(1) La mia povera mente me la sentivo inabissata nel Fiat Divino, e mentre continuavo i miei atti in Esso, vedevo innanzi a me una piccola bambina tutta timida e pallida, come se temesse di camminare nell’immensità della luce del Voler Divino ed il mio adorato Gesù, è uscito da dentro il mio interno e riempiendosi le sue sante mani di luce, metteva quella luce nella bocca della bambina volendola affogare di luce, onde prendeva luce e metteva negli occhi, nelle orecchie, nel cuore, nelle mani e piedi della piccola piccina ed essa restava investita dalla luce, si coloriva tutta e restava come impicciata e affannata nella stessa luce. Gesù si divertiva nell’affogarla di luce e si compiaceva nel vederla impicciata in essa e rivolgendosi a me mi ha detto:
(2) “Piccola figlia mia, questa bambina è l’immagine dell’anima tua, timida nel ricevere la luce e le conoscenze della mia Volontà Divina, ma Io ti affogherò con tanta luce affinché perdi il residuo della timidezza dell’umana volontà, perché nella mia non ci sono queste debolezze, ma coraggio e fortezza divina, insormontabile ed invincibile. Per formare il regno del mio Fiat nell’anima, distendo in lei come fondamento tutte le conoscenze di Esso e poi prendo possesso, distendendovi la mia stessa Vita per avere il mio vero regno. Vedi che grande diversità del regno dei re della terra e quello del regno mio, i re non mettono a disposizione di ciascuno individuo la propria vita, né la rinchiudono in loro, né rinchiudono la vita dei popoli in loro, e perciò il loro regnare è soggetto a finire, perché non è vita che corre tra l’uno e l’altro, ma leggi ed imposizione e dove non c’è vita, non c’è amore, né vero regnare. Invece il regno della mia Volontà Divina è regno di vita, la Vita del Creatore rinchiusa nella creatura e quella della creatura trasfusa ed immedesimata col Creatore, perciò il regno della mia Divina Volontà è d’una altezza e nobiltà inarrivabile, l’anima viene costituita regina, e sai tu di che viene fatta regina? Regina della santità, regina dell’amore, regina della bellezza, della luce, della bontà, della grazia, insomma regina della Vita Divina e di tutte le sue qualità; che regno nobile e pieno di vita è questo regno della mia Volontà. Ora vedi dunque la grande necessità delle conoscenze di Essa, esse sono non solo la parte fondamentale, ma l’alimento, il regime, l’ordine, le leggi, la bella musica, le gioie, la felicità del regno mio; ogni conoscenza possiede una felicità distinta, esse sono come tanti tasti divini che formeranno la bella armonia in esso, ecco perciò sto tanto largheggiando nel dirti tante conoscenze del mio Fiat Divino e richiedo da te somma attenzione nel manifestarle, perché sono la base e come un esercito formidabile che manteneranno la difesa e faranno da sentinelle, affinché il mio regno sia il più bello, il più santo e l’eco perfetto della mia patria celeste”.
(3) Onde Gesù ha fatto silenzio e poi ha soggiunto di nuovo:
(4) “Figlia mia, quando la mia Divina Volontà vuole mettere fuori una sua conoscenza o un’atto nuovo, Cielo e terra riverenti la onorano e l’ascoltano, tutta la Creazione si sentono scorrere in loro un nuovo atto divino che come umore vitale li abbellisce e li rende doppiamente felici, e si sentono come onorati dal loro stesso Creatore, che col suo Fiat Onnipotente li comunica le sue nuove conoscenze, e aspettano l’attitudine di quella conoscenza nella creatura, per vedere l’atto nuovo del Voler Divino ripetuto nella creatura, per avere la conferma di quel bene e la gioia e felicità che porta la nuova conoscenza. Allora la mia Volontà si atteggia a festa, perché esce da Sé una Vita Divina, la quale mentre è diretta ad una creatura, si spande e si comunica poi a tutte le creature”. Dopo di ciò, stavo seguendo il mio giro nel Voler Divino, e portandomi nell’eden per essere presente quando la Maestà Divina, avendo formato la bella statua dell’uomo, gli stava dando la vita, alitandolo col suo fiato onnipotente, per poter glorificare il mio Creatore in un’atto così solenne, amarlo e adorarlo e ringraziarlo per un’amore sì eccessivo e traboccante verso dell’uomo, ed il mio divino Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:
(5) “Figlia mia, quest’atto di formare e d’infondere la vita nell’uomo col nostro alito onnipotente, fu sì tenero, commovente e di gioia sì grande per Noi, che tutto il nostro Essere Divino traboccò fuori tanto in amore, che con forza rapitrice rapì le nostre qualità divine per infondergli nell’uomo, nell’alitarlo tutto versammo in lui, e nel fiatarlo mettevamo il nostro Essere Supremo in comunicazione con lui, in modo da renderlo inseparabile da Noi. Questo nostro alito non cessò mai, perché se nella Creazione di tutto l’universo fu la nostra Volontà che si costituiva vita di tutto, nell’uomo non solo si dava il nostro Fiat, ma insieme col nostro alito si dava a lui la medesima vita nostra, e questo nostro alito non cessa ancora, per continuare la generazione delle altre creature per renderle inseparabili da Noi. E’ tanto il nostro amore quando facciamo un’opera, che fatta una volta resta l’attitudine di farla sempre, perciò l’ingratitudine dell’uomo è grande, perché disconosce, disprezza, offende questa nostra Vita in lui medesimo, e siccome quando si emette il fiato per fiatare, si emette fuori e si ritira dentro per poter di nuovo fiatare, nel fiatarlo diamo Noi a lui, e nel ritirare il fiato ritiriamo l’uomo in Noi, e non sentendolo venire in Noi perché la sua volontà non è con Noi, sentiamo tutto il peso dell’ingratitudine umana, ecco perciò chiamiamo te, per darti il nostro alito incessante, affinché, come lo ritiriamo per uscirlo di nuovo, ti sentiamo venire in Noi per ricevere il compimento della nostra Volontà nell’atto solenne d’uscire il nostro alito rigeneratore per generare le creature”.