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Messaggio del 3 settembre 1992: I bambini uccisi nel seno materno sono ora come piccoli angeli attorno al trono di Dio.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 25-26 Febbraio 22, 1929 Come quando scrive il Voler Divino si fa attore, dettatore e spettatore. Ordine ordinario e straordinario che tiene la Divinità nella Creazione.

(1) Stando nella massima amarezza della privazione del mio dolce Gesù, stavo scrivendo ciò che sta scritto di sopra, e sebbene lo facevo con uno sforzo incredibile, dato lo stato in cui mi trovavo, ma pure lo volevo fare, per dargli come un’ultimo attestato d’omaggio a quel Fiat che con tanto amore si era meco manifestato, e ora, ancorché tanto scarseggia nel suo dire, non voglio che le piccole goccioline di luce che mi manifesta vadano sperdute. Chi sa, pensavo tra me, che non sia l’ultima gocciolina di luce che metto sulla carta? Ma mentre ciò pensavo, il mio amato Gesù è uscito da dentro il mio interno e gettandomi le braccia al collo mi ha stretto forte forte nelle sue braccia e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, non appena ti sei messa a scrivere, mi sono sentito tirare talmente forte, che non ho potuto resistere, in modo che straripando da te il mio Fiat, mi ha messo fuori per dirigere, mentre tu scrivi, ciò che ti ho manifestato sul mio Voler Divino, questo è un impegno, è diritto sacro e divino che Esso tiene di fare l’attore, il dettatore e lo spettatore mentre tu scrivi, affinché tutto fosse luce e verità sorprendenti, in modo da poter conoscere a chiare note i caratteri divini della mia Volontà. Credi tu che sia tu che scrivi, no, no, tu non sei altro che la parte superficiale; la sostanza, la parte primaria, il dettatore è la mia Divina Volontà, e se tu potessi vedere la tenerezza, l’amore, le ansie con cui verga la sua Vita il mio Fiat su queste carte, tu ne morresti crepata d’amore”.

(3) Detto ciò si è ritirato nel mio interno, ed io come riavendomi dall’incanto di Gesù continuai a scrivere, ma mi sentivo tutta luce, tutto suggerirmi, imboccarmi le parole, io non so dire quello che provavo nello scrivere. Onde, dopo finito di scrivere mi sono messa a pregare, ma col chiodo nel cuore, chi sa quando Gesù sarebbe ritornato di nuovo e mi lamentavo perché non mi porta ancora al Cielo? Quindi ricordavo le tante volte che mi aveva ridotta in fin di vita, come se stessi in atto di varcare le porte del Cielo, e mentre stavano in atto di aprirsi per ricevermi nel beato soggiorno, l’ubbidienza s’era imposta sulla mia povera esistenza e facendomi chiudere le porte ero costretta di nuovo a rimanermi nel duro esilio della vita. Oh! come sebbene santa è crudele e quasi tiranna la benedetta ubbidienza in certe circostanze. E pure pensavo tra me: “Vorrei saperlo se è stata l’ubbidienza o pure non era giunto il punto finale della mia esistenza quaggiù”. Ma mentre ciò pensavo e tant’altre cose si aggiravano nella mia mente, con un’amarezza indicibile che pareva che mi attossicava, il mio Sommo Bene Gesù, la cara mia Vita mi ha sorpresa e facendosi vedere di nuovo mi ha detto:

(4) “Figlia mia, tu devi sapere che nella nostra Divinità c’è l’ordine ordinario per tutta la Creazione, e questo non viene spostato per qualunque incidente né un punto, né un minuto primo, né un minuto dopo, la vita quando è stabilito da Noi finisce, siamo immutabili a questo riguardo. C’è anche in Noi l’ordine straordinario, e siccome siamo padroni delle leggi di tutta la Creazione, teniamo il diritto di mutarle quando vogliamo. Ma se le mutiamo ci deve entrare dentro una grande gloria nostra e un bene grande a tutta la Creazione, né per cose piccole mutiamo le nostre leggi. Ora figlia mia, tu sai che l’opera più grande è stabilire il regno della mia Volontà Divina sulla terra, farlo conoscere, non c’è bene che la creatura possa ricevere se non lo conosce, che maraviglia dunque è la tua se abbiamo ceduto all’ubbidienza per non farti morire? Molto più che tu per il connesso che tieni col mio Fiat Divino entri nell’ordine straordinario, ed essendo ciascuna conoscenza del mio Voler Divino tante Vite Divine uscite dal nostro seno, ci voleva il sacrificio della tua vita per riceverle e la privazione dello stesso Cielo, dal quale ti strappava l’ubbidienza. Oltre di ciò, essendo la mia Divina Volontà, le sue conoscenze, il suo regnare, non solo il più gran bene alla terra, ma la gloria completa a tutto il Cielo, tutto il Cielo pregava che cedessi alle preghiere di chi ti comandava, ed Io per riguardo del mio Volere, mentre ti aprivo le porte, cedevo alle loro preghiere. Credi tu che Io non conosco il tuo grande sacrificio, il tuo martirio continuato di starti lontana dalla patria celeste, e solo per compiere il mio Volere in chi ti veniva comandato? Che questo sacrificio mi ha strappato le tante vite delle conoscenze del mio Fiat. E poi ci voleva un’anima che conoscessi il Cielo e come si fa la mia Volontà Divina nel celeste soggiorno per poter affidare i suoi segreti, la sua storia, la sua vita, che apprezzandoli ne facesse vita propria e pronta a mettere la sua vita per fare che altri potessero conoscere un sì gran bene”.

(5) Gesù ha fatto silenzio ed io sentendomi sofferente mi lamentavo e rimproveravo Gesù che non mi portava al Cielo, e Lui:

(6) “Coraggio figlia mia, quasi poco resta per gli scritti sul mio Fiati Divino, lo stesso mio silenzio dice che sto per compire le grandi manifestazioni del Vangelo del regno della mia Divina Volontà. Ciò feci nel regno della Redenzione, gli ultimi giorni della mia vita non aggiunsi altro, anzi mi nascosi, e se qualche cosa dissi era ripetizione per confermare ciò che avevo detto, perché era sufficiente ciò che avevo detto per fare che tutti potessero ricevere i beni d’essere redenti, restava a loro farne profitto. Così sarà del regno della mia Divina Volontà, quando avrò detto tutto, in modo che nulla può mancare per poter ricevere il bene di conoscerlo e per poter possedere tutti i suoi beni, allora non avrò più interesse di tenerti sulla terra, resta a loro farne profitto”.