(1) Dopo aver passato vari giorni di privazione del mio dolce Gesù, il mio povero cuore non ne poteva più, me lo sentivo disfatto e ricordavo al vivo le sue tante visite, la sua amabile presenza, la sua bellezza rapitrice, la soavità della sua voce, le tante sue belle lezioni, erano tanti ricordi che mi ferivano, mi disfacevano e mi facevano sospirare la mia patria celeste, stanca come povera pellegrina del mio lungo cammino. E dicevo tra me: “Tutto è finito, non sento altro che un profondo silenzio, un mare immenso che devo percorrere senza mai fermarmi, per chiedere ovunque e dappertutto il regno della Divina Volontà”. E stanca mi sono messa a fare il mio solito giro per seguirne gli atti suoi, ed il mio dolce Gesù muovendosi nel mio interno mi ha stretta fra le sue braccia per darmi la forza e mi ha detto:
(2) “Figlia mia, come il mare mormora continuamente, così sento in te il mare del mio Fiat Divino, e tu con la tua preghiera formi il tuo continuo mormorio nel mare di Esso, e mentre mormora, ora racchiudi il sole e mormora luce; ora racchiudi il cielo, e come mormora racchiudi le stelle; ora racchiudi il vento e mormora gemiti e gridi d’amore; ora racchiudi la terra e mormora fiori. Sicché nel tuo mormorio ora fai scorrere luce, ora cielo, ora stelle, ora vento e scorrono lamenti d’amore, gemiti inenarrabili di cuor ferito e gridi di deliri d’amore non appagato e ora scorrono tutte le fioriture da Me create. Oh! com’è bello il mio ed il tuo mare, oh! come resta dietro il mare della terra, perché esso mormora ma non racchiude nel suo mormorio il cielo, il sole, il vento e tutto, ma solo i pesci, invece il mare del mio Volere ed il mormorio della tua preghiera in Esso, racchiude tutte le opere mie, perché la mia Volontà Divina, il cielo, il sole, le stelle, il mare e altro le tiene tutte in sé, come nel suo proprio pugno, e mormorando con la tua preghiera in Essa le trovi tutte. E come il mare oltre al suo mormorio continuo fa le sue onde altissime, così tu nel mare del mio Voler Divino, oltre al tuo mormorio continuo della tua preghiera, quando accentri maggiormente le tue ansie, i tuoi sospiri ché vuoi il regno della mia Divina Volontà, formi le onde altissime di luce, di stelle, di gemiti e di fiori, come sono belle queste onde, ed Io da questo tabernacolo sento il tuo mormorio, il fragore delle tue onde, che vengono a scaricarsi nel mio mare, e siccome qui nel tabernacolo ci tengo il mio mare dove mormoro continuamente con le mie preghiere, sentendomi venire le tue onde, unisco il tuo mare ed il mio che già è un solo, e vengo a mormorare insieme con te, ed in questo tabernacolo non mi sento più solo, tengo la mia gradita compagnia e mormoriamo insieme, e nel nostro mormorio si sente: “Fiat! Fiat! Fiat! sia Esso conosciuto, ripristinato il suo regno sulla terra”. Figlia mia, il vivere nel mio Volere, il pregare in Esso, è trasportare il Cielo alla terra e la terra al Cielo, perciò è il nostro vero e totale trionfo, la vittoria nostra, le nostre conquiste divine. Quindi siimi fedele e attenta”.
(3) Dopo di ciò si dava la benedizione col Santissimo Sacramento, cui ho il bene in questi ultimi periodi della mia vita di quaggiù, che spero quanto prima di finire questo mio lungo esilio, di riceverla tutti i giorni. Ed il mio amabile Gesù nell’atto che si faceva la benedizione si è mosso nel mio interno e mi ha detto:
(4) “Figlia mia, ti benedico, ma non sono contento se ti benedicessi Io solo, anzi chiamo tutti insieme con Me: Il Padre e lo Spirito Santo, tutta la corte celeste, affinché benedicessero insieme con Me la piccola figlia del mio Voler Divino. Dove regna la mia Volontà, Cieli e terra, tutti sentono una forza potente di unirsi con Me e di fare ciò che facc’Io, per accentrare sopra di lei tutti i beni che la mia Divina Volontà contiene. Perciò come veggono che Io ti benedico, tutti si mettono all’opera di benedirti. Perciò nel Cielo succede una gara, una specie di festa nel benedire colei dove regna il mio Volere, ed Io per farla più solenne chiamo tutte le cose create, affinché nessuno si mettesse da parte, ma tutti benedicessero la figlia mia. Onde chiamo il sole a benedirti affinché la luce che esso ti dà, te la desse benedicendoti. Chiamo l’acqua a benedirti affinché come la bevi ti benedica. Chiamo il vento affinché come soffia ti soffia benedicendoti. Insomma tutti chiamo e mentre ti benedicono, trovando in te la mia Divina Volontà, si sentono ribenedire da dentro di te dalla Volontà del loro Creatore. La forza del mio Voler Divino chiama tutti, unisce tutta la celeste famiglia e dà la festa a tutti quando deve operare sopra dell’anima dove risiede e domina. Perciò in questa mia prigione sacramentale, tenendo la mia prigioniera vicina, sento venirmi le gioie che può darmi la mia Divina Volontà nel cuore della piccola figlia nostra. Quindi i miei tanti dolori vengono interrotti quando debbo benedirti, quando ti scendo sacramentato nel tuo cuore, quando da questo tabernacolo mi sento da te guardato, ed Io ti ricambio i miei sguardi pensando che debbo fare o dare qualche cosa alla nostra piccola neonata del nostro Volere, metto tutto da parte, anche i miei stessi dolori e faccio festa, perché la mia Volontà Divina possiede gioie senza numero e festa perenne. Perciò voglio che anche tu gioisca insieme con Me, e facendo eco alla mia benedizione, benedicimi nel sole, nell’acqua, nel vento, nell’aria che respiri, nel palpito che ti batte nel cuore, ed Io sentirò in tutte le cose create che tu mi benedici”.