(1) Stavo facendo la meditazione, e siccome oggi incominciava la novena al Bambino Gesù, stavo pensando ai nove eccessi che Gesù con tanta tenerezza mi aveva narrato nella sua incarnazione, che ci sono scritti nel primo volume, e sentivo grande ripugnanza di ricordarlo al confessore, perché lui mi aveva detto nel leggerli, che voleva leggerli in pubblico nella nostra cappella. Ora mentre ciò pensavo, il mio Bambinello Gesù si faceva vedere nelle mie braccia piccino, piccino, che carezzandomi con le sue piccole manine mi ha detto:
(2) “Come è bella la piccola figlia mia! come è bella! come debbo ringraziarti che mi hai ascoltato”.
(3) Ed io: “Amor mio, che dici? Io debbo ringraziare Te che mi hai parlato, e che con tant’amore facendomi da maestro mi hai dato tante lezioni che io non meritavo”.
(4) E Gesù: “Ah figlia mia, a quanti voglio parlare e non mi danno ascolto e mi riducono al silenzio e a soffocare le mie fiamme. Sicché dobbiamo ringraziarci a vicenda, tu a Me ed Io a te. E poi, perché vuoi opporti alla lettura dei nove eccessi? Ah! tu non sai quanta vita, quant’amore e grazia contengono, tu devi sapere che la mia parola è creazione, e nel narrarti i nove eccessi del mio Amore nell’incarnazione Io non solo rinnovavo il mio Amore che ebbi nell’incarnarmi, ma creavo nuovo amore per investire le creature e vincerle a darsi a Me. Questi nove eccessi del mio Amore manifestatati con tant’amore di tenerezza e semplicità, formavano il preludio alle tante lezioni che dovevo darti del mio Fiat Divino per formare il suo regno, e ora col leggerli, il mio Amore viene rinnovato e duplicato, non vuoi tu dunque che il mio Amore duplicandosi straripi fuori ed investa altri cuori, affinché come preludio si dispongano alle lezioni della mia Volontà per farla conoscere e regnare?”.
(5) Ed io: “Mio caro Bambino, credo che hanno parlato tanti della tua incarnazione”.
(6) E Gesù: “Sì, sì hanno parlato, ma sono state parole prese dalla ripa del mare del mio Amore, quindi sono parole che non posseggono né tenerezze, né pienezze di vita. Invece quelle poche parole che ho detto a te, te le ho detto da dentro la vita della sorgente del mio Amore, e contengono vita, forza irresistibile e tenerezze tali, che solo i morti non sentiranno muoversi a pietà di Me, piccolo piccino, che tante pene soffrii fin dal seno della Mamma Celeste”.
(7) Dopo di ciò si leggeva in cappella dal confessore il primo eccesso dell’amore di Gesù nell’Incarnazione, ed il mio dolce Gesù da dentro il mio interno tendeva le orecchie per ascoltare, e tirandomi a Sé mi ha detto:
(8) “Figlia mia, quanto mi sento felice nell’ascoltarli, ma la mia felicità si accresce nel tenerti in questa casa della mia Volontà, ché tutti e due siamo ascoltatrici, Io di ciò che ti ho detto e tu di ciò che da Me hai ascoltato, il mio amore si gonfia, bolle e straripa, senti, senti com’è bello! La parola contiene il fiato e come si parla, la parola porta il fiato, che come aria gira di bocca in bocca e comunica la forza della mia parola creatrice, e scende nei cuori la nuova creazione che la mia parola contiene. Senti figlia mia, nella Redenzione ebbi il corteggio dei miei apostoli, ed Io in mezzo a loro ero tutt’amore per istruirli, non risparmiavo fatica per formare il fondamento della mia Chiesa. Ora in questa casa sento il corteggio dei primi figli del mio Volere e sento ripetere le mie scene amorose nel veder te in mezzo ad essi, che con tutto amore vuoi impartire le lezioni sul mio Fiat Divino per formare le fondamenta del regno della mia Divina Volontà. Se tu sapessi come mi sento felice nel sentirti parlare del mio Voler Divino, aspetto con ansia quando prendi la parola per ascoltarti, per sentire la felicità che mi porta la mia Divina Volontà”.