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Messaggio del 13 novembre 1981:Al mio arrivo e quando parto cantate sempre Vieni, vieni, Signore.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 24-41 Settembre 5, 1928 Pene di Gesù e gara di luce. Gli atti nel Fiat sono pietrucce e venticello nel mare della Divina Volontà.

(1) Mi sentivo priva del mio dolce Gesù e smaniavo per il suo ritorno, ma ahimè! mentre il mio povero cuore era torturato, il mio amato Gesù ha raddoppiato le mie pene col farsi vedere tutto piagato, coronato di spine, ma tanto incarnate queste spine, che non si poteva guardare; che scena commovente e dolorosa, si è gettato nelle mie braccia per essere lenito, oh! come spasimava, gemeva, si dimenava, io me l’ho stretto fra le mie braccia, volevo toglierle le spine, ma mi riusciva impossibile, tanto erano incarnate, e Gesù singhiozzando mi ha detto:

(2) “Figlia mia, quanto soffro, se sapessi quanto mi offendono le creature e come loro stessi armano la mia giustizia per farsi colpire”.

(3) E mentre ciò diceva pareva che scendevano dal cielo fulmini, fiamme, ghiacci, per colpire le creature, io son rimasta spaventata, ma Gesù mi faceva più spavento nel vederlo sì barbaramente ridotto. Onde continuavo a pregare e dicevo tra me: “Oh! come vorrei convertire tutto, pensieri, parole, opere, passi di tutte le creature in Volontà di Dio, affinché il peccato più non esistesse, vorrei eclissarle di luce del Voler Divino, affinché investite di luce ed incantate da essa, le creature sotto l’eclisse della luce divina, perdessero la forza, le passioni, la volontà d’offendere il mio dolce Gesù”. Ma mentre ciò pensavo, il mio amato Gesù mi ha detto:

(4) “Figlia mia, come l’anima prende l’impegno di voler convertire tutti gli atti umani in Volontà mia, così forma i suoi raggi, che allargandosi prendono la terra come nel proprio pugno ed elevandosi al Cielo più che raggi solari, investono il Sole della mia Volontà, e tuffandosi in Essa formano un solo Sole, che formando come una gara di luce, tutto, Cielo e terra subiscono l’incanto e l’eclisse del Sole della mia Volontà, ed anche la mia giustizia subisce l’eclisse di questa luce, in modo che molti flagelli vengono risparmiati”.

(5) Onde, dopo aver scritto un po’ a lungo, il mio dolce Gesù è uscito da dentro il mio interno, e prendendomi il mio volto fra le sue mani mi ha detto:

(6) “Figlia mia, voglio pagarti del sacrificio di scrivere che hai fatto”.

(7) Ed io: “Son tre notti che ho scritto e non mi hai dato nulla, mi sembra che ora molto scarseggi, né mi mostri più quel grande compiacimento che mi mostravi prima quando io scrivevo, né mi comandi più con quel tuo impero amoroso di scrivere, come facevi prima, a me sembra che ti sei cambiato”.

(8) E Gesù: “Non posso cambiarmi, né è della natura divina il mutarsi, la natura umana si cambia, la divina non mai, quindi sii sicura che in Me nulla è mutato, ma sai che voglio darti per paga? La mia stessa Vita. Ogni verità che ti manifesto sono doni di Vita Divina che ti faccio, col darti la libertà che non solo la tiene per te questo gran dono, ma che la puoi moltiplicare per darla a chi tu vuoi ed a chi la volesse ricevere.

(9) Onde tu devi sapere che ogni atto, parola, pensiero fatto dalla creatura nella mia Divina Volontà, sono pietrucce che getta nel mare di Essa, il quale increspandosi straripa fuori a bene di tutti; altre volte sono tanti venticelli, che facendo gonfiare il mare del mio Fiat, forma le onde più o meno alte a secondo la molteplicità dei venticelli che forma la creatura nel mio mare, e queste onde mentre s’innalzano, scendono di nuovo, parte nel mare e parte allagano la terra. Oh! come è dilettevole vedere la creatura, che ora viene a menare le sue pietrucce nel nostro mare, ora che viene come a soffiare e forma il suo venticello, ed il mare le sorride coll’incresparsi, le fa le feste col ricevere il venticello e formare le onde, sicché l’anima che vive ed opera nel mio Fiat, ci dà l’occasione di far sorgere il nostro mare e di darci il campo di allagare la terra ed il Cielo, e siccome è Volontà Divina che scorre, dispone le creature a chiedere il regno di Essa, e Noi ci sentiamo che la creatura che vive nel nostro Voler Divino richiama le feste, i trastulli, i giuochi del principio della Creazione col suo Creatore. Tutto è lecito per chi vive nel nostro Volere, e Noi tutto la lasciamo fare, perché lei non vuole altro che la nostra Volontà e il nostro eco che risuona in lei, ed essa facendosi portare dal nostro eco divino, ora mena la pietruccia, ora forma il venticello che ora forma le onde, ora geme, ora parla, ora prega che vuole che il nostro Fiat Divino sia conosciuto, amato e domini sulla terra”.