(1) Stavo raccogliendo tutti insieme tutti gli atti della Divina Volontà fatti nella Creazione, i mari della Regina Celeste, quelli del mio amato Gesù, insomma tutti gli atti che il Fiat Divino ha uscito fuori di Sé stesso. Quindi stavo riepilogando tutto per portarli innanzi all’altezza della Maestà Suprema, per darle per mezzo di ciò l’ultimo assalto, e costringerla a darmi il suo regno sulla terra, ma mentre ciò facevo pensavo tra me: “Sono piccola, sono un’atomo appena, come posso portare la vastità del cielo, la molteplicità delle stelle, l’immensità della luce del sole, e poi tutti i mari della Mamma mia e quelli di Gesù che sono interminabili? Onde il mio piccolo atomo non resta sperduto in mezzo a tante opere sì grandi? Credo che tutto il Cielo sorriderà nel vedere la mia piccolezza che vuol dare questo assalto, come ultimo ritrovato del suo giro nella Volontà Divina, perché essendo piccola, io non solo resto sperduta, ma anche accoppata da una sola opera del Voler Divino, quindi il mio assalto sarà senza effetto, e forse servirà a far sorridere alle mie povere spalle tutta la corte celeste. Ma mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù è uscito da dentro il mio interno e mi ha detto tutto tenerezza:
(2) “Piccola figlia mia, la tua piccolezza ha tale attrattivo, che chiama l’attenzione di tutto il Cielo per vedere che cosa vuol fare e sa fare la tua piccolezza, veder fare cose grandi da una persona grande non riscuote l’attenzione, né porta la gioia, se si vedesse fare da una piccola bambina la stessa cosa grande, questa desta tal stupore e maraviglia, che tutti vorrebbero vedere l’opera grande della piccola piccina, ciò che non succede se la stessa opera la facesse una persona grande. Se tu sapessi come lo sguardo divino e quello di tutto il Cielo si fissa su di te, nel vederti come in fretta riunire tutte insieme tutte le opere della Divina Volontà per portare l’assalto al Creatore, portando le sue stesse armi per fargli la santa guerra di farti cedere il regno suo, si può dire che il tuo affannarti, il riunire tutto, è il vero sorriso del Cielo, è la nuova festa che porta la tua piccolezza alla patria celeste, e tutti aspettano l’assalto della piccola piccina. Ma vuoi sapere tu dove sta il segreto della tua fortezza nella tua piccolezza, che mentre resti sperduta ora nella luce del sole, ora in mezzo alle stelle, ora nei mari miei e quelli della Mamma Celeste, il tuo atomo non si arresta, si svincola ed esce di nuovo in campo per compiere il suo riepilogamento di tutte le opere del Fiat Divino? Tutto il segreto è rinchiuso in Esso che ti muove, ti investe, ti dà la corda per farti girare e per farti racchiudere tutti gli atti suoi, per farsi da Sé stesso, per mezzo della tua piccolezza, dare l’assalto per farsi tirare a venire a regnare sulla terra. Che cosa non può l’atomo animato dal mio Volere? Tutto, perché esso diventa un’atto in mezzo a tutti gli atti suoi di Volontà Divina, e ciò basta per poter fare di tutti gli atti suoi un solo atto, per dire: “Tutto è mio, e tutto mi deve servire per poter strappare il regno del Fiat Divino sulla terra”.
(3) Dopo di ciò stavo pensando quanto male ha fatto la volontà umana alle povere creature, quindi io l’aborrisco, né voglio più conoscerla, né guardarla, perché è troppo nauseante. Ma mentre ciò pensavo, il mio amato Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:
(4) “Figlia mia, la volontà umana da sola è nauseante, ma unita con la mia è la cosa più bella che creai, molto più, che dalla Divinità mai poteva uscire una cosa creata da Noi che facesse nausea; essa unita con la nostra terrebbe il moto continuo del bene, della luce, della santità, della bellezza, e col nostro moto continuo, che mai cessa, sarebbe stata il prodigio più grande della Creazione, il nostro moto la purificherebbe da ogni ombra di macchia, succederebbe come al mare, che perché mormora continuamente e tiene il suo moto perenne, le sue acque sono pure e cristalline, oh! se le acque del mare stessero ferme, le acque perderebbero la purezza e si renderebbero talmente nauseanti, che nessuno lo guarderebbero, le acque sarebbero tanto sozze e piene di lordure, che le navi non potrebbero valicare il mare, e nessuno farebbe suo cibo di quei pesci d’acque sì putride, sicché il mare sarebbe un peso alla terra e produrrebbe il contagio di tutti i mali alle umane generazioni. Invece, solo ché mormora e tiene il suo moto continuo, quanto bene non fa alle creature, e mentre nel suo seno nasconde chi sa quante sozzure, col suo mormorio tiene il dominio di tenerle seppellite nel fondo di esso e padroneggia la purezza delle sue acque pure e svuotate da qualunque sozzure. Tale è l’umana volontà, più che mare, che se il moto divino mormora in essa, è bella e pura, tutti i mali restano sepolti e senza vita, invece, se la mia Volontà non mormora in essa e non tiene il suo primo moto, tutti i mali rinascono, e si rende dalla più bella la più brutta, da far pietà. Un’altra immagine è la natura umana, unita coll’anima è bella, vede, sente, cammina, opera, parla, non puzza; disunita dall’anima imputridisce, puzza orribilmente, fa schifo a vederla, si può dire che non più si riconosce, chi ha fatto un cambiamento sì differente dal corpo vivo al corpo morto? La mancanza del mormorio dell’anima, del suo moto continuo che primeggiava nella natura umana. Tale fu messa la mia Volontà all’umano volere, come anima da cui doveva ricevere la vita, il suo mormorio continuo, sicché, finché sta unita con la mia è un prodigio di vita, di bellezza, disunita dalla mia perde le gambe, le mani, la parola, la vista, il calore, la vita, di conseguenza diventa talmente orrida, più che cadavere, da meritarsi che si seppellisca nel più profondo dell’abisso, perché la sua puzza è intollerabile. Perciò chi non sta unito con la mia Volontà, perde la vita della sua anima, perciò nulla può fare di bene, e tutto ciò che fa è senza vita”.