(1) Mi sentivo tutta abbandonata nell’eterno Fiat e tutta sola, e sola per Gesù, come se nessun’altro esistesse per me. Onde pensavo tra me: “Sono sola, dentro di me non sento scorrere altro che il gran mare della Volontà Divina, tutto il resto non esiste per me, Gesù stesso s’invola e si nasconde nella luce interminabile di Essa, e se per poco si fa vedere, i raggi del Sole del Voler Divino gli piovono addosso, e la mia vista essendo troppo debole resta eclissata e lo sperdo, aspettando che il mio Gesù, la mia vita, si sbarazzi da quella luce, oppure la renda meno fulgida per poterlo di nuovo ritrovare, e mi lamento della luce che mi eclissa la vista e mi nasconde Colui ch’è vita della povera anima mia; oh! se questa luce del benedetto Fiat fosse meno abbagliante, io mi godevo il mio dolce Gesù, perché molte volte sento il suo tocco divino, il suo alito refrigerante, altre volte le sue labbra che mi danno il suo bacio, e con tutto ciò non lo vedo, tutto è causa la benedetta luce che forma l’eclisse. Oh! Santa Volontà di Dio, quanto sei forte e potente che giungi a nascondermi il mio amato Gesù”. Onde mentre ciò e altro pensavo, il mio sommo bene Gesù è uscito da dentro quella luce così abbagliante, così l’ho potuto vedere e mi ha detto:
(2) “Figlia mia, tu sei sola con Me, ed Io sono solo con te, e siccome sei sola con Me, Io accentro in te tutto Me stesso, perché essendo sola con Me ti posso riempire tutta di Me, non c’è punto di te dove non prendo il mio posto, ti trasformi in Me e come in natura entra in te la grazia straordinaria. Quando l’anima è sola con Me, Io sono libero di fare ciò che voglio, me la godo Io solo ed il mio amore me ne fa fare tanto con lei, che giungo fino alla follia e faccio tanto di quei stratagemmi amorosi, che se si potessero vedere o sentire da tutte le creature, direbbero: “Solo Gesù sa amare e può amare in modo sì sorprendente, sì ingegnoso e sì grande”. Io faccio con chi vive sola con Me, come potesse fare il sole, se potesse accentrare tutta la sua luce sopra d’una pianta, questa pianta riceverebbe in sé tutta la vita del sole e godrebbe di tutti i suoi effetti, mentre le altre piante ricevono ciascuna un solo effetto, che basta alla natura della sua pianta, invece la prima, siccome riceve tutta la vita del sole, riceve insieme tutti gli effetti che contiene la luce. Così faccio Io, accentro in lei tutta la mia vita e non c’è cosa di me che non la faccia godere. Invece chi non è solo con me, siccome non posso accentrare la mia vita, è senza luce, sente in sé il peso delle tenebre, il suo essere è diviso in tante parti per quante cose ci tiene. Sicché se ama la terra si sente divisa con la terra, se ama le creature, i piaceri, le ricchezze, si sente come a brandelli divisa in modo che, chi la strappa da una parte e chi dall’altra, il povero cuore vive tra ansie e timori e disillusioni amare. Tutto al contrario chi vive sola con me”.
(3) Dopo di ciò stavo seguendo il mio giro nel Voler Divino, e giunta nell’eden, stavo glorificando il mio Creatore nell’atto che col suo alito onnipotente infondeva la vita nel corpo del mio primo padre Adamo, ed il mio sempre amabile Gesù, movendosi nel mio interno mi ha detto:
(4) “Figlia, con che ordine e armonia fu creato l’uomo; Adamo fu creato da Noi re di tutta la Creazione e come re teneva la supremazia su tutte le cose, e se non ci avesse respinto il nostro Fiat, possedendo l’unità di Esso, in tutta la sua vita avrebbe riempito degli atti suoi tutte le cose create; come re e padrone teneva il diritto che ciascuna cosa creata doveva subire la sua azione, doveva essere investita dalla sua luce, perché ogni sua azione era un sole, uno più bello dell’altro, sicché lui doveva formare la corona a tutta la Creazione, non sarebbe stato vero re se non avesse conosciuto tutti i suoi domini e non avesse avuto il diritto di mettervi gli atti suoi in tutte le cose da Noi create. Succedeva come quando un tale è padrone d’un terreno, il quale come padrone tiene il diritto di passeggiarsi dentro, di piantare fiori, piante, alberi, insomma tutto ciò che vuole. Tale era Adamo, con la potenza del nostro Fiat Divino faceva ciò che voleva, si bilocava in tutte le cose create, e se parlava, se amava, se adorava e operava, la sua voce risuonava in tutta la Creazione ed era investita dell’amore, dell’adorazione e opera di lui, quindi la Divinità sentiva l’amore, l’adorazione, l’opera del suo primo figlio in tutte le opere sue. Ora, tutto l’operato d’Adamo sarebbe rimasto in tutta la Creazione come il primo modello a tutti i suoi discendenti, i quali avrebbero modellato tutti gli atti loro ai riflessi di luce degli atti suoi, che come primo padre avrebbe dato in eredità a tutti i suoi posteri, che non solo avrebbero tenuto il loro modello, ma il possesso dei suoi stessi atti. Quale sarebbe stato la gloria nostra e sua, vedere l’operato del nostro caro figlio, del nostro prezioso tesoro, partorito dal nostro amore, fuse con le opere nostre, qual felicità per lui e per Noi? Ora, se questo fu lo scopo nostro perché fu creata tutta la Creazione ed il nostro caro gioiello, qual’è l’uomo, non è giusto che ad onta che Adamo cominciò e non finì, anzi finì nel dolore e nella confusione, perché respinse il nostro Volere Divino che le serviva come atto primo e lo faceva operare nelle opere del suo Creatore, che effettuiamo questo nostro scopo nei suoi discendenti? Ecco perciò ti chiamo in mezzo alle opere mie in tutta la Creazione, per formare il modello in cui devono modellarsi le altre creature per ritornare nel mio Fiat. Se tu sapessi qual gioia sento quando vedo che tu, facendo tuo il mio Volere Divino vuoi animare la luce del sole a dirmi che mi ami e chiedermi il regno mio, la rapidità del vento, il mormorio del mare, il fiore, il cielo disteso, fin il canto del piccolo uccellino, vuoi dare la tua voce a tutti, animare tutti a dirmi che mi ami, mi adori e vuoi il regno del Fiat Supremo, mi sento tal contento, che mi sento ripetere le prime gioie, il primo amore del mio caro gioiello, e mi sento inclinare a mettere tutto da parte, a dimenticare tutto, per fare ritornare il tutto come fu da Noi stabilito, perciò sii attenta figlia mia, si tratta di troppo.
(5) Tu devi sapere che il primo modello nella Creazione fu l’Ente Supremo, in Cui l’uomo doveva modellare tutti i suoi atti col suo Creatore, il secondo doveva essere Adamo, in cui dovevano modellarsi tutti i suoi discendenti, ma siccome si sottrasse dalla mia Volontà, mancando Essa, la sua unità in lui, gli mancarono i pennelli, i colori e la materia prima per poter fare i modelli a somiglianza del suo Creatore, poveretto, come poteva formare i modelli con la stessa forma divina, se non stava più in possesso di quella Volontà che gli somministrava abilità e tutto l’occorrente che ci voleva per poter formare gli stessi modelli di Dio? Respingendo il mio Fiat Divino respinse la potenza che tutto può fare e tutto sa fare; successe di Adamo come succederebbe di te se non avresti né carta, né penne, né inchiostro per scrivere, se ciò ti mancasse non saresti capace di vergare una sola parola, così lui non fu più capace di formare i modelli sullo stampo divino. Il terzo modello lo deve fare chi deve far ritornare il regno della mia Volontà; perciò i tuoi doveri sono grandi, ai tuoi modelli saranno modellati tutti quelli degli altri, e perciò in tutti i tuoi atti fa che scorra la vita del mio Voler Divino, affinché ti somministri tutto l’occorrente che ci vuole e così il tutto andrà bene, ed il tuo Gesù starà insieme con te, per farti eseguire bene i suoi modelli divini”.