(1) Continua la novena del Santo Natale e continuando a sentire i nove eccessi dell’Incarnazione, il mio amato Gesù mi ha tirato a sé, e mi faceva vedere che ogni eccesso del suo amore era un mare senza confine, ed in questo mare s’innalzavano onde altissime, nelle quali si vedevano scorrere tutte le anime divorate da queste fiamme, come i pesci scorrono nelle acque del mare, e come le acque del mare formano la vita dei pesci, la guida, la difesa, il cibo, il letto, il palagio di questi pesci, tanto che se escono dal mare possono dire: “La nostra vita è finita perché abbiamo uscito dalla nostra eredità, dalla patria dataci dal nostro Creatore. Così queste onde altissime di fiamme, che uscivano da questi mari di fuoco, col divorare queste creature, volevano essere la vita, la guida, la difesa, il cibo, il letto, il palagio, la patria delle creature, e come esse escono da questo mare d’amore, tutto d’un colpo trovano la morte, ed il piccolo bambinello Gesù piange, geme, prega, grida e sospira ché non vuole che nessuno esca da queste sue fiamme divoratrici, perché non vuol vedere nessuno morire. Oh! se il mare avesse ragione, più che tenera madre rimpiangerebbe i suoi pesci che gli strappano dal mare, perché si sente strappare una vita che possiede e con tanto amore conserva, e con le sue onde si scaglierebbe contro chi ardisse di strappargli le tante vite che possiede, che formano la sua ricchezza, la sua gloria.
(2) “E se non piange il mare piango Io” dice Gesù, “nel vedere che mentre il mio Amore ha divorato tutte le creature, esse, ingrate, non vogliono far vita nel mio mare d’amore, ma strappandosi dalle mie fiamme si esiliano dalla mia Patria e perdono il palagio, la guida, la difesa, il cibo, il letto e anche la vita, come non debbo piangere? Sono uscite e create da Me, e divorate dalle mie fiamme d’amore che ebbi nell’incarnarmi per amore di tutte le creature. Come sento narrarmi i nove eccessi, il mare del mio Amore si gonfia, bolle e formando onde altissime strepita tanto che vorrebbe assordare tutti, affinché null’altro potessero sentire che i miei gemiti d’amore, i miei gridi di dolore, i miei singhiozzi ripetuti che dicono: “Non mi fate più piangere, diamoci il bacio di pace, amiamoci e saremo tutti felici, il Creatore e la creatura”.
(3) Gesù ha fatto silenzio ed in questo mentre vedevo il Cielo aperto e un raggio di sole scendere dall’alto, che fissandosi sopra di me illuminava quanti mi stavano d’intorno. Ed il mio sempre amabile Gesù ha ripreso il suo dire:
(4) “Figlia del mio Volere, questo raggio di sole che si ha fissato sopra di te è la mia Divina Volontà, che ti porta la vita del Cielo nell’anima tua. Com’è bello questo raggio di sole che non solo illumina te e ti porta la sua vita, ma chiunque a te si avvicina e si resta d’intorno, sente la vita della luce, perché essa come sole si allarga d’intorno, e dà a quelli che ti circondano il caldo bacio di luce, il suo respiro, la sua vita, ed Io mi sento felice dentro di te, nel vedere che la mia Divina Volontà si diffonde ed incomincia a battere la sua strada. Vedi, i mari d’amore che tu hai visto non sono altri che la mia Volontà operante, quando la mia Volontà vuole operare, i mari del mio Amore si gonfiano, bollono, formano le sue onde altissime che piangono, gemono, gridano, pregano, assordano. Invece quando il mio Fiat non vuole operare, il mare del mio Amore è calmo, solo mormora quietamente, è continuo il suo corso di gioia e di felicità inseparabile da Esso. Perciò tu non puoi comprendere la gioia che provo, la felicità che sento e l’interesse che prendo, d’illuminare, di porgere la mia stessa parola, il mio stesso cuore per chi si occupa di far conoscere la mia Divina Volontà, è tanto il mio interesse, che lo coinvolgo in Me, e straripando Io fuori di lui, prendo Io la parola e parlo Io stesso della mia Volontà operante nel mio Amore. Credi tu che sia il tuo confessore che parla in queste sere che sta parlando al pubblico sopra dei nove eccessi del mio Amore? son’Io che gli prendo il cuore fra le mie mani e lo faccio parlare”.
(5) Ma mentre ciò diceva si dava la benedizione, e Gesù ha soggiunto:
(6) “Figlia, ti benedico, tutto è felicità per Me quando si tratta di fare un mio atto sopra di chi possiede la mia Divina Volontà, perché se ti benedico la mia benedizione trova il posto dove mettere i beni e gli effetti che contiene la mia benedizione, se ti amo, il mio Amore trova nel mio Fiat in te il posto dove mettersi e svolgere la sua vita d’amore, perciò ogni cosa che faccio sopra di te, in te e con te, è una felicità che sento, perché so che la mia Divina Volontà tiene luogo per tutto ciò che ti voglio dare e virtù di moltiplicare i beni che ti do, perché Essa è la nostra faccendiera e si occupa di formare tante vite per quanti atti facciamo con la creatura dov’Essa regna”.
(7) Dopo di ciò stavo facendo il mio giro nel Fiat Divino, e riandando ai primi tempi della Creazione, per unirmi agli atti fatti del nostro padre Adamo nello stato d’innocenza, per unirmi con lui e seguire dove lui lasciò. Ed il mio amato Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:
(8) “Figlia mia, nel creare l’uomo diedi un universo visibile dove doveva spaziarsi, vedere le opere del suo Creatore fatte con tant’ordine e armonia, fatte per amor suo, ed in questo vuoto fare anche le opere sue. E come le diedi un vuoto visibile, così le diedi un vuoto invisibile, più bello ancora per l’anima sua, dove l’uomo doveva formare le sue opere sante, il suo sole, il suo cielo, le sue stelle, e facendo eco al suo Creatore, doveva riempire questo vuoto di tutte le opere sue. Ma siccome l’uomo scese dalla mia Divina Volontà per vivere nella sua, perdette l’eco del suo Creatore ed il modello di poter copiare le nostre opere. Quindi si può dire che non ci sono altro in questo vuoto che i primi passi dell’uomo, tutto il resto è vuoto, eppure dev’essere riempito, e perciò aspetto con tant’amore chi vive e deve vivere nel mio Volere, ché sentendo la potenza del nostro eco, e avendo presente i nostri modelli, si affretteranno a riempire questo vuoto invisibile, che con tanto amore diedi nella Creazione. Ma sai tu qual’è questo vuoto? La nostra Volontà, come diedi un cielo, un sole alla natura, così diedi il Cielo, il Sole del mio Fiat all’anima. E quando ti veggo mettere i tuoi passi appresso ai passi dell’Adamo innocente dico: “Ecco finalmente il vuoto della mia Divina Volontà incomincia a ricevere le prime conquiste e le prime opere della creatura”. Perciò sii attenta e segui sempre il tuo volo nel mio Voler Divino”.