(1) Continuando a seguire gli atti di Gesù fatti nella sua Divina Volontà quando stava sulla terra, seguivo Madre e Figlio quando fuggirono in Egitto e pensavo tra me: “Come doveva essere bello vedere il caro bambinello in braccia alla sua Mamma Divina, che mentre così piccino, racchiudendo in Sé l’eterno Fiat, racchiudeva Cielo e terra, tutto da Lui usciva come Creatore e tutto da Lui pendeva, e la Regina Sovrana, trasfusa nel piccolo Gesù in virtù dello stesso Fiat che l’animava, formava il riflettore di Gesù, il suo eco, la sua stessa vita, quante bellezze nascoste possedevano, quante varietà di cieli più belli di quello che si vede nel nostro orizzonte, quanti soli più fulgidi contenevano, eppure nessuno ne vedeva nulla, non si vedeva altro che tre poveri fuggiaschi. Gesù, Amor mio, voglio seguire passo passo i passi della mia Mamma Celeste, e come cammina voglio animare i fili dell’erba, gli atomi della terra, e farti sentire sotto alle sue piante il mio ti amo, voglio animare tutta la luce del sole e come ti splende sul viso, voglio che ti porti il mio ti amo; tutte le ondate del vento, le sue carezze, tutti ti dicano ti amo; son’io che nel tuo Fiat ti porto il calore del sole per riscaldarti, le ondate di vento per carezzarti, il suo sibilo per parlarti e dirti: “Caro piccino, fate conoscere a tutti il tuo Voler Divino, fatelo uscire da dentro la tua piccola Umanità, affinché prenda il suo dominio e vi formi il suo regno in mezzo alle creature”. Ma mentre la mia mente si perdeva appresso a Gesù, e sarei troppo lunga se il tutto volessi dire, il mio sommo e unico bene Gesù si è mosso nel mio interno, e tutto bontà mi ha detto:
(2) “Figlia mia, Io e la Mamma mia eravamo come due gemelli nati dallo stesso parto, perché non tenevamo che una sola Volontà che ci dava la vita, il Fiat Divino metteva in comune gli atti nostri, in modo che il Figlio rifletta in Lei, e la Mamma rifletteva nel Figlio, sicché il regno della Volontà Divina teneva il suo pieno vigore, il suo dominio perfetto in Noi, e mentre fuggivamo in Egitto, portavamo il Volere Divino come passeggiando per quelle regioni, e sentivamo il suo gran dolore ché non regnava nelle creature, e guardando i secoli, sentivamo la grande gioia del suo regno che doveva formare in mezzo ad esse, ed oh! come ci giungevano graditi sulle ali del nostro Fiat i tuoi ripetuti ritornelli nel vento, nel sole, nell’acqua, sotto dei nostri passi: “Ti amo, ti amo, venga il regno tuo”. Era l’eco nostro che sentivamo in te, che non volevamo altro che la Volontà Divina regnasse e fosse la conquistatrice di tutti, perciò fin d’allora amavamo la nostra piccola piccina, che non chiedeva e voleva se non che ciò che volevamo Noi”.
(3) Onde seguitavo a pensare a tutto ciò che il mio dolce Gesù aveva fatto stando sulla terra, e Lui ha soggiunto:
(4) “Figlia mia, quando venni sulla terra Io guardai tutti i secoli passati, presenti e futuri, per raccogliere nella mia Umanità tutto ciò che di bene e di buono si potessero fare da tutte le generazioni, per mettere il suggello e la conferma del bene, nulla distrussi di ciò ch’era buono, anzi li volli racchiudere in Me per darle Vita Divina, e aggiungendo il bene che mancava e che Io feci per completare tutti i beni delle umane creature, sulle ali dei secoli mi portavo alle umane creature, per dare a ciascuna il mio operato completo, come pure raccolsi tutti i mali per consumarli, e a forza di dolori e pene che volli soffrire, accesi il rogo nella mia stessa Umanità, dove bruciare tutti i mali, volendone sentire ciascuna pena, per far rinascere tutti i beni opposti ai mali, per far rinascere a vita novella le umane generazioni. E siccome Io per formare tutti i rimedi possibili ed immaginabili a tutti i redenti, per poi disporli a ricevere il gran bene della mia Volontà regnante in mezzo a loro, feci tutto, soffrii tutto e consumai tutto, così tu per preparare il mio regno alle creature, devi racchiudere tutto ciò ch’è santo e buono, e a via di pene devi consumare tutti i mali, per far rinascere la vita della mia Volontà Divina in mezzo alle creature, tu devi essere il mio eco, in cui devo fare il deposito da dove deve sorgere il regno del mio Fiat, seguimi passo passo, e sentirai la vita, il palpito, la felicità di questo regno che contengo in Me, e che vuole uscire per regnare in mezzo alle creature, ed è tanto l’amore mio per esso, che se permisi al nemico infernale che penetrasse nell’eden, non permetterò che metta piede nell’eden del regno del Fiat, e perciò permisi che si avvicinasse a Me nel deserto, per debilitarlo e mettergli il termine ai suoi passi e chiudergli la via perché non ardisse d’entrarvi. Non senti tu stessa come la tua presenza terrorizza il nemico e si mette in fuga per non vederti? E’ la forza della mia vittoria che lo precipita, e sentendosi confuso fugge. Tutto è preparato, non resta altro che farlo conoscere”.