco nel tuo, è lo strappo di tante mie Vite che hanno soffocato che senti in te. Queste verità smarrite sono scritte nel fondo dell’anima tua, perché prima con la mia mano creatrice le scrivevo in te, e poi te le facevo scrivere sulla carta, e perciò senti al vivo lo strappo di esse, è lo stesso mio strappo che senti nel tuo cuore. Se tu sapessi quanto soffro! in ogni verità che con tanta trascuratezza hanno smarrito di questi volumi, sento darmi la morte, e tante morti per quante verità c’erano dentro; non solo, ma la morte a tutto il bene che dette verità dovevano portare, la morte alla gloria che dovevano darmi. Ma me la pagheranno con tanto fuoco di più in purgatorio per quante verità hanno fatto smarrire. Ma sappi però che se non usano tutti i mezzi per trovarli, perché voglio la loro cooperazione, Io non farò il miracolo che qualche d’uno vorrebbero per farli trovare, e questo per castigo della loro negligenza. Però questi parti, queste verità, questi nostri cari figli e vite nostre che abbiamo uscito fuori, non le ritiriamo, perché ciò che esce dal seno della nostra Divinità, come relatore e portatore d’un bene grande alle creature, non viene ritirato da Noi per l’ingratitudine e trascuratezza di chi ha smarrito tante nostre verità. Quindi quando il regno della nostra Volontà sarà conosciuto sulla terra, e vi regnerà, allora farò in modo di manifestare di nuovo ciò ch’è stato smarrito, perché se ciò non facessi mancherebbe il nesso ed il connesso, ed il piano intero del regno del Fiat Divino”.
(5) Io nel sentir ciò ho detto piangendo: “Sicché amor mio, s’è tutto ciò, debbo aspettare; quanto lungo sarà il mio esilio sulla terra, eppure mi sento tanto torturata per le tue privazioni che non posso più stare lontano dalla patria celeste”.
(6) E Gesù: “Figlia, non ti affliggere, né è necessario che ti dica il modo, il come e a chi debbo manifestare se non trovano ciò ch’è andato perduto, se a te o ad altri; quello che conviene a te è di fare da parte tua ciò che devi fare per il regno della mia Divina Volontà, quando avrai fatto l’ultimo atto che da te vogliamo per il compimento di Essa, il tuo Gesù non aspetterà neppure un minuto per portarti nelle mie braccia nelle regioni celesti. Non feci Io altrettanto nel regno della Redenzione? Nulla omisi e feci tutto, perché da parte mia nulla mancasse perché tutti potessero ricevere il bene della Redenzione. E quando feci tutto me ne partii al Cielo senza aspettare l’esito, lasciando il compito agli apostoli. Così sarà di te. Perciò sii attenta e fatti coraggio”.