MaM
Messaggio del 2 agosto 2010:Cari figli, oggi vi invito a cominciare insieme a me nei vostri cuori a costruire il Regno dei Cieli, a dimenticare ciò che è personale e, guidati dall’esempio di mio Figlio, a pensare a ciò che è di Dio. Che cosa Lui desidera da voi? Non permettete a satana di aprirvi le strade della felicità terrena, strade in cui non c’è mio Figlio. Figli miei, sono false e durano poco. Mio Figlio esiste. Io vi offro la felicità eterna e la pace, l’unità con mio Figlio, con Dio, vi offro il Regno di Dio. Vi ringrazio.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 25-2 Ottobre 10, 1928 Quarant’anni e più d’esilio, virtù e forza d’un sacrificio prolungato; raccolto di materiali per ordinarli. Felicità di Gesù nel benedire la sua piccola figlia prigioniera, baci nel Voler Divino. Decisione dei sacerdoti per preparare gli scritti per la stampa. Grazie sorprenden

(1) La mia vita si svolge innanzi al mio Sacramentato Gesù, ed oh! quanti pensieri si affollano nella mia mente. Pensavo tra me: “Dopo quarant’anni e mesi che non avevo visto il tabernacolo, che non mi era stato dato di starmi innanzi alla sua adorabile presenza sacramentale; quarant’anni non solo di prigione ma d’esilio, e dopo sì lungo esilio, finalmente sono ritornata, sebbene prigioniera, ma non più esiliata, come in patria, vicino al mio sacramentato Gesù, e non una volta al giorno come lo facevo prima che Gesù mi facesse prigioniera, ma sempre, sempre. Il mio povero cuore se pure l’ho nel petto, si sente struggere a tanto amore di Gesù”. Ma mentre ciò e altro pensavo il mio Sommo Bene Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, credi tu che sia a caso l’averti tenuta prigioniera per quarant’anni e più, senza un grande mio disegno? No! no! il numero quaranta è stato sempre significativo e preparativo per opere grandi. Quarant’anni gli ebrei camminarono il deserto senza poter raggiungere la terra promessa, patria loro, ma dopo quarant’anni di sacrifici ebbero il bene di prenderne il possesso, ma quanti miracoli, quante grazie, fino a nutrirli con manna celeste in tal tempo; un sacrificio prolungato tiene virtù e forza d’ottenere cose grandi da Dio. Io stesso nella mia Vita quaggiù volli stare quaranta giorni nel deserto appartato da tutti, fin dalla mia Mamma, per uscire in pubblico ad annunziare il vangelo che doveva formare la vita della mia Chiesa, cioè il regno della Redenzione, quaranta giorni volli rimanere risorto per confermare la mia resurrezione e mettere il suggello a tutti i beni della Redenzione. Così ho voluto per te figlia mia, per manifestare il regno della mia Divina Volontà ho voluto quarant’anni di sacrifici, ma quante grazie non ti ho fatto! quante manifestazioni! posso dire che in questa prolissità di tempo ho messo in te tutto il capitale del regno del mio Volere e tutto ciò ch’è necessario per farlo comprendere alle creature. Sicché la tua lunga prigionia è stata l’arma continua, sempre in atto di combattere con il tuo stesso Creatore, per farti manifestare il regno mio.

(3) Ora tu devi sapere che tutto ciò che ho manifestato all’anima tua, le grazie che ti ho fatto, le tante verità che hai scritto sulla mia Divina Volontà, le tue pene e tutto ciò che hai fatto, non è stato altro che una raccolta di materiali per edificare, e ora è necessario ordinarli e mettere tutto in assesto. E come non ti ho lasciata sola nel raccogliere le cose necessarie che devono servire al regno mio, sono stato sempre con te, così non ti lascerò sola per metterle in ordine e far vedere il grande edificio che per tanti anni sono stato preparando insieme con te, perciò il nostro sacrificio e lavoro non è finito. Dobbiamo andare avanti fino ad opera compiuta”.

(4) Onde stando vicino al mio Sacramentato Gesù, ogni mattina si fa la benedizione col Santissimo, e mentre pregavo il mio dolce Gesù che mi benedisse, movendosi nel mio interno mi ha detto:

(5) “Figlia mia, di tutto cuore ti benedico, anzi benedico la mia stessa Volontà in te, benedico i tuoi pensieri, respiri e palpiti, affinché pensi sempre al mio Volere, lo respiri continuamente e sia il tuo palpito la mia sola Volontà, e per amor tuo benedico tutte le umane volontà, affinché si dispongano a ricevere la Vita del mio Eterno Volere. Figlia mia carissima, se tu sapessi com’è dolce, come mi sento felice di benedire la piccola figlia del mio Volere; il mio cuore gioisce nel benedire colei che possiede l’origine, la Vita del nostro Fiat, che porterà l’inizio, il principio del regno della mia Divina Volontà. E mentre ti benedico, verso in te la rugiada benefica della luce del mio Voler Divino, che brillantandoti tutta, ti farà comparire più bella ai miei sguardi sacramentali, ed Io mi sentirò più felice in questa custodia, di guardare la piccola figlia mia prigioniera, investita e legata dalle dolci catene della mia Volontà. E ogni volta che ti benedirò, farò crescere la Vita del mio Voler Divino in te. Com’è bella la compagnia di chi fa la mia Divina Volontà, Essa porta l’eco, nel fondo dell’anima, di tutto ciò che faccio in quest’ostia santa, ed Io non mi sento solo negli atti miei, sento che prega insieme con Me, e unendosi insieme le nostre suppliche, i nostri sospiri, chiediamo una sol cosa, che la Divina Volontà sia conosciuta e che venga presto il suo regno”.

(6) Dunque, svolgendosi la mia vita vicino al mio prigioniero Gesù, ogni qualvolta si apre la porta della cappella, il che succede spesso, gli mando tre baci o pure cinque al mio sacramentato Gesù, o pure una piccola visitina, e Lui movendosi nel mio interno mi dice:

(7)Figlia mia, come mi sono graditi i tuoi baci, sento baciarmi da te coi baci del mio stesso Volere, sento scoccarmi sulle mie labbra, sul mio volto, nelle mie mani e cuore i mie stessi baci divini, tutto è divino nell’anima dove regna la mia Divina Volontà, ed Io sento negli atti tuoi il mio amore che mi refrigera, la freschezza, la soavità della mia stessa Volontà Divina che mi abbraccia, mi bacia e mi ama. Oh! come mi è gradita la mia Divina Volontà operante nella creatura, sento che bilocandomi in lei mi ridà e sfiora innanzi a Me tutta la bellezza e santità degli atti miei. Perciò sospiro tanto che la mia Volontà sia conosciuta, per poter trovare nelle creature tutti i miei atti divini e degni di Me”.

(8) Ora passo a dire che il mio dolce Gesù pare che mi aspettava qui, in questa casa, vicino al suo tabernacolo d’amore, per dar principio a che i sacerdoti si decidessero a preparare gli scritti per la pubblicazione. E mentre si consigliavano tra loro il modo come fare, leggevano i novi eccessi di Gesù che ebbe nell’incarnazione, che sono narrati nel 1o volumetto dei miei scritti. Ora, mentre leggevano, Gesù nel mio interno tendeva le orecchie per ascoltare, e mi sembrava che lo stesso facesse Gesù nel tabernacolo. In ogni parola che sentiva, il suo cuore batteva più forte, ed in ogni eccesso del suo amore aveva un sussulto più forte ancora, come se la forza del suo amore gli facesse ripetere tutti quegli eccessi che ebbe nell’incarnazione, e come se non potesse contenere le sue fiamme mi ha detto:

(9) “Figlia mia, tutto ciò che ti ho detto, tanto sulla mia incarnazione quanto sulla mia Divina Volontà e altro, non sono stati altro che sfoghi del mio amore contenuto, ma dopo aver sfogato con te, il mio amore continuò a restare represso, perché voleva alzare più alte le sue fiamme per investire tutti i cuori e far conoscere ciò che ho fatto e voglio fare per le creature. E siccome tutto ciò che ti ho detto giace nel nascondimento, Io sento un incubo sul mio cuore che mi comprime ed impedisce che le mie fiamme s’innalzino e facciano la loro via. Perciò come sentivo leggere e prendere la decisione d’occuparsi per pubblicarli, mi sentivo togliere l’incubo e sollevare il peso che comprimono le fiamme del mio cuore, perciò batteva più forte e sussultava e faceva sentire a te la ripetizione di tutti quegli eccessi d’amore, molto più che ciò che Io faccio una volta ripeto sempre. Il mio amore represso è una pena per Me delle più grandi, che mi rende taciturno e mesto, perché non avendo vita le mie prime fiamme, non posso uscire fuori le altre che mi divorano e mi consumano. E perciò a quei sacerdoti che si vogliono occupare a togliermi questo incubo col far conoscere i tanti miei segreti col pubblicarli, Io darò loro tanta grazia sorprendente, forza per farlo e luce per conoscere, loro per primi ciò che faranno conoscere agli altri. Io starò in mezzo a loro e guiderò il tutto”.

(10) Ora mi pare che ogni qualvolta i reverendi sacerdoti si occupano a rivedere gli scritti per prepararli, il mio dolce Gesù si mette sull’attento, per vedere quello che fanno e come lo fanno. Io non faccio altro che ammirare la bontà, l’amore del mio amato Gesù, che mentre si mette sull’attenti nel mio cuore, fa eco nel tabernacolo, e da lì dentro, in quella custodia, fa ciò che fa nel mio cuore. Io ne resto tutta confusa nel veder ciò e lo ringrazio con tutto il cuore”...