(1) La mia povera e piccola anima mia nuota nel mare amarissimo della privazione del mio dolce Gesù, e sentendomi quasi priva di Lui, mi sento più che mai di sospirare la mia patria celeste. Oh! come è amara la terra senza di Gesù, insieme con Lui è più sopportabile, ma senza di Lui non si può vivere affatto. E se non fosse che vicino al mare della sua privazione scorre più esteso il mare del Fiat Divino, che con la sua luce attutisce in parte l’acerbità ed intensità del dolore della privazione di Gesù, chi sa da quanto tempo avrei, per la forza del dolore, preso il volo nelle regioni celesti, ma Fiat! Fiat! Onde stavo seguendo il mio giro nella Creazione e Redenzione, richiamando nella mia mente tutti gli atti fatti da Dio per seguirli, dando per ciascun atto gli omaggi, l’adorazione, l’amore, il ringraziamento. Ed il mio dolce Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, col richiamare gli atti della Creazione e Redenzione per seguirli e onorarli e conoscerli, la creatura non fa altro che riconoscere il dominio divino in tutte le cose, ed il mio Divino Volere si sente dare i suoi onori, gli omaggi a Lui dovuti, e attirato vi forma il suo regno in mezzo alle creature”.
(3) Dopo ciò mi sentivo che non ne potevo più senza di Gesù, le forze mi mancavano, ero talmente abbattuta, che se le mie interne pene si potessero vedere, avrei fatto piangere Cielo e terra per compassione, ma credo che il Fiat Divino, come con la sua Luce mi eclissa il mio dolce Gesù, così mi eclissa le mie pene, in modo che nessuno sa nulla del mio duro martirio, è un segreto che passa solo tra me, Gesù ed il Santo Voler Divino, tutti gli altri nessuno ne sanno nulla, e guardandomi sotto la pioggia della Luce del Fiat, forse mi credano la più felice delle creature. Oh! potenza della Divina Volontà! che sai cambiare le cose, e dove sei Tu fai vedere tutto bello e buono, anzi con la tua luce imperli le pene e le fai vedere come perle rare e preziose che racchiudono dentro mari di gioia e di felicità, quanto ne sai fare, oh! Volontà Divina, sotto il tuo impero di luce non si può fare altro che tacere, amarti e seguirti. Ma mentre la mia piccola mente si perdeva nella sua luce e sotto l’incubo tremendo della privazione di Gesù, appena me l’ho sentito muovere nel mio interno e mi ha detto:
(4) “Figlia mia, coraggio, non ti abbattere, tutto il Cielo è fisso sopra di te, e sentono dalla forza irresistibile del mio Fiat tale immedesimazione con te, che non possono fare a meno di guardarti, amarti e concorrere a tutti gli atti tuoi. Tu devi sapere che gli angeli, i santi, la Sovrana Regina, sono tutto un pezzo, non altro sono l’essere di loro, che un’atto solo di Divina Volontà, quindi non si vede altro in ciascuno di essi che Volontà Divina, il pensiero, lo sguardo, la parola, l’opera, il passo, sicché non si vede altro che Fiat! Fiat!, e questo costituisce tutta la pienezza della felicità di tutti i santi. Ora, chi fa e vive nella mia Volontà in terra, è simile agli abitatori del Cielo, cioè tutto un pezzo, e forma un solo pezzo con loro, in modo che se l’anima viatrice pensa, i santi pensano insieme, se ama, se opera, amano e operano insieme, passano tali legami tra lei ed il Cielo, da formare un solo atto tutti insieme di mia Volontà. Tanto, che tutti gli abitatori celesti stanno alla vedetta per vedere ciò che fa la creatura in terra per fare che nulla le sfuggisse. La mia Divina Volontà dove regna tiene il suo Cielo e tiene virtù di rapire il Cielo in terra e la terra in Cielo, e di formarne una sola cosa. Perciò coraggio, non ti avvilire, pensa che hai che ci fare con un Voler Divino, e ciò dovrebbe renderti contenta”.