MaM
Messaggio del 25 settembre 2012:Cari figli! Quando nella natura guardate la ricchezza dei colori che l’Altissimo vi dona, aprite il cuore e con gratitudine pregate per tutto il bene che avete e dite: sono creato per l’eternità e bramate le cose celesti perché Dio vi ama con immenso amore. Perciò vi ha dato anche me per dirvi: soltanto in Dio è la vostra pace e la vostra speranza, cari figli. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 24-46 Settembre 24, 1928 Come è Volontà di Dio che vuol dare il suo regno, ma la creatura si deve disporre. Esempio d’un padre. Scopo unico di tutta la Creazione: Che il Fiat regni in mezzo alle creature. Modo che tiene Gesù nel dire le sue verità.

(1) Stavo pensando tra me: “Gesù ama tanto, lo sospira, lo vuole di darci il gran dono del regno del suo Fiat, ora, perché vuole che si preghi per darcelo?” Ed il mio sempre amabile Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, certo ch’è Volontà mia che voglio dare il regno del mio Voler Divino, né posso farne a meno di non voler e sospirare di farne il gran dono di Esso, se ciò fosse, che non sospirasse il ritorno dell’uomo nella reggia della mia Divina Volontà, andrei contro l’ordine della nostra opera creatrice, che con somma sapienza creò l’uomo perché vivesse del nostro e dimorasse nel regno del nostro Fiat, dato a lui da Noi come sua eredità. Onde l’uomo uscendo da Esso formò il disordine nella nostra opera creatrice, e come possiamo tollerare far passare avanti che resti disordinata la nostra opera più bella? Hanno passato secoli e secoli, possono passare altri secoli, ma non ci cambieremo, sarà sempre il nostro punto più importante, il nostro unico scopo ed interesse speciale, che la nostra opera creatrice sia restaurata e riordinata come uscì dalle nostre mani creatrici e viva nel regno del nostro Voler Divino. Noi ci troviamo la nostra Maestà Adorabile come un padre che già teneva il suo figlio felice, d’una bellezza rara che le portava gioia e felicità, e che da padrone viveva dell’eredità del padre, datagli da esso; questo figlio volontariamente uscì dalla eredità paterna e si rese infelice e spezzò le belle e pure gioie tra padre e figlio; ora, qual non sarebbe il dolore del padre, i sospiri, le lacrime, e la sua volontà irremovibile che il suo caro figlio ritornasse felice? Molto più che l’eredità data al figlio esiste, la tiene il padre stesso in consegna e sospira che prenda di nuovo il possesso, ma in tanto dolore di questo padre, lacrime e sospiri, è volontà decisa, vuole che il suo figlio infelice desideri, preghi che le ritorni la sua eredità paterna, la sua felicità perduta, questo dispone al figlio a ricevere ed apprezzare il suo stato felice, il ritorno della sua eredità, ed il padre affogato d’amore per il suo caro figlio dirà: “Il tuo pregare ha formato un diritto sul mio cuore che brucia per te, prendi di nuovo ciò che perdesti, te l’hai meritato, son contento purché ti veggo felice e posso dire: “Il mio figlio non è più infelice, ma felice”. Ora, più che padre siamo Noi, anzi l’amore di questo è un’ombra paragonato al nostro, e la nostra Volontà Divina è irremovibile, nessuno potrà mutarla, l’infelicità dell’uomo è un disordine all’opera della Creazione, e vogliamo i nostri diritti nell’opera nostra, come uscì vogliamo che ci ritorni, il nostro amore ci affoga, la nostra giustizia lo esige, la nostra bontà lo reclama, la nostra stessa felicità lo sospira, e non tollera l’infelicità nell’opera nostra, la nostra Divina Volontà facendoci corona ci rende immutabile e vuole che il suo regno sia posseduto, ma ad onta di ciò vogliamo che la creatura preghi, sospiri il bene che vogliamo dare, e questo forma un diritto sul nostro cuore paterno ed un poggio nel cuore di lui per poter ricevere ciò che vogliamo dare e così potergli dire nella nostra enfasi d’amore: “Figlio mio, te l’hai meritato e Noi ti abbiamo dato ciò che volevamo darti”. Chi prega si dispone, ciò che si ottiene col pregare si apprezza, si tiene custodito, e siccome il conoscere il mio Voler Divino, il possedere il suo regno non è un bene individuale, ma generale, per ottenerlo ti faccio pregare per tutti, a nome di tutti e di ciascun pensiero, parola ed atto di creatura, per farti formare il diritto nella nostra paternità divina, che tutti potessero ricevere il regno del nostro Fiat e le disposizioni in essi per possederlo. Così fece la Regina del Cielo per impetrare il regno della Redenzione, per tutti e per ciascuno ebbe una prece, un sospiro, un’atto, non si fece sfuggire nessuno, e con questo dava il diritto a ciascuno per poter ricevere il loro Redentore, tale feci Io per redimerli, e così voglio che faccia tu per il regno della mia Divina Volontà”.

(3) Dopo ciò seguivo a pensare: “E perché il Signore ha tanto interesse ed ama tanto che la sua Santa Volontà sia conosciuta e regni in mezzo alle creature?” Ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:

(4) “Figlia mia, perché il primo scopo, atto e fine della Creazione fu che la sola nostra Divina Volontà regnasse, e per regnare è necessario conoscerla, fu Essa che uscì in campo d’azione nella Creazione, che col suo Fiat creatore s’imponeva sul nulla e creava cieli, soli e tante opere belle ed anche l’uomo, ed in tutte le opere che creava vi metteva il suggello del suo Fiat onnipotente come segno incancellabile, ché dentro di ciascun’opera sua vi restava dentro come re dominante nel regno suo, sicché lo scopo della Creazione non fu la nostra potenza, la nostra bontà, la nostra giustizia, la nostra immensità, e simile, e se tutte vi concorsero, i nostri attributi, fu come conseguenza, ma non come scopo, e se non otteniamo lo scopo è per Noi come se nulla avessimo fatto, e siccome tutte le cose create furono fatte per l’uomo e l’uomo per Noi, ecco che per necessità d’amore, per diritto di giustizia, per onore e decoro nostro e di tutte le opere nostre, e per compimento del nostro scopo, vogliamo che la nostra Volontà Divina regni nell’uomo come principio, vita e fine di tutto l’essere suo. Se tu sapessi quanto soffre il mio Fiat nel guardare l’uomo, lo guarda e dice nel suo dolore: “Lo feci proprio con le mie mani creatrici, é opera mia, è proprio lui che tanto mi dilettai nel crearlo, eppure non vi sto dentro di lui come regno mio, ruppe il mio suggello e mettendomi fuori mi distrugge lo scopo perché le diedi la vita”. Vedi dunque come è di assoluta necessità che la mia Volontà Divina sia conosciuta e regni, e fino a tanto che ciò non sia, le nostre opere più belle non possono produrre a pro dell’uomo i beni che contengono, la stessa opera della Redenzione è senza compimento”.

(5) Onde seguivo a pensare: “E perché il mio amato Gesù non parla così spesso come prima sullo stesso suo Fiat?” E Gesù ha soggiunto:

(6) “Figlia mia, è solito nostro di dare a sorsi a sorsi le verità che vogliamo manifestare, perché la creatura è incapace di ricevere tutto insieme nell’anima sua tutte le nostre verità, e nel medesimo tempo ce ne serviamo per far maturare in essa la vita della verità che abbiamo manifestato, e prendendo sommo diletto nel vedere nella creatura maturate le opere belle che producono la vita delle nostre verità, ci sentiamo tirati dalla bellezza delle nostre manifestazioni a manifestare altre verità, e perciò diamo il tempo, per avere il tempo ed occasione di prendere il diletto di fare altre comunicazioni. Non fecimo lo stesso nella Creazione? Potevamo creare tutto insieme e con un solo Fiat tutto ciò che esiste, ma non lo fecimo; quando il nostro Fiat si pronunziava ed uscivano le nostre opere, Noi ci dilettavamo nel guardare la bellezza e magnificenza delle opere nostre, e queste ci attiravano a pronunziare altri Fiat per formare altre opere belle. Così sto facendo con te, non sai tu che ciò che riguarda la mia Divina Volontà, il suo regno, non è altro che il seguito della Creazione, narrazione che doveva essere seguita all’uomo se non avesse peccato e posseduto il mio regno del Fiat? E siccome respinse la mia Volontà Divina, interruppe la narrazione della storia della mia Volontà, molto più che non aveva più ragione di farla, non possedendo più il regno suo. E dopo tanti secoli ha ripreso la sua narrazione a farsi conoscere, segno che vuol dare il suo regno, perciò non è altro ciò che ti manifesto sulla mia Divina Volontà, che seguito, e seguire il principio della Creazione per narrare la vita della Divina Volontà”.