MaM
Messaggio del 28 marzo 1984:Quando uscite da casa per recarvi a messa, cominciate già lungo il cammino a prepararvi e a raccogliervi spiritualmente. E dopo la messa, non uscite mai dalla chiesa senza aver ringraziato adeguatamente Dio.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 23-34 Febbraio 2, 1928 Come deve supplire per chi non ha operato nell’unità del Fiat Divino. Come per chi non lo possiede è un linguaggio a lei estraneo. Ragione perché finora non hanno parlato di Essa. Come chi non vive nell’unità riceve gli effetti dalla Volontà Divina, non la vita di Essa. Esempi

(1) Stavo seguendo il mio giro nel Fiat Supremo, e giunta nell’Eden stavo dicendo tra me: “Mio Gesù, faccio mia l’unità del tuo Volere per supplire a quell’unità che perdette il mio padre Adamo quando si sottrò da Esso, e per supplire a tutti quei atti che non hanno fatto nell’unità di Esso tutti i suoi discendenti”. Ma mentre ciò dicevo, pensavo tra me: “Ed io sto nell’unità del Fiat Divino? Se non sto, come posso supplire per gli altri? Quindi il mio dire finisce in parole, ma non nei fatti”. Ed il mio dolce Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, quando Adamo peccò ci fu la ritirata dell’unità della mia Volontà d’ambi le parti: L’uomo si ritirò da Essa ed Essa si ritirò da lui, e col ritirarsi la mia, l’uomo perdette la mia unità, tutti i suoi pregi, ed i diritti che Dio gli aveva dato nel crearlo, perché lui fu il vero disertore dal regno della mia Volontà, ed il disertore perde tutti i diritti ed il possesso dei suoi stessi beni. Ora, come la mia Volontà si ritirò dall’uomo perché fu lui a ritirarsi per il primo, così può di nuovo darsi a chi, ritirandosi dall’umano volere, rientra nel suo regno come nuovo conquistatrice di quell’unità del mio Fiat Divino, molto più, che tra te e la Divinità c’è stato un’accordo insieme, il mio Volere a farti il gran dono della sua unità, chiamandoti al primo atto della Creazione, e tu non solo a riceverlo, ma a fargli il dono della tua volontà, sicché d’ambi le parti c’è stato lo scambio, ma non in semplici parole, ma coi fatti, tanto vero, che la mia ti sta mettendo a giorno ciò che riguarda il dono grande che ti ha fatto, acciocché conosca ciò che possiedi, goda dei suoi beni e apprezzandolo lo impetri all’umana famiglia, e tu avendo fatto il dono della tua volontà, non vuoi più riconoscerla e senti terrore solo a ricordarla. Ora è giusto che faccia il tuo dovere e supplisca a quell’unità perduta dall’uomo, da che la mia fece la sua ritirata, ritirandosi nelle sue regioni celesti. Non è forse padrona la mia Volontà di darsi di nuovo, purché trovi di nuovo chi non più vuol vivere della sua volontà umana? E poi, tu devi sapere che se non ci fosse la mia Volontà in te, non avresti potuto comprendere il suo linguaggio celeste, sarebbe stato per te come un dialetto a te estraneo, come una luce senza calore, come un cibo senza sostanza e ti sarebbe stato difficile di scriverle sulla carta, per trasmetterle ai tuoi fratelli. Tutto ciò è segno che la mia Volontà padroneggiandoti in tutto, si fa pensiero nella tua mente, parola sulle tue labbra, palpito nel tuo cuore, maestro che sa che la sua alunna comprende le sue lezioni e ama d’ascoltarlo, perciò era necessario farti il dono della mia Volontà Divina, per darti grazia necessaria per farti conoscere e trascrivere tutte le più belle prerogative del regno del mio Fiat Divino. Ed è anche questa la ragione perché nessuno finora ha parlato a lungo della mia Volontà, per far comprendere i mari immensi di bene che contiene e che vuol dare e può dare alle creature, al più se ne sono uscite con poche parole e con parole quasi mezzo spezzate, come se non avessero che dire del mio Fiat sì lungo ed esteso, che contiene e abbraccia tutta l’eternità, non possedendolo come dono e cosa propria, per tutti era come estraneo il linguaggio di parlare dell’importanza e dei suoi pregi infiniti, se non la conoscevano a fondo, come potevano parlarne d’una Volontà Divina che contiene tanto, che non bastano tutti i secoli a parlarne di Essa? Perciò sii attenta figlia mia, e mentre valichi il suo mare, prendi sempre qualche cosa di nuovo per farla conoscere alle umane generazioni”.

(3) Dopo di ciò stavo pensando sull’unità del Fiat Divino e dicevo tra me: “Come tutti quelli che hanno fatto il bene, tante opere grandi, come potevano farle se non possedevano la sua unità?” E Gesù sempre benigno ha soggiunto:

(4) “Figlia mia, tutto il bene fatto finora dalle creature, è stato fatto in virtù degli effetti della mia Volontà Divina, perché non c’è bene senza di Essa, ma che siano vissuti totalmente e pienamente nella sua unità, nessuno finora, solo la mia Mamma Regina e perciò attirò il gran prodigio dell’Incarnazione del Verbo, se ciò fosse, la terra sarebbe ritornata allo stato dell’eden, e poi colui che l’avrebbe posseduto l’unità del mio Volere, non avrebbe potuto né contenerla, né resistere senza parlarne, sarebbe stato come se il sole si vorrebbe racchiudere dentro d’un vaso di cristallo, senza spandere i suoi raggi, non avrebbe piuttosto col suo calore crepato il vetro per essere libero nello spandere i suoi raggi? Possedere l’unità del mio Fiat, e non parlarne, e non spandere i suoi raggi, la bellezza delle sue conoscenze, le sarebbe stato impossibile, le creperebbe il cuore se non desse sfogo a manifestare in parte la pienezza della sua luce e dei beni di Esso, quindi il bene è stato fatto in virtù degli effetti di Esso. Ciò succede, che il sole in virtù degli effetti che contiene la sua luce, fa germogliare le piante e fa produrre tanto bene alla terra, pare che la terra e gli effetti del sole lavorano insieme per produrre piante, frutti e fiori alle creature, ma la terra non si eleva nella sfera del sole, se ciò facesse, il sole avrebbe tanta forza, di togliere la sua parte oscura e tutti i suoi atomi di polvere li convertirebbe in luce, e la terra diventerebbe sole, ma siccome la terra non si eleva, né la sfera del sole scende nel basso, la terra rimane terra ed il sole non la trasforma in esso, pare che l’uno e l’altra si guardano da lontano, si aiutano e lavorano insieme per mezzo degli effetti della luce, che dall’altezza della sua sfera spande sulla terra, e sebbene riceve tanti mirabili effetti, produce le più belle fioriture, ma passa gran distanza tra la terra ed il sole, non si rassomigliano tra loro, né la vita dell’uno diventa vita dell’altra, e perciò la terra non sa parlare del sole, né dire tutti gli effetti che contiene, né quanto calore e luce possiede. Tale si trova la creatura che non possiede l’unità della mia Volontà, non si eleva nella sua sfera altissima per diventare sole, né il mio Sole divino scende per formare la vita di essa, ma volendo fare il bene si aggira in torno alla sua luce, ed Essa comunica gli effetti per fare germogliare il bene che vuole, perché il mio Fiat non si nega a nessuno, anzi con la sua luce risveglia la natura umana per farla rinverdire e farla produrre frutti d’opere buone”.