(1) Mi sentivo afflitta per le solite privazioni del mio dolce Gesù, ma tutta abbandonata nel suo amabile Volere. Quindi pensavo tra me: “In questi giorni il mio sommo Bene Gesù non mi ha detto nulla, tutto è stato silenzio profondo, appena qualche moto mi faceva sentire di Lui nel mio interno, ma senza una sua parola”. Onde mentre ciò pensavo si è mosso nel mio interno dicendomi:
(2) “Figlia mia, quando Dio non manifesta altre verità, la Volontà Divina sta come sospesa, non aggiunge altri beni verso le creature, quindi per Dio e per la creatura non vi è la festa che la verità porta con sé”.
(3) Ed io nel sentire ciò ho detto: “Per Te è sempre festa, perché hai con Te tutte le verità, piuttosto per la povera creatura la festa è interrotta, perché non possiede la sorgente di tutte le verità, quindi quando il suo Creatore non gli comunica altre verità, le nuove feste restano interrotte per lei, al più si gode quelle feste da Te già comunicate, ma le sorprese delle nuove feste non sono in suo potere, ciò che non è per Te”. E Gesù ha soggiunto:
(4) “Figlia mia, certo, per Noi è sempre festa, né nessuno può ombrare menomamente il pelago delle nostre nuove gioie e felicità senza termino che il nostro Essere Divino contiene in Sé stesso, ma vi è una festa che viene formata nell’atto quando il nostro Essere Divino rigurgitando d’amore verso la creatura manifesta le sue verità; vedere doppiamente felice la creatura, tante volte di più per quante verità di più le manifestiamo, è per Noi una nuova festa. Mettere fuori le nostre verità che escono dalla sorgente delle nostre gioie, imbandire la mensa della nostra felicità alla creatura che contiene la verità, vederla festeggiare insieme con Noi, seduta alla nostra stessa mensa per cibarsi del nostro stesso cibo, è per Noi una nuova festa. Le feste, le gioie, vengono formate nelle comunicazioni, il bene isolato non porta festa, la gioia da sola non sorride, la felicità da sola a sola non banchetta, non si mette in brio, e poi con chi deve festeggiare, sorridere, banchettare, se non trova a chi fare questa festa, sorridere insieme, inebriarsi a vicenda? Perciò l’unione forma la festa, il rendere contenta un’altra creatura forma il contento proprio. Ecco perciò, se abbiamo le nostre nuove feste che non ci mancano mai, ci manca la nuova festa che non diamo alla creatura. Se tu sapessi la nostra gioia e felicità nel vedere la tua piccolezza sedersi alla mensa nostra, cibarsi delle verità del nostro Supremo Volere, sorridere in faccia alla sua luce, prendere le nostre gioie per farti il deposito in te stessa delle nostre ricchezze, abbellirti della nostra bellezza, e come inebriata di tanta felicità sentirti ripetere: “Voglio il regno del tuo Fiat”. Vorresti mettere sossopra Cielo e terra per chiedermi il mio Fiat per ottenere l’intento, e per far che? Per rendere felice, della tua stessa felicità, tutta l’umana famiglia; pare che la tua festa non è piena se non rendi felici gli altri della tua stessa felicità, che contieni in virtù della mia Volontà. Se tu potessi far conoscere a tutti tutto ciò che conosci di Essa, e far gustare a tutti la felicità che possiede, non sarebbe per te una festa di più, e non ti sentiresti doppiamente felice, della felicità altrui da te comunicata?”
(5) Ed io: “Certo amor mio che se potessi travolgere tutti nel tuo Santo Volere, come sarei più felice e contenta”.
(6) E Gesù: “Ebbene, tale son’Io, alla nostra felicità che mai esaurisce e che ci tiene sempre in festa, si aggiungerebbe alla nostra festa la felicità della creatura, perciò quando ti veggo sospirare le mie verità per conoscerle, Io mi sento tirato a manifestarle e dico: “Voglio godere la mia nuova festa con la piccola figlia mia, voglio sorridere insieme con lei ed inebriarla della mia stessa felicità”. Sicché in questi giorni di silenzio ha mancato a te la nuova festa nostra, e a Noi la tua”.
(7) Onde ha fatto silenzio, e poi ha soggiunto: “Figlia mia, come tu ti decidi di riversarti nel mio Fiat Divino e formare in Esso i tuoi pensieri, parole e opere, così fai la chiamata alla mia Volontà, ed Essa, sentendosi chiamata, risponde alla chiamata col riflettere la sua luce nell’atto tuo, e con la sua luce tiene virtù di svuotare quell’atto di tutto ciò che ci può essere d’umano e lo riempie di tutto ciò ch’è divino, quindi il mio Voler Divino si sente chiamato dai tuoi pensieri, dalle tue parole, dalle tue mani, dai tuoi piedi e dal tuo cuore, ed Esso riflette la sua luce in ciascuno di essi, vi svuota tutto e vi forma la sua vita di luce, e siccome la luce tiene tutti i colori, così il mio Voler Divino vi mette un suo colore divino ai pensieri, un’altro alle parole, un’altro alle mani, e così di tutto il resto degli atti tuoi, e come tu li moltiplichi, così moltiplica i suoi colori divini investiti della sua luce, ed oh! com’è bello vederti investita di tante varietà di colori e sfumature divine, per quanti pensieri, atti e passi tu fai, ti dà tale bellezza tutti questi colori e luce divina, ch’è un incanto vederti e tutto il Cielo vorrebbe godere di tali bellezze che il mio Fiat ha investito l’anima tua. Perciò il tuo richiamo alla mia Volontà Divina sia continuo”.