(1) Sento in me una forza, una potenza divina che mi tira continuamente nell’eterno Volere, come se mi volesse in continua compagnia cogli atti suoi, per dare alla sua piccola neonata la vita di questi atti e avere il piacere di sentirseli ripetere o pure di ripeterli insieme con essa. Pare che il Fiat Divino gode tanto, festeggia, quando si vede nelle sue braccia di luce la piccola neonata, o per dirle qualche cosa della lunga storia sua o per farla ripetere insieme ciò che fa. Il Fiat Divino sente tutta la gioia, la felicità, perché uscì fuori la Creazione. Onde la sua luce ha trasportato la mia piccola intelligenza nell’eden, nell’atto quando il nostro Creatore creava in una foga d’amore la vita dell’amore in Adamo, per amarlo sempre senza mai cessare, come difatti non cessò mai, per essere riamato da lui con un amore incessante. Volle amarlo con un amore che non dice mai basta, ma voleva essere riamato. Ora, mentre la mia mente si perdeva nell’amore del Creatore e della creatura, il mio dolce Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, nel primo atto della creazione dell’uomo, il nostro amore rigurgitò tanto forte e alzò tant’alto le sue vampe, che fece sentire le sue voci arcane, tanto forte e penetrante, che si sentirono investiti il cielo, le stelle, il sole, il vento, il mare e tutto, da voci misteriose che gridavano sul capo dell’uomo: “Ti amo, ti amo, ti amo”. Queste voci arcane e potenti chiamavano l’uomo, e lui scosso come da un dolce sonno e sentendosi rapire da ogni ti amo di Colui che lo aveva creato, gridava anche lui, nella sua foga d’amore, nel sole, nel cielo, nel mare ed in tutto: “Ti amo, ti amo, ti amo, oh! mio Creatore”. La nostra Divina Volontà che dominava Adamo, non lo faceva perdere nulla, neppure un nostro ti amo che lui non rispondesse col suo. Era un’amore, un dolce incanto il sentirlo, ché la potenza del nostro Fiat Divino prendeva sulle ali della sua luce il ti amo del nostro figlio, il caro gioiello del nostro cuore ed invadendo tutta la Creazione, ci faceva sentire in ciascuna cosa creata il suo ti amo continuato, come il nostro. La nostra Divina Volontà non sa fare cose spezzate ed interrotte, ma continue. Fino a tanto che Adamo possedette la sua cara eredità del nostro Fiat, possedette il suo atto continuato, si può dire che faceva a gara con Noi, che quando facciamo un’atto non si smette più, perciò tutto era armonia tra lui e Noi, armonia d’amore, di bellezza, di santità, il nostro Fiat non gli faceva mancare nulla di tutte le cose nostre. Come si sottrasse dal nostro Volere perdette la via per raggiungere le cose nostre e formò tanti vuoti tra lui e Noi, vuoti d’amore, vuoti di bellezza e di santità, e formò un abisso di distanza tra Dio e lui. E perciò il nostro Fiat vuole ritornare come fonte di vita nella creatura, per riempire questi vuoti e farla ritornare come piccola neonata nelle sue braccia e ridarle il suo atto continuato come la creò”.
(3) Dopo di ciò, mi sentivo priva del mio sommo bene Gesù, e provavo tal dolore che non so spiegarlo. Quindi dopo molto aspettare, la cara mia vita è ritornato ed io gli ho detto: “Dimmi amato mio Gesù, perché la pena della tua privazione è sempre nuova? Come Tu ti nascondi sento nell’anima mia sorgere una pena nuova, una morte più crudele, più straziante, più di quelle provate altre volte quando Tu ti eclissi da me”. Ed il mio sempre amabile Gesù mi ha detto:
(4) “Figlia mia, tu devi sapere che ogni qualvolta Io vengo da te, Io ti comunico un’atto nuovo della mia Divinità, or ti comunico una nuova conoscenza della mia Divina Volontà, ora una nuova mia bellezza, ora una nuova mia santità, e così di tutte le nostre divine qualità, questo atto nuovo che ti comunico, porta che quando resti priva di Me, questa conoscenza maggiore porta nell’anima un nuovo dolore, perché quanto più si conosce un bene, più si ama, il nuovo amore porta il nuovo dolore quando tu resti priva. Ecco perciò quando tu resti priva di Me, senti che un nuovo dolore invade l’anima tua, ma questo nuovo dolore ti prepara a ricevere, e si prepara in te il vuoto dove mettere le nuove conoscenze della Divina Volontà. Il dolore, la nuova morte straziante che tu soffri per la mia privazione, è il nuovo richiamo che con voce arcana e misteriosa e rapitrice mi chiama, ed Io vengo, e per compenso ti manifesto una nuova verità che ti porta la nuova vita del tuo Gesù. Molto più che le conoscenze sul mio Fiat Divino sono Vite Divine che escono dal seno della nostra Divinità, e perciò il dolore divino che tu soffri per la mia privazione tiene virtù di chiamare dal Cielo queste Vite Divine delle conoscenze del mio Volere a svelarsi a te, per farle regnare sulla faccia della terra. Oh! se tu sapessi qual valore contiene, qual bene può produrre una sola conoscenza sulla mia Divina Volontà, la terresti come la più reliquia preziosa, e custodita più che sacramento. Perciò lasciami fare e abbandonati nelle mie braccia, aspettando che il tuo Gesù ti porta le Vite Divine delle conoscenze del suo Fiat!”