MaM
Messaggio del 2 luglio 2014:Cari figli, io, Madre di voi radunati qui e Madre del mondo intero, vi benedico con la benedizione materna e vi invito ad incamminarvi sulla via dell'umiltà. Quella via porta alla conoscenza dell’amore di mio Figlio. Mio Figlio è onnipotente, Egli è in tutte le cose. Se voi, figli miei, non comprendete questo, allora nella vostra anima regna la tenebra, la cecità. Solo l’umiltà può guarirvi. Figli miei, io ho sempre vissuto umilmente, coraggiosamente e nella speranza. Sapevo, avevo compreso che Dio è in noi e noi in Dio. Chiedo lo stesso a voi. Voglio tutti voi con me nell’eternità, perché voi siete parte di me. Nel vostro cammino io vi aiuterò. Il mio amore vi avvolgerà come un manto e farà di voi apostoli della mia luce, della luce di Dio. Con l’amore che proviene dall’umiltà, porterete la luce dove regna la tenebra, la cecità. Porterete mio Figlio, che è la luce del mondo. Io sono sempre accanto ai vostri pastori e prego che siano sempre per voi un esempio di umiltà. Vi ringrazio.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 25-8 Novembre 14, 1928 Come la creatura possiede l’unità umana, chi vive nel Voler Divino possiede l’unità Divina. Chi fa la Divina Volontà si rende madre.

(1) Mi sento tutta abbandonata nel Santo Voler Divino e ad onta delle privazioni di Gesù, la mia povera mente è presa da una forza irresistibile di seguirne i suoi atti. Credo che sia la stessa Divina Volontà che avendo soggiogato la mia, fa il suo corso richiamando tutti gli atti suoi, come se in atto le stesse facendo, ed io seguendola nei suoi atti pensavo ai primi tempi della Creazione, quando tutto era felicità nell’uomo, e che stando nella Volontà del suo Creatore viveva nella sua unità, nella quale tutto poteva ricevere e tutto poteva dare all’Ente Supremo, unità significa tutto. Ma mentre ciò pensava il mio dolce Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, Noi creavamo l’uomo con la nostra somiglianza, perciò anche lui possiede la sua unità umana. Perciò se parla, se opera, se cammina e altro, si possono chiamare gli effetti della sua unità, perché una è la sua volontà, uno il suo capo dal quale tutti i suoi atti dipendono. Quindi si può dire ch’è la forza dell’unità della sua volontà che parla, che opera, che cammina come effetti di essa; se l’uomo non avesse questa unità, tutti i suoi atti starebbero in contraddizione fra loro. Succede come al sole, dall’altezza della sua sfera uno è il suo atto di luce, e siccome possiede l’unità della luce datogli dal suo Creatore mentre è un’atto solo, i suoi effetti di luce sono innumerevoli. Ora per chi fa e vive nella mia Divina Volontà cessa l’umano volere, la sua vita finisce, né ha più ragione d’esistere, perché comincia la vita dell’unità della mia, e siccome la mia è un’atto solo e tutto ciò che ha creato o può fare, si possono chiamare gli effetti di quest’atto solo, quindi l’anima vivendo in questa unità del mio Voler Divino come nel suo proprio centro, si trova in tutti gli effetti dell’atto solo di Esso, ed oh! com’è bello vedere questa felice creatura in tutti gli effetti che sa e può produrre la nostra Volontà, lei corre nella luce del sole come effetto del nostro Volere, nel cielo, nel mare, nel vento, in tutto, corre come l’umana volontà corre in tutti gli atti umani e come la luce del sole corre in tutti i suoi effetti, così l’anima corre nel Fiat in tutti gli effetti che Esso possiede e produce. Ecco perciò che il vivere nel nostro Volere è il prodigio più grande, e se la nostra Divinità vorrebbe farne un altro più grande, non lo potrebbe, né troverebbe un’altra cosa più grande, più prodigiosa, più potente, più bella, più felice del nostro Volere da poter dare alla creatura, perché col dare la nostra Divina Volontà diamo tutto, e la sua Potenza fa l’eco nostro nel fondo dell’anima e ci forma le nostre immagini più belle, e l’eco della piccolezza umana fa un solo col nostro, in modo che unendosi al nostro primo atto, corre e si diffonde in tutti gli effetti che produce l’atto solo di Dio”.

(3) Dopo di ciò il mio amabile Gesù si faceva vedere da piccolo bambinello, il quale gettandomi le braccia al collo mi ha detto:

(4) “Mamma mia, mamma mia; chi fa la mia Divina Volontà si rende madre, il mio Fiat Divino me l’abbellisce, la trasforma e la rende feconda, in modo da darle tutte le qualità per essere vera madre. Ed Io mi vado formando questa madre coi riflessi del Sole del mio Voler Divino, e mi glorio e ne prendo tanto gusto col chiamarla mamma mia, mamma mia. E non solo la scelgo per madre mia, ma chiamo tant’altri piccoli piccini e do la madre mia, per madre loro”.

(5) E mentre ciò diceva mi faceva vedere intorno a me tanti piccoli bimbi e bimbe, ed il bambino Gesù gli diceva loro: “Questa è la madre mia e la mamma vostra”. Quei piccini facevano feste e si stringevano tutti a me d’intorno insieme con Gesù, e Gesù ha soggiunto:

(6) “Questi piccini che tu vedi non sono altri che la prima schiera dei figli del mio Voler Divino, in Esso tutti saranno piccoli, perché la mia Divina Volontà tiene virtù di conservarli freschi e belli, come sono usciti dalle nostre mani creatrici, e siccome ha chiamato la tua piccolezza a vivere in Essa, è giusto che come prima sia la piccola mammina dei piccoli bambini”.