(1) Continuo il mio abbandono nel Voler Divino, e girando in Esso la mia povera mente si è trasportata nell’eden, nell’atto in cui Iddio stava formando la natura dell’uomo, prima d’infonderle l’anima, e pensando al grande amore con cui il Supremo Creatore formava il corpo umano, e che prima che Adamo esistesse, nel formare il suo corpo lo amava con amore di padre che ama il suo parto, e che non esistendo ancora la vita dell’anima di Adamo, non lo ricambiava col suo amore. Quindi l’amore divino restava isolato senza la compagnia dell’amore della sua creatura. Onde non era giusto che il suo amore restasse senza il ricambio del piccolo amore di chi tanto amava, quindi pensavo tra me: “La Volontà Divina è eterna, e ciò che si fa in Essa è sempre in atto, né perde mai l’atto presente, perciò, nel Fiat io voglio anticipare l’amore di Adamo e vezzeggiare il mio Creatore col mio amore, nell’atto che forma il corpo umano voglio far eco al suo amore per dirgli: “Nel tuo Volere sempre ti ho amato, anche prima che tutte le cose esistessero”. Onde mentre ciò ed altro pensavo, il mio sempre amabile Gesù mi ha stretto forte nelle sue braccia dicendomi:
(2) “Figlia mia, come ne son contento che ti ho manifestato tante verità sul mio Voler Divino, tutte le mie verità dettati sopra di Esso sono scale, tu per salire negli atti del mio eterno Volere per trovare in atto il primo atto nostro, che tiene virtù d’essere sempre presente e darci la gioia, la felicità del ricambio del tuo amore, e Noi per scendere verso di te, per cercare la compagnia di colei per cui operavamo ed amavamo tanto. Com’è dolce la compagnia di chi si ama, essa è piena di gioie indimenticabili, e come è altrettanto amaro l’isolamento e non godere la presenza di chi tanto si sospira, si ama e per la quale si opera. Noi mentre formavamo la natura dell’uomo, prima d’infondergli la vita, facevamo come un padre o una madre quando dorme suo figlio, che presi da tenerezza, d’amore irresistibile, vagheggiano, baciano e stringono al loro seno il figlio che dorme, ed il figlio, siccome dorme non ne sa nulla. Se sapessi figlia mia quanti baci, quante strette amorose demmo alla natura umana prima che le dessimo la vita, e fu nella foga del nostro amore che alitandolo gli demmo la vita dandogli l’anima, ed al corpo il respiro, il palpito, il calore, sicché il respiro che tu senti è nostro, il palpito che ti batte nel cuore è nostro, il calore che tu senti è il tocco delle nostre mani creatrici, che toccandoti ti infuse il calore, e come tu respiri Noi sentiamo il nostro respiro che respira in te, come palpita il tuo cuore, così sentiamo il nostro palpito di vita eterna che batte in te, e come senti il calore è il nostro amore che circola in te e continua la sua opera creatrice e conservatrice a riscaldarti. . .
(3) Tu devi sapere figlia mia, che il nostro Volere è il rivelatore dell’opera della Creazione, Esso solo può rivelarne tutti i segreti d’amore nascosti nella Creazione, Adamo non seppe tutto, quanti stratagemmi e finezze amorose mettemmo nel crearlo, l’anima ed il corpo, Noi fecimo come un padre che non dice tutto insieme al suo figlio piccino, ma a grado a grado che cresce vuol darle le sorprese, dicendogli quanto l’ama, quanto ha fatto per lui, quante finezze amorose, baci nascosti, quando lui, piccino, era incapace di comprenderle, che cosa l’ha dato e che le può dare, ed ora le fa una sorpresa, ora un’altra e ciò serve a mantenere la vita d’amore tra padre e figlio, ed in ogni sorpresa aumentare la loro gioia e felicità. Qual dolore non sarebbe di questo padre che mentre che il figlio dorme lo ha coperto di baci, se l’ha stretto al cuore, ed era tale e tanta la sua tenerezza amorosa, che ha giunto a bagnarlo di tenero pianto il volto del bimbo dormendo, ed il bimbo svegliandosi non sorride al padre, non si getta al suo collo per baciarlo, e se lo guarda è con freddezza, qual dolore per questo povero padre, tutte le sorprese preparate da manifestare al figlio, se le chiude nel cuore col dolore di non poter dividere la sua felicità, le sue gioie più pure, fino a non potergli dire quanto l’ha amato ed ama. Così fu per Noi figlia mia, la nostra più che paterna bontà preparava tante nuove sorprese al nostro figlio amato, ed il nostro Voler Divino ne prendeva l’impegno di fargli il rivelatore, come si sottrò da Esso, Adamo perdette il rivelatore, e perciò non si sa quanto l’amammo e tutto ciò che fecimo per lui nel crearlo, perciò sentiamo l’irresistibile amore che il nostro Fiat venga a regnare come in Cielo così in terra, affinché dopo tanti anni di silenzio e di segreti, dia sfogo alle sue vampe e ritorni a fare il rivelatore della Creazione, perché poco si conosce di tutto ciò che fecimo nel creare l’uomo. Quante sorprese tiene da dire, quante gioie e felicità da comunicare, tu stessa non senti quante cose ti dice, tanto su ciò che riguarda il mio Voler Divino, tanto all’amore sorprendente di tutta la Creazione, ed in modo speciale la creazione dell’uomo?
(4) La mia Volontà è il libro della Creazione, perciò è necessario per sapersi e poterlo leggere, il suo regnare in mezzo alle creature. La volontà umana tiene come addormentato il povero uomo, lui dorme e il sonno l’impedisce di sentire e di vedere tutte le carezze e finezze d’amore che gli fa il suo Padre Celeste, le sue sorprese che gli vuol far conoscere, il sonno l’impedisce di ricevere le gioie, la felicità che gli vuol dare il suo Creatore e di comprendere il suo stato sublime della sua creazione. Povero uomo, assonnato per il vero bene e sordo per ascoltare dalla mia Volontà, ch’è la sua rivelatrice, la sua nobile storia, la sua origine, la sua altezza e bellezza meravigliosa, e se veglia sente; e per il peccato, per le sue passioni o per cose che non hanno un principio eterno, fa proprio come il bimbo che dorme, che se si sveglia, piange, prende picci e mette in croce il povero padre, ch’è quasi dolente d’avere un figlio così irrequieto, e perciò il mio Voler Divino sta rivelando tante sue conoscenze per destare l’uomo dal suo lungo sonno, affinché svegliandosi nel mio Fiat perda il sonno dell’umana volontà, e riacquisti ciò che perdette e possa sentire i baci, l’amore, le strette amorose che le fa al suo seno il suo Creatore. Sicché ogni conoscenza che riguarda la mia Volontà Divina è un richiamo, è una voce che emetto, è un grido che mando, per svegliare l’uomo dal sonno dell’umano volere”.