MaM
Messaggio del 3 aprile 1984:Vi chiedo di pregare per la conversione di tutti gli uomini: per questo ho bisogno di molte preghiere.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 23-35 Febbraio 5, 1928 Promessa nell’Eden del futuro Redentore. Promessa solenne nel Pater Noster del regno della Volontà Divina. Come Iddio si sente ripetere la gioia della Creazione.

(1) La mia povera mente si sente come fissata nel Fiat Supremo e mi sento come una piccola bambina, che siccome le piacciono le belle lezioni della sua amata maestra, le si gira sempre intorno facendole mille domande, per avere il piacere di sentirla parlare e apprendere altre lezioni più belle, e mentre la maestra parla, essa se ne sta con la bocca aperta ad ascoltarla, tante sono le belle sorprese che le fa delle sue lezioni. Tale sono io, una piccola piccina che mi aggiro intorno alla luce della Divina Volontà, più che maestra, ché voglio attingere la sua vita dalle belle lezioni che fa alla piccola anima mia, ed Essa, perché piccola, si compiace di contentarmi, dandomi tale sorprese di lezioni divine, non mai da me pensate. Onde, mentre pensavo al regno della Divina Volontà e mi sembrava come difficile il suo regnare sulla terra, il mio amato Gesù uscendo da dentro il mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, come Adamo peccò, Dio le fece promessa del futuro Redentore, passarono secoli, ma la promessa non venne meno, e le generazioni ebbero il bene della Redenzione. Ora, quando venni dal Cielo e formai il regno della Redenzione, prima di partire al Cielo feci un’altra promessa, più solenne, del regno della mia Volontà, e questa fu nel Pater Noster, e per darle più valore e per ottenerlo più subito, la feci questa promessa formale nella solennità della mia preghiera, pregando il Padre che facessi venire il suo regno, che è la Volontà Divina come in Cielo così in terra; mi mise Io a capo di questa preghiera, conoscendo che tale era la sua Volontà e che pregato da Me, non mi avrebbe nulla negato, molto più, che con la sua stessa Volontà Io pregavo e chiedevo una cosa dal mio stesso Padre voluta, e dopo d’averla formato questa preghiera innanzi al mio Padre Celeste, sicuro che mi veniva accordato il regno della mia Volontà Divina sulla terra, l’insegnai ai miei apostoli, affinché l’avessero imparato a tutto il mondo, perché uno fosse il grido di tutti: “Sia fatta la Volontà tua, come in Cielo così in terra”. Promessa più certa e solenne non potrei fare; i secoli per Noi sono come un punto solo, ma le nostre parole sono atti e fatti compiuti. Il mio stesso pregare al Padre Celeste: “Venga, venga il regno tuo, sia fatta la Volontà tua come in Cielo così in terra”, significava che con la mia venuta sulla terra il regno della mia Volontà non veniva stabilito in mezzo alle creature, altrimenti avrei detto: “Padre mio, il regno nostro che già ho stabilito sulla terra sia confermato, e la nostra Volontà domini e regni”. Invece dissi: “Venga”, ciò significava che deve venire, e le creature devono aspettarlo con quella certezza che aspettarono il futuro Redentore, perché c’è la mia Volontà Divina legata e compromessa in quelle parole del Pater Noster, e quando Essa si lega, è più che certo ciò che promette. Molto più che il tutto fu da Me preparato, non ci voleva altro che le manifestazioni del regno mio, e lo sto facendo, credi tu che le tante verità che ti sto facendo sul mio Fiat sia per darti una semplice notizia? No, no, è perché voglio che tutti conoscano che il suo regno è vicino, e che ne conoscano le sue belle prerogative, affinché tutti amino, sospirino d’entrar a vivere in un regno sì santo, pieno di felicità e di tutti i beni. Quindi, ciò che a te sembra difficile, alla potenza del nostro Fiat è facile, perché Esso sa smuovere tutte le difficoltà e conquidere tutto come vuole e quando vuole”.

(3) Onde stavo secondo il mio solito, facendo il mio giro nell’Eterno Fiat e girando per tutta la Creazione, portavo tutte le opere innanzi alla Divinità per darle il più bell’omaggio e la gloria grande di tutte le opere Loro; ma mentre ciò facevo pensavo tra me: “Ma qual’è la gloria che do al mio Creatore col portargli tutte le opere sue?” E Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:

(4) “Figlia mia, col far ciò ci porti la gioia delle nostre opere compiute, perché prima di creare la Creazione stavano dentro di Noi, come in deposito nella nostra Volontà, e non avevamo la gloria, la gioia di vedere le nostre opere fuori di Noi, formate e compiute fuori di Noi, in modo che le nostre opere furono formate quando fu creata la Creazione, e chi gira in mezzo ad esse, le guarda e volendole raccogliere tutte insieme intorno a Noi e dirci: “Come sono belle le opere vostre, perfette e sante, la loro armonia, l’ordine perfetto, dicono chi Tu sei, e narrano la gloria vostra”. Noi ci sentiamo ripetere la gioia, la gloria, come se stessimo di nuovo stendendo il cielo, formando il sole e tutte le opere nostre, sicché la Creazione sta sempre in atto e come parlante per mezzo della piccola figlia del nostro Volere. Ciò può succedere anche a te, se tu avessi nella tua volontà deciso di fare tante belle opere, tu non godi, ma la tua gioia incomincia quando vedi le opere compiute, e se una persona amandoti, spesso te le portassi intorno per dirti: “Vedi come sono belle le opere tue”. Non ti sentiresti gloriosa e ripetere la gioia quando le compiste? Tale sono Io, le ripetizioni formano le mie più belle sorprese”.