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Messaggio del 31 gennaio 1984:«Quando pregate non pensate a nient’altro se non a quello per cui pregate. Così la vostra preghiera sarà migliore».

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 24-47 Settembre 28, 1928 Chi vive nel Voler Divino può formare la luce. Ogni verità sopra di Esso contiene una felicità distinta l’una dall’altra.

(1) Il mio abbandono nel Fiat Divino è continuo, mi sembra che Esso non mi lascia neppure un’istante, ed io sentendo in me e sopra di me la sua luce, la sua forza creatrice, la sua vita che mentre sta in me tiene sempre da darmi, e che cosa mi dà? Mi dà sempre nuova luce, nuova forza creatrice, nuova crescenza della sua stessa vita, in modo che mi sento come una spugna inzuppata di Volontà Divina, e ad onta che il mio dolce Gesù mi tiene quasi priva della sua adorabile presenza, o al più qualche lampo fuggitivo, la luce del suo Fiat Divino non mi lascia mai, e se il mio povero cuore si sente in atto d’affogarsi per il dolore d’essere priva di Gesù, la luce del Fiat dardeggia più forte e mi eclissa il dolore, e sentendomi inseparabile da Esso mi fa seguire i suoi atti divini. Onde, mentre seguivo gli atti del Voler Divino, il mio amato e sommo bene Gesù, uscendo da dentro la luce del suo Fiat mi ha detto:

(2) “Figlia mia, come l’anima si mette in atto di fare il suo atto nella mia Divina Volontà, si mette nella sorgente della luce di Essa e vi forma la sua luce, e se tu sapessi che significa poter formare la luce, qual gloria, qual onore, che la creatura acquisti la virtù di poter formare la luce, a nessuno è dato di poter formare la luce, solo per chi vive nel mio Voler Divino, perché Esso nutrisce l’anima di luce, e lei, nutrendosi di luce acquista il dono e la proprietà naturale di formare la luce, ed oh! com’è dilettevole per Noi vedere che la creatura, nella sorgente della nostra luce forma la sua per darcela a Noi e dirci: “Maestà Adorabile, luce eterna tu sei e luce mi dai, ed io ti porto la mia piccola luce come il più grande omaggio, l’amore più intenso, che premendo la spugna del mio piccolo essere impregnata nella tua luce, vi forma la mia per darla a Te”. Quindi tra l’anima e Dio si formano tante belle scene di luce, con l’armonia di tutti i colori che la luce possiede. Che cosa non possiede la luce? Colori, dolcezze, profumi, gusti d’ogni specie, sicché le scene si alternano, una più bella dell’altra, ecco perciò che il vivere nel mio Fiat Divino richiama in sé il principio della Creazione e ci ripete le gioie, le feste del principio di Essa, la creatura entra nell’ordine nostro, negli atti nostri e ci dà gioie e felicità, e Noi andiamo suggellando sulla sua fronte la nostra somiglianza”.

(3) Dopo di ciò seguivo i miei atti nel Divin Volere, ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:

(4) “Figlia mia, grazie grandi ho fatto a te e per mezzo tuo a tutto il mondo nel manifestarti tante verità sulla mia Divina Volontà, perché non solo le mie verità sono vite divine che la mia somma bontà mette fuori, e biloca questa sua vita per quante verità manifesta, ma dette vite contengono ciascuna di esse una felicità distinta l’una dall’altra da comunicare alle creature, ed una gloria diversa l’una dall’altra che le creature possono dare a Colui che l’ha manifestato; ma queste felicità saranno comunicate alle creature quando conosceranno queste verità. Esse stanno come tante regine, ciascuna delle quali possiede proprietà distese e distinte l’una dall’altra, e stanno aspettando che i popoli conoscano che esistono queste regine, e che contengono le loro proprietà e sospirano e vogliono di arricchire e rendere felici coloro, per cagione dei quali, sono state messe fuori dal nostro seno divino. E se tu sapessi come resta soffocato il nostro amore nell’aver sprigionato tante felicità dal nostro seno paterno, per quante verità abbiamo manifestato, e vedere che le creature non godono queste felicità, né ci danno la gloria che dovrebbero darci, perché loro ignorano un tanto bene, e solo perché non vogliono occuparsi a fare conoscere un bene e grazie sì grandi, questo è un dolore per Noi che tu non puoi comprendere, perciò prega, prega incessantemente che la mia Divina Volontà sia conosciuta e regni in mezzo alle creature, affinché come padre possa spezzare il pane della felicità ai figli miei”.