MaM
Messaggio del 19 dicembre 1985:Cari figli, oggi desidero invitarvi all'amore verso il prossimo. Se amerete il vostro prossimo, sentirete di più Gesù. Specialmente a Natale, Dio vi concederà grandi doni, se vi abbandonerete a Lui. Desidero per Natale dare in modo particolare alle mamme la mia speciale benedizione materna. Gesù benedirà gli altri con la sua benedizione. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 23-40 Febbraio 28, 1928 Come Iddio tiene nel Cielo la gerarchia degli angeli con nove cori distinti, così terrà la gerarchia dei figli del suo regno con altri nove cori. Condizione dei confessori defunti e come la memoria del padre Di Francia non sarà spenta in quest’opera.

(1) Stavo pensando al santo Voler Divino, e mille pensieri si affollavano nella mia povera mente, parevano come tante luci più forte che sorgessero, che poi si unificavano nella stessa luce del Sole eterno di quel Fiat che non conosce tramonto; ma chi può dire ciò che pensavo? Pensavo alle tante conoscenze dettami da Gesù sulla Divina Volontà e come ciascuna di esse porta una Vita Divina nell’anima, coll’impronta d’una rarità di bellezza, di felicità, ma distinta l’una dall’altra, che mette in comune con chi ha il bene di conoscerla e di amarla. Sicché pensavo tra me: “Una conoscenza di più o di meno ci sarà gran differenza tra un’anima e l’altra”. Onde sentivo pena nel ricordarmi dei miei confessori defunti, che tanto interesse avevano avuto di farmi scrivere ciò che il benedetto Gesù mi diceva sulla Divina Volontà, sentivo pena del venerabile padre Di Francia, che tanti sacrifici aveva fatto a venir da lontano affrontando spese per la pubblicazione, e nel più bello da andare avanti Gesù se lo portò al Cielo, quindi non conoscendo questi, tutto ciò che riguarda il Fiat, non possederanno tutte le Vite e rarità di bellezza e felicità che queste conoscenze contengono. Ma mentre la mia mente si perdeva in tanti pensieri, che il volerli dire tutti sarei troppo lunga, il mio dolce Gesù ha steso le sue braccia dentro il mio interno, e spandendo luce mi ha detto:

(2) “Figlia mia, come tengo la gerarchia degli angeli, con nove cori distinti, così terrò la gerarchia dei figli del regno del mio Fiat Divino. Esso terrà i suoi nove cori e si distingueranno dall’uno all’altro dalle varietà delle bellezze che avranno acquistato col conoscere, chi più e chi meno, le conoscenze che al mio Fiat appartengono, perciò ogni conoscenza di più del mio Volere Divino è una nuova creazione che forma nelle creature di felicità e di bellezza inarrivabile, perché è una Vita Divina che corre dentro, che porta in sé tutte le sfumature delle bellezze di Colui che le manifesta, e tutti i tasti e suoni delle gioie e felicità del nostro Essere Divino. Onde se la nostra paterna bontà espone la sua Vita, la sua bellezza e felicità fino a crearla in mezzo alle creature, ed esse non s’interessano di conoscerla per prenderla per mezzo delle nostre conoscenze già date a loro, non è giusto che ricevano né la bellezza, né i suoni delle nostre gioie come doti proprie, prenderanno quello che avranno conosciuto, perciò ci saranno vari cori nella gerarchia del regno della mia Volontà Divina. Se sapessi che differenza passerà tra chi porta le mie conoscenze dalla terra e tra chi le acquisterà nel Cielo; i primi le terranno come doti proprie e si vedrà in loro la natura delle bellezze divine, e si sentiranno gli stessi suoni delle gioie e felicità che fa sentire e forma il loro Creatore, invece nei secondi, non sarà né natura in loro, né doti proprie, ma li riceveranno per effetto di comunicazione degli altri, quasi come la terra riceve gli effetti del sole, ma essa non possiede la natura del sole. Quindi quelli che possederanno tutte le conoscenze, formeranno il coro più alto, e così a secondo che conosceranno verranno formati i diversi cori. Però tutti quelli che avranno acquistato queste conoscenze, sia in tutto, sia in parte, avranno il titolo nobile di figli del mio regno, perché queste conoscenze sul mio Fiat, per chi ha il bene di conoscerle per farne vita propria, hanno virtù di nobilitare la creatura e di far scorrere nell’anima gli umori vitali della Vita Divina, e di elevarla alla sua origine primiera, e sono come il pennello del facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza, e dipingono l’immagine del Creatore nella creatura. In riguardo poi a chi conoscerà di più e chi meno, non sarà distrutta la loro nobiltà, succederà come per esempio d’una famiglia nobile, che tiene molti figli, alcuni di questi si danno allo studio, altri alle belle arti, quindi questi si elevano di più, hanno posti alti e decorosi, sono più conosciuti, amati e stimati, perché per le scienze che posseggono fanno più bene in mezzo alle genti, ciò che non fanno gli altri fratelli, ma con tutto ciò, che questi coi loro sacrifici si elevano tanto, non distrugge che gli altri fratelli siano nobili, perché portano tutti in loro il sangue nobile del loro padre, quindi vestono nobilmente, tengono modi nobili nell’operare e nel parlare, in tutto, tali saranno i figli del mio Fiat, tutti nobili, perderanno la ruvidezza dell’umano volere, i miseri cenci delle passioni, le tenebre dei dubbi, dei timori sarà messo in fuga dalla luce delle mie conoscenze e getterà tutti in un mare di pace. Quindi i tuoi confessori passati all’altra vita saranno come il preludio dei figli della mia Volontà, perché il primo si sacrificò tanto e lavorò per aiutare il piccolo campicello dell’anima tua, e sebbene Io allora poco ti parlava del mio Fiat, perché dovevo disporti prima, lui sarà come il primo foriero, come l’alba che annunzia il giorno del regno della mia Volontà; il secondo e terzo tuo confessore, che tanto presero parte, e conobbero in gran parte le conoscenze di Essa e tanto sacrifizio fecero, specie il terzo, che amava tanto che fossero conosciute e che tanto si sacrificò nello scrivere, saranno come sole che spunta, che mettendosi in corso forma il giorno pieno di luce; quelli che seguono saranno come il pieno meriggio del gran giorno della mia Volontà, a secondo l’interesse che hanno avuto e avranno, saranno messi, chi alla prim’ora del giorno del mio Volere, chi alla seconda, chi alla terza e chi al pieno meriggio. E credi tu che la memoria del padre Di Francia, i tanti suoi sacrifici e desideri di far conoscere la mia Volontà, fino ad iniziare la pubblicazione, solo perché me l’ho portato al Cielo, sarà spenta la sua memoria in questa grand’opera del mio Fiat Divino? No, no, anzi lui terrà il primo posto, perché lui col venire da lontano, andò come in cerca della cosa più preziosa che può esistere in Cielo ed in terra, dell’atto che più mi glorifica, anzi mi darà gloria completa da parte delle creature, e loro riceveranno beni completi, lui preparò il terreno per fare che fosse conosciuta la mia Volontà Divina, tanto vero, che non risparmiò nulla, né spese, né sacrifici, e ancorché non ebbe compimento la pubblicazione, solo coll’iniziarla preparò le vie per fare che un giorno potrà essere conosciuta e avere vita l’opera della mia Volontà in mezzo alle creature. Chi mai potrà distruggere che il padre Di Francia sia stato il primo iniziatore di far conoscere il regno della mia Volontà? E solo perché la sua vita si spense, non ebbe il compimento la pubblicazione? Sicché quando si conoscerà questa grand’opera, il suo nome, la sua memoria, sarà piena di gloria e di splendore e terrà il suo atto primo in un’opera sì grande, tanto in Cielo come in terra. Difatti, perché esiste una battaglia e quasi ognuno ne sospira la vittoria di vincere di ritenere gli scritti sul mio Fiat Divino? Perché lui si portò gli scritti per pubblicarli, se ciò non fosse, chi ne avrebbe parlato? Nessuno, e se lui non avesse fatto comprendere l’importanza, il gran bene di questi scritti, nessuno si sarebbe interessato. Perciò figlia mia, la mia bontà è tanta che premio giustamente e sovrabbondante il bene che fa la creatura, specie in quest’opera della mia Volontà che tanto m’interessa; che cosa non darò a chi si occupa e si sacrifica per mettere in salvo i diritti del mio eterno Fiat? Eccederò tanto nel dare, che farò meravigliare il Cielo e la terra”.

(3) Ond’io nel sentir ciò pensavo tra me: “Se tanto bene contengono queste conoscenze, se Gesù benedetto continuerà dopo la mia morte altre conoscenze del suo Fiat ad altre anime, non si attribuirà a quell’opera una opera sì grande?” E Gesù movendosi come in fretta nel mio interno ha soggiunto:

(4) “No, no figlia mia, come il padre Di Francia si dirà ch’è stato il primo propagatore, i tuoi confessori, cooperatori, così si dirà che la piccola figlia della mia Volontà è stata la prima e la depositaria d’un tanto bene, a cui veniva affidata e scelta con missione speciale. Supponi un tale che abbia fatto una invenzione importante, forse gli altri la propagano, la diffondono di più, la imitano, la ingrandiscono, ma nessuno potrà dire: “Io sono l’inventore di questa opera”. Si dirà sempre, l’inventore fu il tale. Così sarà di te, si dirà che l’origine del regno del mio Fiat, la depositaria è stata la piccola figlia della mia Volontà”.