(1) Il mio volo è continuo nel Voler Divino e la mia povera intelligenza è come fissata in Esso, e nella sua luce comprendevo la gran differenza tra l’operato nel Voler Supremo e tra l’operato umano buono in sé stesso, ma manca la vita del Fiat Divino nella azione della creatura. Onde dicevo tra me: “Possibile tanta differenza?” Ed il mio amato Gesù movendosi da dentro il mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, l’umana volontà formò la notte all’umana famiglia nelle anime loro, e se fanno opere buone anche importanti, siccome il bene da per sé stesso è luce, sprigionano da loro stessi tante piccole luci, può essere luce d’un fiammifero, luce d’una piccola lucerna, d’una lampadina elettrica, a secondo il bene che c’è dentro dell’azione umana e molteplicità di esse, così vengono formate luci piccole e luci un po’ più grandi, e per quante sono, hanno il bene, in virtù delle loro piccole luci, di non restare loro e quelli che li circondano all’oscuro, ma non hanno virtù di fare cambiare la notte in giorno, sicché potranno essere pure come città o abitazione che posseggono il bene di tante luci elettriche, che sono soggette anche a smorzarsi, ma che possano far cambiare la notte in giorno li sarà impossibile, perché non è natura della luce formata dall’industria umana, tanto nell’anima quanto nel corpo, di poter formare il pieno giorno, solo il sole tiene questa virtù di fugare le tenebre notturne e formare il suo pieno giorno, che sfolgorante luce e calore allieta la terra con tutti i suoi abitatori e dove splende produce i suoi effetti vitali a tutta la natura. Ora, solo il vivere nel mio Volere e l’operare in Esso è sempre giorno, e l’anima come opera, sia piccola, sia grande la sua azione, agisce sotto il riflesso del Sole eterno ed immenso del mio Fiat, il quale riflettendo nella azione della creatura, viene formato in virtù di Esso il sole nell’azione umana, in cui restano in possesso di questi soli che le fa godere il pieno giorno continuato, e siccome questi soli sono stati formati in virtù dei riflessi del Sole del mio Volere Divino, che possiede la sorgente della luce, l’azione umana convertita in sole viene alimentata dalla sorgente della luce, e perciò non sono soggetti né a smorzarsi, né a diminuire di luce. Vedi dunque che gran differenza c’è tra chi opera e vive nella mia Volontà, e tra chi opera il bene fuori di Essa, passa differenza tra chi può formare il sole e tanti soli, e chi luce; e basta un sole per eclissare tutte le luci e tutte le luci insieme non hanno virtù, né forza di luce di poter sorpassare un sole. E per comprendere con più chiarezza lo puoi vedere nell’ordine dell’universo, che tutte le luci di qualunque specie formate dall’industria umana non sono capaci di formare il giorno. Invece il sole creato dalle mie mani creatrici, ad onta ch’è uno, forma il giorno, perché possiede la sorgente della luce messovi dentro dal suo Creatore e perciò non è soggetto a diminuire di luce. Simbolo di chi vive nel mio Volere Divino, ché in tutti gli atti loro vi scorre dentro un’atto di Vita Divina, una forza creatrice, che tiene virtù di formare soli, né si abbassa, né vuole formare piccole luci, ma soli che mai si estinguono. Da ciò puoi comprendere che il bene prodotto dall’umano volere, ad onta che non può formare il giorno, è sempre un bene per l’uomo e ricevono l’utile della luce nella notte dell’umana volontà, le serve per non morire nelle fitte tenebre della colpa, quelle luci, sebbene piccole, le stradano il passo, gli fanno vedere i pericoli e attirano la mia paterna bontà verso di loro, che vede che, se ne servono della notte della loro volontà umana, di formare almeno piccole luci, per stradarsi il passo per la via della salvezza. Fu proprio questo che attirò tutta la nostra tenerezza e la paterna nostra bontà verso di Adamo, lui aveva compreso che significava vivere nel nostro Voler Divino, e come i suoi piccoli atti, come i più grandi, correva dentro la nostra virtù creatrice, ed erano investiti dal Sole dell’eterno Fiat, che essendo Sole teneva virtù di poter formare quanti soli voleva, onde nel vedersi svuotato da questa forza creatrice non potette formare più soli, quindi poveretto, si sforzava quanto più poteva di formare piccole luci e vedendo la gran differenza del suo stato primiero e quello dopo la colpa, ne sentiva tal dolore che si sentiva morire in ogni suo atto. L’Ente Supremo si sentiva commosso e ammirava l’industria del povero Adamo, che non potendo formare più soli, s’industriava di formare coi suoi atti piccole luci ed in virtù di ciò gli mantenne la promessa del futuro Messia”.