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Messaggio del 2 gennaio 1986:Non chiedetemi esperienze straordinarie, messaggi personali o visioni, ma gioite di queste parole: io vi amo e vi perdono.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 24-1 Marzo 19, 1928 Ritrosia nello scrivere sulla piccolezza. Ritorno degli scritti. Come la Volontà Divina vive soffocata in mezzo alle creature perché non è conosciuta. Grave peso su coloro che dovrebbero farla conoscere, come si rendono rubatori. Preparazione di grandi avvenimenti.

(1) Cuor mio e vita mia Gesù, eccomi di nuovo al grande sacrificio di ricominciare a scrivere un’altro volume, il cuore mi sanguina per lo sforzo che faccio, specie per le condizioni in cui si trova lo stato della piccola e povera anima mia. Amor mio, se tu non mi aiuti, non mi travolgi in te, non fai uso della tua potenza e del tuo amore su di me, non posso andare più avanti e sarò incapace di vergare una sola parola, perciò ti prego che trionfi in me il solo tuo Fiat! E se vuoi che continui a scrivere, non abbandonarmi a me stessa, continua il tuo ufficio di maestro dettatore alla piccola anima mia, se poi non vuoi che io più scriva, bacio ed adoro il tuo Voler Divino e ti ringrazio, e ti prego che faccia profitto di tante lezioni che mi hai dato, che le rumine sempre e che modelli la mia vita secondo i tuoi insegnamenti. Mamma Celeste, Sovrana Regina, stendi su di me il tuo manto azzurro per proteggermi, guida la mia mano mentre scrivo affinché possa compiere la Divina Volontà.

(2) Onde, avendo compiuto il ventesimoterzo volume di scrivere, lo sa solo Gesù con quale stento e con quale sacrificio, mi lamentavo con il benedetto Gesù, che aveva tanto scarseggiato nei suoi insegnamenti, che tanto mi aveva fatto stentare per scrivere poche parole. Quindi pensavo tra me: “Io non ho più che scrivere, perché se Gesù non parla, io non ho che dire, e Gesù pare che non tiene più nulla di dirmi, è vero che la storia del suo Fiat è senza limiti, non finisce mai, anche eternamente nel Cielo terrà sempre da dire sull’eterno Volere, ed essendo eterno racchiude l’infinito, e l’infinito tiene cose e conoscenze infinite da dire, in modo che non finisce mai, sembra il sole che mentre dà luce tiene sempre luce da dare, la sua luce non si esaurisce mai; ma non può essere che per me metta un limite al suo dire e faccia sosta nel raccontare la lunga storia della sua Eterna Volontà?” Ora, mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno in atto d’uscire e mi ha detto:

(3) “Figlia mia, come sei piccola! e si vede che quanto più stai, più piccola ti fai, e come piccina vuoi misurare con la tua piccolezza la nostra grandezza; coi tuoi limiti nel dire, il nostro eterno dire e come piccola bambina che sei, ti contenti che il tuo Gesù non tiene più nulla da dirti, vorresti riposarti e ritornare ai nostri primi trastulli, giacché non hai più da far nulla; povera piccina, ma non sai tu che sono brevi soste che il tuo Celeste 24[1] Questo libro è stato copiato direttamente dal originale manoscritto di Luisa Piccarreta Gesù permette per altri suoi fini, non a te palesi, e quando meno telo pensi riprenderà il suo dire tanto importante sulla lunga storia del mio eterno Volere”.

(4) Dopo tanto stentare e lottare, finalmente mi son giunti gli scritti sulla Divina Volontà da Messina, ed io sentivo un contento in me ché finalmente li avevo presso di me e ringraziavo di cuore il mio dolce Gesù. Ma Gesù movendosi nel mio interno, facendosi vedere in aria di mestizia mi ha detto:

(5) “Figlia mia, tu sei contenta ed Io sono afflitto, se tu sapessi che peso enorme gravitava su quelli di Messina, che mentre tenevano interesse di tenerli, li tenevano a dormire, essi erano rei d’una Volontà Divina, e vedendo la inoperosità con cui li tenevano, ho permesso che fossero ritornati. Ora questo peso gravita su quelli che l’hanno fatto venire con tanto interesse, se non si occupano, anch’essi saranno rei d’una Volontà Divina, e se sapessi che significa essere rei d’una Volontà sì santa, significa tenerla inceppata, mentre Essa anela, sospira d’essere tolti i ceppi, e questi si toglieranno col farla conoscere. Essa è piena di vita, scorre ovunque, involge tutto, e questa vita vive come soffocata in mezzo alle creature perché non è conosciuta, ed Essa geme perché vuole la libertà della sua vita, ed è costretta a tenere in Sé i raggi della sua luce interminabile perché non è conosciuta. Ora, chi è colpevole di tante pene della mia Volontà Divina? Chi deve interessarsi a farla conoscere e non lo fa; forse il mio scopo è stato di dare tante notizie del mio Fiat, senza il frutto desiderato di farla conoscere? No, no, voglio la vita di ciò che ho detto, voglio far splendere il nuovo sole, voglio il frutto di tante conoscenze che ho manifestato, voglio che il mio lavoro riceva il sospirato effetto. Difatti, quanto non ho lavorato per disporti a ricevere conoscenze sì importanti sulla mia Volontà? E tu stessa quanti sacrifici non hai fatto e quante grazie non ti ho dato per farteli fare? Il mio lavoro è stato lungo, e quando ti vedevo sacrificata, guardavo al gran bene che avrebbero fatto le mie conoscenze sul Fiat in mezzo alle creature, la nuova era che doveva spuntare in virtù di esse, ed il mio tenero cuore mentre soffriva nel sacrificarti, prendeva un immenso piacere nel vedere che in virtù di ciò, il bene, la pace, l’ordine, la felicità che dovevano ricevere gli altri miei figli. Quando Io faccio cose grandi ad un’anima, manifesto verità importanti, rinnovazioni che voglio fare in mezzo all’umana famiglia, non è per la creatura sola che ciò manifesto, ma perché voglio rinchiudere tutti in quel bene, come sole voglio che le mie verità splendano su di ciascuno, affinché chi voglia prenda la luce di esse. Non feci ciò con la mia Mamma Celeste? Ora, se Lei avesse voluto tenere celata l’incarnazione del Verbo, qual bene avrebbe portato la mia venuta sulla terra? Nulla, sarei partito al Cielo senza dare a nessuno la mia vita, e la Sovrana Regina, se mi avesse celato, sarebbe stata rea e rubatrice di tutto il bene e di tante mie vite divine che dovevano ricevere le creature. Così saranno rei e rubatori di tutto il bene che porteranno le conoscenze sul mio Fiat Divino, perché Esso porterà tante vite di luce, di grazia ed i beni immensi che contiene una Volontà Divina. Perciò grave peso gravita su coloro che dovrebbero occuparsi, se continueranno a far stare inoperosi soli sì benefici di tante verità sul mio eterno Volere, e se tu per la prima ti volessi opporre a far conoscere ciò che riguarda la mia Volontà, la prima rubatrice di tanti soli saresti tu, e di tanti beni che devono ricevere le creature per mezzo di queste conoscenze”.

(6) Poi, con un’accento più tenero ha soggiunto:

(7) “Figlia mia, il mondo sta come bruciato, non vi è chi versi su di loro quell’acqua pura che li disseti, e se bevono è l’acqua torbida della loro volontà che li brucia di più. Gli stessi buoni, i figli della mia Chiesa che cercano di fare il bene, dopo aver fatto il bene non sentono la felicità del bene, ma piuttosto il peso del bene che le porta la mestizia e la stanchezza, sai perché? Perché manca nello stesso bene la vita del mio Fiat, che contiene la forza divina che toglie qualunque stanchezza, manca la luce ed il calore della mia Volontà che tiene virtù di svuotare qualunque peso e di raddolcire tutte le amarezze, manca la rugiada benefica del mio Fiat che imperla le azioni delle creature, e le fa comparire tanto belle da portarle la vita della felicità, manca l’acqua che sempre sorge del mio Volere che mentre feconda in modo divino, dà vita e disseta, e perciò bevono e bruciano di più. Vedi dunque com’è necessario che le sue conoscenze siano conosciute, e si facciano vie in mezzo alle creature per porgere a ciascuno la vita della mia Volontà, con la sorgente dei beni che Essa contiene. Tutti sentono, anche quelli che si dicono più buoni, che li manca una cosa necessaria, sentono le loro opere non compiute, e tutti sospirano un’altro bene, ma essi stessi non sanno che cosa sia. E’ la pienezza e totalità del mio Fiat Divino che manca negli atti loro, e perciò le loro opere sono come a metà, perché solo col mio, e nel mio Volere, si possono fare opere compiute. Quindi, Esso sospira che sia conosciuto per portare la sua vita ed il compimento alle opere delle sue creature, molto più che grandi avvenimenti sto preparando, dolorosi e prosperi, castighi e grazie, guerre improvvise ed inaspettate, tutto per disporre a ricevere il bene delle conoscenze del mio Fiat e, se le lasceranno dormire senza slanciarle in mezzo alle creature, renderanno senza frutto gli avvenimenti che sto preparando; qual conto non mi daranno? Mentre con queste conoscenze sto preparando la rinnovazione e la ripristinazione dell’umana famiglia. Quindi da parte tua non mettere nessun’ostacolo e se guita a pregare che presto venga il regno della mia Divina Volontà”.